La reazione dei mercati

Continua il buon umore sui mercati, nonostante la rilevazione di una serie di notizie deludenti. Ma, come ormai ben sappiamo, in tale mondo capovolto, a dati negativi corrispondono reazioni positive da parte degli operatori. Questo in quanto i rischi di recessione generano quelle pressioni al ribasso/frenata sul percorso di rialzi dei tassi d’interesse che, in questo momento, rappresentano il vero spauracchio sui listini.

Ieri le letture PMI in Europa e negli Stati Uniti, soprattutto manifatturiere, hanno registrato un’ulteriore accelerazione al ribasso. Regno Unito, Germania e Stati Uniti guidano rispettivamente le maggiori preoccupazioni dei direttori degli acquisti per il mese di ottobre. Stati Uniti che scendono inoltre sotto la soglia della soglia dei 50 punti (area che delimita l’espansione da contrazione economica).

Nel Vecchio Continente a tonificare l’umore degli investitori ci ha pensato anche il gas. Il tanto atteso inverno sembra non incutere più paura agli investitori, almeno al momento. Il prezzo dei futures TTF per novembre è sceso sotto la soglia dei 100 euro/MWh, la prima volta da giugno, e in calo di oltre il 70% dai massimi del 26 agosto. Gli alti livelli di stoccaggio, i recenti interventi politici, il clima maggiormente più mite, la maggiore offerta di energia rinnovabile, la minore (voluta o meno) domanda di consumo e il raffreddarsi della speculazione rialzista (con un 70% di correzione non si può escludere che non si sia speculato anche al ribasso) sono tutti fattori che hanno giovato ai prezzi, sebbene non bisogna dimenticarsi come tali quotazioni rappresentano ancora quasi il quintuplo della media dei prezzi degli ultimi 5 anni. Inoltre, attenzione a quel eccessivo ottimismo, con la curva dei futures ancora in contango.

Nel giorno del debutto del nuovo Governo Meloni la risposta di Piazza Affari resta positiva. Piazza Affari chiude ad un +1,93% e lo spread in calo di 6,4 punti a 227, inferiori alle valutazioni del 25 settembre (giorno delle elezioni). A rubare tuttavia il palcoscenico alla neo premier italiana le notizie pervenute dal XX Congresso del partito cinese e la nomina del nuovo Primo Ministro inglese. Due eventi la cui reazione dei mercati è stata diametralmente opposta: di vendite per la Cina (con il Nasdaq Golden Dragon Index in calo di quasi il 14%) e di acquisti (soprattutto grazie al crollo dei rendimenti dei Gilt) nel Regno Unito. Negli Stati Uniti l’articolo del Wall Street Journal di venerdì continua a sollevare speculazioni sul percorso futuro della Fed, meno falco, sostenendo l’attuale rimbalzo. La seduta ha tuttavia visto il settore difensivo sovraperformare.

Con oltre 160 società dell’S&P 500 attese per la settimana alla prova delle trimestrali, ovvero circa il 46% della capitalizzazione di mercato dell’indice, i mercati potrebbero brillare di luce propria. Oggi sono in particolare attese le pubblicazioni per Alphabet e Microsoft, Meta mercoledì e Apple e Amazon giovedì, tutti dopo la chiusura del mercato.

Seduta asiatica che ha assistito al rimbalzo odierno per l’azionario cinese, dopo le forti vendite degli ultimi giorni, e nuovi minimi per lo Renminbi, evidenziando come una valuta debole sia accolta positivamente dai responsabili politici.

Nella giornata odierna è attesa in Germania, l’indagine IFO sulle aspettative delle imprese, il quale dovrebbe registrare un ulteriore calo, rispecchiando il debole rapporto PMI di ieri per il settore manifatturiero. Tra inflazione elevata e rischi di recessione le ripercussioni di Berlino sull’Eurotower potrebbero rendere non semplice le prossime decisioni della Bce.

Negli Stati Uniti, sebbene l’attenzione resterà sulle trimestrali, il sondaggio del Conference Board degli Stati Uniti sulla fiducia dei consumatori così come l’andamento dei prezzi delle case potrebbe essere oggetto di attenzione.

 

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