Le emozioni degli investitori cambiano direzione: cosa c’è dietro la nuova ondata di preoccupazioni sui mercati?

Si suol dire che il mercato nel breve termine è spinto dalle emozioni, mentre nel lungo termine è guidato dai fondamentali. Non sempre, infatti, vi è razionalità nei movimenti dei listini a seguito di eventi. In questo momento, possiamo dire che le emozioni degli investitori si sono spostate dalla paura dell’inflazione a quella della recessione. Questo si manifesta in un cambiamento nei comportamenti degli investitori e nella direzione delle tendenze di mercato. E ovviamente fattori di preoccupazione a cui guardare non mancano di certo, ai tre cavalieri del rallentamento:

1) l’impatto ritardato dei rialzi dei tassi di interesse

2) la continua preoccupazione sulle banche regionali americane

3) e lo stallo sul tetto del debito pubblico americano

Si aggiunge ora anche la deflazione cinese, con preoccupazioni sulla crescita di Pechino e, ovviamente, su quella globale.

Ma ieri anche i tre cavalieri hanno continuato a galoppare. L’impatto dei rialzi dei tassi statunitensi inizia a mostrare gli effetti sul mondo del lavoro, con le richieste iniziali di disoccupazione negli Stati Uniti che hanno ieri registrato un’impennata, salendo a 264 mila e portandosi sul livello più alto da ottobre 2021. Tendenza rialzista ben visibile nel grafico sottostante, sebbene il 3,4% di livello di disoccupazione mostri una tendenza opposta.

Le preoccupazioni riguardanti la salute del settore bancario regionale sono proseguite ieri, con le azioni di PacWest che hanno registrato un calo del 23% a seguito dell’annuncio che l’istituto ha perso il 9,5% dei depositi in una sola settimana. Questo ha ulteriormente aumentato le tensioni nel settore, che ha già subito tre fallimenti negli ultimi due mesi.  Nell’ultimo anno le banche commerciali statunitensi hanno visto uscire circa il 5% dei loro depositi, situazione certamente che evidenzia quella preoccupazione e agitazione che difficilmente si può ignorare.

La Federal Reserve ha inoltre riportato 92,4 miliardi di dollari di prestiti bancari di emergenza in essere per le istituzioni finanziarie attraverso due strutture di backstop nella settimana fino al 10 maggio, in aumento rispetto agli 81,1 miliardi di dollari della settimana precedente.

Tra dibattiti su possibili divieti alle vendite allo scoperto, speculazioni di hedge fund e timori dei correntisti non sembra che nessuno abbia ascoltato Ie parole dei funzionari del Tesoro e della Fed, i quali continuano a dire che il sistema bancario è resistente e che la situazione si è stabilizzata. Intanto l’ETF delle banche regionali USA cede da inizio anno circa il 38%, sul minimo dell’anno, a differenza di un -6% del settore finanziario e di un +8% dello S&P 500.

I colloqui sul tetto del debito degli Stati Uniti martedì hanno prodotto pochi risultati, ma i funzionari della Casa Bianca e i leader repubblicani si sono impegnati a proseguire i negoziati. L’incontro di venerdì tra il Presidente Biden e i leader del Congresso è stato rinviato alla prossima settimana, poiché lo staff continua a negoziare. Ritardi che intanto creano pressioni e speculazioni con gli Stati Uniti che ora riportano un rischio di credito più elevato di Messico, Grecia e Brasile.

Listini americani che continuano a mostrare evoluzioni distinte, con la seduta di ieri che ha visto il calo di S&P 500 e Dow Jones e il rialzo del Nasdaq 100. Il forte calo del 8% delle azioni di Disney ha pesato sull’andamento del mercato, a seguito della perdita di abbonati al suo servizio di streaming. Inoltre, le preoccupazioni per la salute dei bancari regionali, come precedentemente riportato hanno influenzato il mercato in generale. Tuttavia, il rialzo del 4% delle azioni di Alphabet e la diminuzione dei rendimenti dei Treasury hanno contribuito a sostenere le azioni tecnologiche e a mantenere l’indice Nasdaq 100 in territorio positivo.

Il tutto in un contesto di volatilità del VIX inferiore alla media, a solamente 16,94 punti. Tuttavia, la bassa volatilità accompagnata dai massimi dello SKEW evidenzia un aumento della volatilità implicita nelle opzioni sul mercato azionario. Lo SKEW calcola la differenza tra il prezzo di mercato delle opzioni put out-of-the-money con una scadenza di 30 giorni e un delta del 10%, e il prezzo di mercato delle opzioni call out-of-the-money con una scadenza di 30 giorni e un delta del 10%. Un valore elevato dello SKEW segnala una maggiore aspettativa di eventi estremi di ribasso rispetto a eventi estremi di rialzo. In questo contesto, si potrebbe dire che gli investitori stanno diventando più cauti e stanno cercando di proteggere i propri investimenti attraverso l’acquisto di opzioni put o altri strumenti di protezione.

 

 

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