La risposta dei mercati e gli appuntamenti per questa settimana

Nella sinfonia suonata la scorsa settimana, nonostante le note stonate delle big statunitensi, i mercati chiudono in deciso rialzo, con lo S&P 500 in grado di uscire nuovamente dalla soglia di un mercato ribassista, delineato dalla linea di correzione del 20%. Circa il 10% delle società dello S&P 500 hanno chiuso la settimana in ribasso, con i rossi delle big in evidenza, ma con la tonalità di verde a dominare.

Figura 1 Performance settimanale della scorsa settimana per le società dello S&P 500

In evidenza soprattutto il Dow Jones, il quale è tornato a scambiare al di sopra della media mobile a 200 periodi, da venerdì scorso non chiude una seduta in negativo ed infine da inizio mese registra uno straordinario +14%, in progresso per il più grande aumento mensile dal gennaio 1987. Di interesse, inoltre, i doppiaggi di rendimento nella scorsa settimana che sia lo S&P500 e Nasdaq 100 equiponderati (ovvero con uguali pesi tra le loro singole componenti) hanno realizzato rispetto ai “meno democratici” indici. Prestazione che anche da inizio anno vede la loro sovraperformance. Meta e Alphabet scendono al di sotto della soglia psicologica dei $100. Con i mercati ancora in deciso territorio negativo e con le aspettative di un percorso meno accelerato al rialzo da parte della Fed, in attesa di maggiori notizie in questa settimana, gli acquisti sui mercati avrebbero potuto essere letti con maggiore forza dagli investitori, ora le preoccupazioni sono se le paure delle Big americane siamo premonitori o meno di rallentamenti nell’economia statunitense. Di fatto, nella lettura del bicchiere mezzo pieno il segnale positivo proviene dalla risposta immediata dei mercati, con gli investitori che hanno proseguito con gli acquisti. Lo spettro di un incombente recessione economica sembra, per il momento, non rappresentare un problema per gli investitori azionari. Una Fed accomodante e un’inflazione inferiore alle attese avrebbero più che compensato l’eventuale debolezza degli utili. La paura di perdere il rally aumenta, sebbene di pari passo crescono i rischi.  Delle 263 società dello S&P 500 che hanno finora comunicato gli utili per il 22° trimestre, il 73,4% (in leggera flessione dal 74,7% della scorsa settimana) ha riportato guadagni superiori alle stime degli analisti. Questo dato si confronta con una media a lungo termine del 66,2% e con una media dei quattro trimestri precedenti del 78,1%.

In tale scenario si continua ad osservare il clima (temporaneo) favorevole al comparto azionario, offerto dal calo sui rendimenti dei Treasury a 10 anni, del dollaro statunitense e del Vix.   Mentre preoccupa la situazione sulla curva dei tassi Usa, con lo spread tra il rendimento a 10 anni e tre mesi in territorio negativo.

Continua la stagione delle trimestrali con i grandi nomi quali Berkshire Hathaway, NXP Semiconductors, Avis Budget Group, Eli Lilly, Pfizer, Toyota Motor, BP, Uber, Airbnb, Qualcomm, CVS Health, Booking Holding, Humana, Yum Brands, ConocoPhillips, Amgen, Paypal, Starbucks, Duke Energy, Dominion Energy, Hershey e DraftKings. Mentre in Europa nomi del calibro di BP, Ferrari, GSK, BMW ed Enel sono solamente alcuni dei nomi attesi.

Per quanto riguarda l’agenda macroeconomica sarà una settimana molto intensa negli Stati Uniti, con la decisione di politica monetaria da parte della Federal Reserve (mercoledì) e con i dati mensili sul mercato del lavoro (venerdì). Banche centrali che saranno protagoniste anche per Regno Unito, Australia e Norvegia.

Restando in America, tra le pubblicazioni rilevanti si segnalano la variazione dell’occupazione ADP, le aperture di posti di lavoro JOLTs, la bilancia commerciale e i PMI.

Nel Regno Unito, i mercati scommettono per una Bank of England più aggressiva, con un rialzo di 75 pb, dopo che l’inflazione è tornata su massimi di 40 anni fa e l’incertezza politica è scesa con la nuova nomina di Rishi Sunak.

In Europa sono attese le letture preliminari sul PIL, il quale ci si auspica per un’espansione, dopo la sorpresa tedesca. Allo stesso tempo, il tasso di inflazione sarà al centro dell’attenzione, dopo le crescite a doppia cifra per Berlino e Roma.   Proprio in Italia, saranno giorni intensi per il nuovo presidente del Consiglio Giorgia Meloni, la quale è attesa ad importanti riunioni europee con il faccia a faccia con la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel e la presidente dell’Europarlamento Roberta Metsola.

In Cina, dopo le forti vendite sul mercato azionario della scorsa settimana, i riflettori saranno puntati sui dati PMI di ottobre. Si attende anche il saldo delle partite correnti per il 3° trimestre.

Giornata odierna importante anche sul fronte energetico con l’OPEC che pubblicherà alle ore 14: 30 italiane il suo Outlook sul mondo del greggio. Con il prezzo del greggio in prossimità di chiudere il mese al rialzo, situazione che non si verifica dallo scorso maggio, e le diatribe, ormai pubbliche, tra Arabia Saudita e Stati Uniti sulla gestione dell’offerta, con il cartello pronto a nuovi ampi tagli alla produzione finalizzata a mantenere alti i prezzi, anche se le motivazioni ufficiali sono per venti contrari dell’economia e la necessità di proteggere l’industria petrolifera.

Nel mondo delle criptovalute, dopo 5 settimane consecutive di incertezza e assenza di una vera e propria direzionalità, la capitalizzazione complessiva ha registrato un deciso strappo al rialzo, portando a casa un +8,25% – sebbene ancora sotto il trilione di capitalizzazione. In luce soprattutto Dogecoin, la criptovaluta “preferita” da Elon Musk, la quale ha registrato un rialzo di oltre il 90%, passando da 0.06 a 0.1176 dollari. A sostenere il prezzo l’entusiasmo generato dalla notizia dell’acquisizione di Twitter da parte del magnate di Tesla.

In rialzo anche Bitcoin, per la seconda settimana consecutiva, tuttavia ancora all’interno del suo range laterale dei 17-25 mila dollari. Meglio Ethereum (ETH), il quale ha avuto un rally più forte, in rialzo del 20% durante la settimana, sebbene ancora leggermente al di sotto delle quotazioni pre Merge. Dominance di Bitcoin che registra un calo al 40%, offrendo segnali positivi sull’intero ecosistema.

 

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