Nulla di nuovo, o forse sì. Nella giornata incentrata sulla decisione di politica monetaria da parte della Fed statunitense, l’appuntamento che da settimane teneva gli investitori in allerta, i mercati hanno dapprima virata al rialzo, grazie ad un comunicato stampa più dovish, per poi invertire la rotta durante la successiva conferenza stampa.
“Very premature to talk about a pause”, ancora prematuro pensare a una pausa, probabilmente una delle frasi che ha maggiormente sconvolto le aspettative degli investitori che guardavano ad un 2023 all’insegna di una pausa della Fed, se non persino di una possibile taglio dei tassi. Allo stesso tempo ha rivelato che il livello del terminale “potrebbe essere più elevato di quanto si era pensato a settembre”. Mercati che hanno quindi rivisto al rialzo le possibilità per la riunione di febbraio di un aumento di 50 pb, con un tasso al 5%, e quelle di marzo al 5,25%. Nella prossima riunione di dicembre ritorna favorito un rialzo più contenuto di 50 pb.
Nella conferenza stampa Powell nel rispondere ai giornalisti ha rimarcato come la lotta all’inflazione resta l’obiettivo della Fed, su cui errori sarebbero di maggiori difficile sistemazione rispetto ai rischi di recessione; ovvero su quest’ultimo punto la Fed potrebbero attivamente aggiustare i tassi o il QE, mentre sull’inflazione gli effetti sarebbero più ritardatari e con importanti implicazioni per le classi meno abbienti. Molti hanno visto nelle parole di Powell la Pizia, ovvero l’Oracolo di Delfi, le cui profezie dovevano essere interpretate. Tuttavia, sebbene risulti completamente assente una forward guidance e come si navighi a vista, la destinazione sembra essere stata più volte rimarcata. Ma i mercati faticano, o meglio, non vogliono recepirla, dopo essere stati per decenni educati ad essere presi per mano. Si cerca in tutti i modi di anticipare lo stesso movimento della Fed, con dati che risultano di difficile previsione.
Mercati che quindi correggono nuovamente, registrando perfino la maggiore correzione di un Fed Day dal 1994, quando la Fed iniziò ad annunciare le decisioni politiche il giorno stesso della riunione.
Nessun settore americano ha risposto positivamente alle parole di Powell, con il difensivo tuttavia a sovraperformare il growth e ciclico. Male soprattutto il Tech il quale durante la post conferenza stampa ha visto cedere oltre 4 punti percentuali, così come i servizi delle comunicazioni (dove troviamo Meta e Google).
Sul fronte obbligazionario, in rialzo i rendimenti dei Treasury con quello a due anni più sensibile alle decisioni della Fed, di quasi il 13%. Valori odierni che hanno perfino visto superare il 5% di rendimento, per poi correggere.
Sui singoli titoli Airbnb ha chiuso con un ribasso di oltre il -13% dopo aver previsto entrate per il quarto trimestre di $ 1,80 miliardi – $ 1,88 miliardi, il punto medio sotto il consenso di $ 1,86 miliardi. Apple in calo del -3% dopo che la Cina ha ordinato un blocco di sette giorni nell’area intorno allo stabilimento principale del Foxconn Technology Group a Zhengzhou a causa dell’aumento delle infezioni da Covid. L’impianto produce quattro su cinque degli ultimi telefoni Apple. Mentre tra i rialzi si segnalano Match Group, CVS Health grazie a trimestrali migliori delle attese e Boeing, dopo che l’amministratore delegato Calhoun ha illustrato i piani per accelerare la produzione di jet di linea e riportare le vendite annuali a circa 100 miliardi di dollari entro il 2025 o il 2026 e generare un Free Cash Flow di 10 miliardi di dollari entro quella data.
In Europa, le preoccupazioni per la crescita economica globale hanno indebolito i titoli dopo che l’attività manifatturiera dell’Eurozona è scesa al livello più basso degli ultimi due anni e mezzo. Inoltre, il trasportatore marittimo A.P. Moller-Maersk A/S, un indicatore del commercio globale, ha tagliato le sue previsioni per il mercato dei container, affermando che l’inflazione persisterà anche se la domanda scenderà fino al 4% quest’anno. Indici europei che chiudono in leggera flessione, con il FTSE MIB in territorio positivo nonostante una lettura sui PMI manifatturiero sceso più di quanto previsto dagli analisti, segnalando una contrazione dell’attività industriale per il quarto mese consecutivo, con un’accelerazione del calo sia della produzione che dei nuovi ordini. Le banche hanno guidato i guadagni sul fronte societario, nonostante una revisione al ribasso dell’Outlook del settore europeo da parte di Moody’s con UniCredit e BPER Banca in testa. Male Ferrari il quale scivola sulle trimestrali nonostante il produttore abbia battuto le aspettative sugli utili e abbia segnalato che la domanda di auto di lusso rimane forte. Pesano le revisioni al ribasso sui margini.
Oggi l’attenzione si sposta nel Regno Unito con i mercati che si aspettano il primo rialzo di 75 pb da parte della Bank of England, dopo un rialzo di 15pb, quattro da 25 pb e due da 50 pb. Prima sarà anche il turno della Norges Bank norvegese rivedere al rialzo il proprio tasso di 50 pb al 2,75%.
In Europa sono inoltre attesi i dati sulla disoccupazione, così come in Italia mentre negli Stati Uniti l’attenzione si sposta sulla bilancia commerciale (dopo il forte contributo positivo che ha avuto sul PIL nell’ultimo trimestre), sulle richieste settimanali di sussidi di disoccupazione e sugli ISM non manifatturieri.
Sul fronte delle criptovalute continua la lateralità di Bitcoin, positiva in questo momento di correzione azionaria ma che suscita perplessità. Quanto ancora potrà durare essere “dormiente” il re delle crypto e soprattutto in questa minore (ancora presente) correlazione con il Nasdaq 100. Ieri protagonista positivo Litecoin, in rialzo di quasi il 10%, dopo l’adozione del token all’interno dei servizi di Moneygram. Oggi in positivo Polygon (MATIC), grazie all’annuncio della società Meta, la quale starebbe valutando l’espansione nell’ecosistema crypto, con Instagram in grado di ospitare presto un mercato degli NFT grazie al supporto di Polygon.
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