Attraversato lo stretto di Scilla e Cariddi rappresentato dalle decisioni di politica monetaria della Fed e della BCE, la nave dei mercati emerge con i suoi danni ben visibili. Se in America non sono attesi nuovi rialzi, con la frenesia dei mercati che si sposta sul prossimo eventuale primo taglio – dimenticandosi che questo potrebbe anche accentuare una possibile manovra al rischio di una recessione – in Europa sono attesi al momento altri due possibili rialzi.
Molte le analogie riscontrate nelle due conferenze, sebbene la BCE abbia riportato di non essere Fed dipendente. La prima, la più ovvia, un rialzo di 25 punti base da parte dei due Istituti. La seconda, l’attenzione posta sul sistema bancario. In America Jerome Powell ha riportato fiducia su un sistema definendolo “sound and resilient” (solido e resistente) mentre la BCE descrive il sistema bancario dell’area dell’euro come “resiliente” e “fortemente trasmittente” le politiche monetarie. Il Vicepresidente De Guindos ha inoltre rimarcato come le banche europee non somigliano a quelle statunitensi. Di fatto, tuttavia, in entrambe le sponde cala il sipario della fiducia degli investitori sul comparto. La BCE rimarca preoccupazioni sul recente rapporto sulla concessione di prestiti bancari, il quale ha evidenziato una stretta delle condizioni di credito complessive più forte di quanto i banchieri si aspettassero nel round precedente. In America non vengono meno le pressioni sulle banche regionali – delle 347 banche quotate sui listini americani ben il 94% sono in territorio negativo da inizio anno e simile percentuale si riscontra in quelle che hanno ceduto terreno nell’ultima settimana.
Le preoccupazioni sulla salute del sistema bancario statunitense hanno ieri colpito i titoli delle banche regionali e hanno pesato sul mercato complessivo. PacWest Bancorp è crollata del -50% (-86% da inizio anno) e Western Alliance Bancorp è crollata di oltre il -38% (-68.9% da inizio anno) ai minimi storici dopo che hanno dichiarato di valutare opzioni strategiche, tra cui la vendita. Dopo l’acquisto di First Republic da parte di JPMorgan all’asta la domanda che ci pone è perché altre banche dovrebbero vestire l’abito da cavaliere bianco, assumendo maggiori rischi, quando la FDIC potrebbe assumerne? In secondo, la mancanza di chiarezza sul tetto del debito degli Stati Uniti, dopo che Il Segretario al Tesoro Yellen ha dichiarato lunedì che il Dipartimento potrebbe esaurire la liquidità necessaria per pagare le fatture già il 1° giugno, a meno che non venga innalzato il tetto del debito, pone lo Stato ai margini di possibili interventi.
La giornata odierna si apre con il buon umore offerto da Apple, il cui titolo in After hours sale del 2,49%, dopo aver riportato un fatturato a circa $94.8 miliardi, in calo del 3% su base annua, sostenuto dalle vendite dei suoi iPhone e servizi – a cui si contrappone il noto ormai calo dei computer. Margini lordi che, nonostante la flessione dei ricavi, non viene ad essere compromessa ma anzi cresce di un 1 pp al 44%. Sul fronte delle trimestrali sono attese nella giornata quelle di Audi, Cigna, Intesa San Paolo, Warner Bros, Thales, Adidas, CaixaBank, Cnh Industrial per citarne alcuni.
Tuttavia, la scena potrebbe essere rubata dai dati mensili sul mercato del lavoro, con i NonFarm Payrolls che vedono un possibile incremento di 180 mila posti di lavoro, in calo rispetto ai 236 mila dello scorso mese, e con un tasso di disoccupazione in crescita al 3,6% dall’attuale 3,5%. Strette sul mercato del lavoro che, se da una parte, accentuano i timori di un rallentamento economico, dall’altra alzano le preoccupazioni sulla lotta all’inflazione da parte della Federal Reserve.
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