L’anno del Coniglio.

Dopo un inizio d’anno positivo per i mercati, in parte guidato da un miglioramento dell’inflazione, la scorsa settimana il sentimento degli investitori è apparso più contrastante. I mercati azionari sono diventati negativi a metà settimana dopo che i dati economici statunitensi hanno evidenziato un indebolimento del settore manifatturiero e dei consumatori. Inoltre, l’incognita sul tema del “debt ceiling” statunitense e i risultati contrastanti degli utili hanno pesato sull’umore dei mercati.

Il risultato è una chiusura settimanale in negativo per le principali Piazze finanziarie, con il Nasdaq e i listini orientali ad offrire rifugi per gli investitori.

Con circa l’11% delle società dell’S&P 500 che hanno pubblicato i propri conti, il risultato appare ancora contrastante. Di tali 55 società, il 67% ha riportato utili superiori alle attese, un dato inferiore alla media decennale del 73%. Le aspettative restano per una crescita in negativo degli utili per il trimestre del 4% su base annua, la quale rappresenterebbe il primo calo degli utili dal terzo trimestre 2020.  Finora il principale protagonista della stagione è stato il settore finanziario, con ben 25 titoli che hanno alzato i propri veli.  Se da un lato si è assistito alla tenuta delle tendenze di spesa dei consumatori, dall’altro le banche si preparano a un futuro rallentamento, rivedendo al rialzo le riserve per potenziali inadempienze sui prestiti. Sul fronte del big tech, la prima azienda che nella scorsa settimana ha riportato i propri dati è stata Netflix la quale, sebbene abbia disatteso le aspettative sugli utili, è stata premiata dalla crescita, oltre le attese, dei suoi abbonati. Dato, quest’ultimo, che ha sostenuto il titolo in borsa, portando beneficio all’intero settore tecnologico.

Nel corso della settimana ben 93 società dello S&P500, pari a circa il 25% della capitalizzazione dell’indice, (tra cui 12 componenti del Dow Jones) offriranno al pubblico i propri risultati del quarto trimestre. Tra esse spiccano i grandi nomi quali Tesla, Microsoft, Visa, Mastercard, Intel, IBM, General Electric, Comcast, Chevron Johnson & Johnson e Boeing.

In prospettiva, gli analisti prevedono un calo degli utili per la prima metà del 2023, ma una crescita per la seconda metà del 2023. Nel dettaglio, per il 1° trimestre 2023 e il 2° trimestre 2023, le attese sono per un calo degli utili rispettivamente dell’-1,1% e dell’-1,2%, mentre per il Q3 2023 e il Q4 2023, gli analisti presumono una crescita rispettivamente del 4,6% e del 10,5%. Per l’intero anno le atteso sono per una crescita complessiva degli utili del 4,2%.

Oltre ai dati economici e societari, gli investitori hanno dovuto fare i conti con le incognite generate dal dibattito in corso sul tetto del debito degli Stati Uniti. Giovedì gli Stati Uniti hanno ufficialmente superato il limite di $31,4 trilioni e il Tesoro ha avviato “misure straordinarie”. Dal 1960, il tetto del debito è stato innalzato 78 volte, di cui 20 solo dal 2001. Accordo politico che spesso viene ad essere trovato all’ultimo minuto. Politica che, pur generando preoccupazioni, tende a non essere spesso considerato un driver deciso nelle performance di Wall Street. Negli ultimi eventi preoccupanti in tema di debito pubblico, in particolar modo quelli relativi al 1995, il 2011 (quando S&P ha declassato il rating degli Stati Uniti) e il 2013, i mercati hanno registrato una crescita media del 2,7% durante lo stallo e del 12.8% nei 12 mesi successivi l’accordo.

Agenda macroeconomica della settimana che vede i riflettori puntati nuovamente sugli Stati Uniti, con la lettura preliminare sul PIL per il quarto trimestre (giovedì 26) e dell’indice dei prezzi PCE (venerdì 27). Le attese sul PIL sono per una crescita del 2,6%, con il GDPNow della Fed di Atlanta che riporta una +3,5%. L’indicatore dell’inflazione preferito dalla Fed dovrebbe mostrare nuovi rallentamenti.  Inoltre, gli investitori presteranno molta attenzione agli ordini di beni durevoli (giovedì), ai dati sulla spesa personale e sul reddito (venerdì), ai dati sulle aspettative di inflazione ed infine sui PMI. Infine, Fed che entra nel periodo di Blackout, fino alla prossima riunione di febbraio.

In Canada è attesa la decisione di politica monetaria da parte della Bank of Canada, con attese per un nuovo aumento di 25 pb.

In Europa, l’attenzione sarà incentrata sui PMI, per capire l’evoluzione della crescita del Vecchio Continente. Altri spunti saranno offerti dall’indice Ifo tedesco e dalla fiducia dei consumatori. Sul fronte dei commenti BCE sono attesi per la settima quello Panetta, Holzmann e Lagarde (lunedì), dopo che nel weekend Knot ha detto di aspettarsi aumenti di 50 pb a febbraio e marzo, seguiti da altri interventi a maggio e giugno.

Mercati cinesi chiusi (23-27 gennaio) per le celebrazioni del Capodanno, con il nuovo anno che sarà sotto il nome del coniglio. Coniglio che proprio secondo l’astrologia cinese rappresenta un animale quieto, riservato, retrospettivo, meditabondo, ma soprattutto fortunato. L’augurio che serve per far ripartire la Cina, dopo gli effetti negativi della gestione Covid-19.

 

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