iPhone Compie 18 Anni: La Maturità del Touchscreen

L’anno nuovo si apre come un grande sipario, con gli occhi puntati su un palcoscenico di speranze e incertezze. Si sussurra nei salotti finanziari che il 2025 sia destinato a un’ascesa del 12% per l’S&P 500.Eppure, come in ogni grande opera, non mancano i contrappunti dissonanti, segnali di fragilità che scuotono l’equilibrio.

Dicembre ci ha lasciato con un “Rally di Babbo Natale” dal sapore amaro, un regalo mai arrivato sotto l’albero degli investitori. Le luci natalizie hanno illuminato più ombre che certezze, e il sentiment degli investitori, come mostrano gli indici AAII e NAAIM, è scivolato su pendenze gelide. Nonostante valori ancora positivi, il calo di fiducia è una crepa che si fa strada nel ghiaccio.

 

Ma si sa, il mercato è un mare capriccioso, e la vera protagonista di questo anno sembra essere la volatilità: un’onda irrequieta che si infrange contro le scogliere delle certezze. Gli investitori tornano dalle vacanze come marinai che scoprono che il vento è cambiato. Tra un’inflazione che resiste come un fuoco lento in America e in Europa, e una Cina in deflazione che sembra il riflesso opposto e paradossale, i timori si accumulano come nuvole nere all’orizzonte.

Sul piano commerciale, si intensificano le sfide: non si tratta più solo delle provocazioni sui social di figure come Donal Trump ed Elon Musk, ma anche delle scelte strategiche della Casa Bianca. L’amministrazione Biden, infatti, sta progettando un ulteriore giro di vite sulle restrizioni all’esportazione di chip per l’intelligenza artificiale (motore del bull run). A queste si sommano pressioni di natura energetica, climatiche, e un panorama comunicativo in cui ogni dichiarazione sembra amplificare l’instabilità.

Partendo proprio da quest’ultimo tema i verbali pubblicati ieri del FOMC rivelano un quadro più complesso e incerto rispetto a quanto comunicato nella conferenza stampa. Termini come “incertezza”, “rischi al rialzo per l’inflazione” e “stallo del processo di disinflazione” indicano un approccio prudente e sottolineano preoccupazioni che potrebbero non essere state pienamente assorbite dal mercato.

Esaminando i verbali del FOMC rispetto alla conferenza stampa di Powell, emergono alcune sfumature e preoccupazioni

  1.       Ripetizione del termine “incertezza” – La parola “incertezza” appare più volte nei verbali per sottolineare le difficoltà nel fare previsioni. Questa incertezza è attribuita a cambiamenti potenziali ma non definiti in politiche commerciali, fiscali e migratorie. Nei verbali si legge che i partecipanti hanno approcci diversi nel gestire queste variabili nelle loro proiezioni, con alcuni che le incorporano solo parzialmente​. Questo punto non è stato enfatizzato nella conferenza stampa, ma è cruciale: i policymaker stanno affrontando un quadro più complesso e imprevedibile rispetto a quanto comunicato pubblicamente.
  2.     Rischi legati a politiche commerciali e globali – Nei verbali, emerge una maggiore attenzione ai potenziali impatti inflazionistici di cambiamenti nelle politiche commerciali e alle vulnerabilità delle catene di approvvigionamento globali. Questi rischi, definiti “upside risks” per l’inflazione, sono visti come elementi che potrebbero prolungare il processo di disinflazione, ma sono stati appena accennati da Powell​.
  3.     “Approccio graduale” come priorità – I verbali evidenziano che “l’approccio graduale” nella normalizzazione della politica monetaria è visto come essenziale in un contesto di elevata incertezza. Questo tema è emerso in modo meno esplicito nella conferenza stampa, ma nei verbali è descritto come un elemento fondamentale per evitare errori di policy in un momento delicato​.
  4.     Disinflazione temporaneamente “in stallo” – I verbali indicano che alcuni membri hanno percepito un temporaneo “stallo” nel processo di disinflazione, una valutazione che Powell non ha enfatizzato durante la conferenza stampa. Questa percezione riflette una preoccupazione più marcata per i rischi inflazionistici rispetto al tono relativamente ottimistico di Powell​.
  5.     Differenze di opinioni tra i membri del FOMC – Le differenze di opinione all’interno del comitato sono emerse chiaramente. Alcuni membri hanno preferito mantenere i tassi invariati, segnalando preoccupazioni per un’inflazione più persistente del previsto. Questo dissenso non è stato enfatizzato nella conferenza stampa, ma riflette un dibattito interno significativo.
  6.     Persistenza delle pressioni salariali – Infine, i verbali riconoscono che la crescita dei salari nominali, pur rallentando, rimane leggermente superiore ai livelli compatibili con un’inflazione al 2%. Questo dettaglio sottolinea che le pressioni inflazionistiche non sono del tutto svanite e che il mercato del lavoro continua a rappresentare una sfida.

L’iPhone compie 18 anni: la rivoluzione che ha trasformato il mondo e Apple stessa

Oggi l’iPhone celebra un compleanno speciale: i suoi 18 anni. Era il 9 gennaio 2007 quando Steve Jobs, sul palco del Macworld, presentò il primo modello di iPhone. Un evento che non solo segnò una svolta nelle nostre vite, ma ridefinì il futuro dell’intera industria tecnologica e di Apple.

All’epoca, la casa di Cupertino non figurava nemmeno tra le prime 10 aziende per capitalizzazione di mercato. Oggi Apple è leader (in lotta con Nvidia) con una market cap di circa 3.686 miliardi di dollari, lasciandosi alle spalle giganti storici come Microsoft ed ExxonMobil.

Prima del lancio dell’iPhone, nel dicembre 2006, l’82% del fatturato di Apple proveniva dai prodotti tradizionali: il Mac contribuiva per il 34%, mentre il 48%, proveniva da Wearables, Home e Accessori. L’iPhone era ancora un’idea, e i servizi rappresentavano solo il 18% del fatturato, generando circa 1,2 miliardi di dollari trimestrali. Tuttavia, già nel settembre 2007, pochi mesi dopo il lancio, gli iPhone contribuivano al 7% del fatturato trimestrale, pari a circa 480 milioni di dollari su un totale di 6,6 miliardi di dollari. Oggi, quei numeri sembrano quasi simbolici rispetto ai risultati attuali:

  •         L’iPhone rappresenta il 49% del fatturato di Apple, con picchi che hanno raggiunto il 69% in passato.
  •         Nell’ultimo trimestre, il solo il segmento Phone ha generato 46 miliardi di dollari, su un fatturato complessivo di poco meno di 95 miliardi.

 

L’espansione dell’ecosistema Apple è evidente anche nei numeri legati ai servizi, che hanno visto una crescita impressionante. Da un contributo di 1,2 miliardi nel 2006, i servizi oggi rappresentano 25 miliardi di dollari, equivalenti al 26% del fatturato complessivo. La loro importanza strategica è amplificata dai margini lordi, che si attestano attorno al 74%, ben superiori a quelli dei prodotti fisici.

Con una base installata attiva di 2,27 miliardi di dispositivi (tra iPhone, Mac, iPad e altro), Apple ha costruito un ecosistema unico, che continua a rafforzare la fidelizzazione degli utenti e a trainare sia le vendite di hardware che i ricavi da servizi. Con gli iPhone arrivati alla loro 16ma edizione, a fine 2024, gli iPhone attivi nel mondo hanno raggiunto quota 1,204 miliardi. Contemporaneamente, la base nuova installata di iPhone è cresciuta fino a 871 milioni, a dimostrazione della capacità di Apple di attrarre costantemente nuovi utenti nel proprio ecosistema e alimentando la crescita dei servizi, una componente strategica sempre più centrale per l’azienda.

L’iPhone ha trasformato il modo in cui viviamo, abbattendo le barriere fisiche e connettendo il mondo come mai prima. Ma questa connessione ha un prezzo: ci ha reso iperconnessi al lavoro, mentre ha spesso aumentato la distanza nei momenti in famiglia, con l’attenzione rubata da uno schermo che continua a monopolizzare le nostre vite.

Oggi, a 18 anni dal lancio, non celebriamo solo un dispositivo, ma una rivoluzione che ha ridefinito il nostro rapporto con la tecnologia e ha reso Apple l’azienda più influente del pianeta.

 

Nota: Ricordiamo che il mercato azionario resterà chiuso giovedì 9 gennaio, in occasione della giornata di lutto nazionale e dei funerali di Stato dell’ex Presidente Jimmy Carter.

 

 

Gabriel Debach

eToro Italian Market Analyst

 

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