Inversione di rotta o semplicemente volatilità?

Giornata da luna park, ovvero da montagne russe e con lieto fine, quella alla quale abbiamo ieri assistito sui listini americani e di riflesso sui listini europei e globali.

Si rispolverano e si aggiornano così le statistiche, con lo S&P 500 in grado di invertire un calo intraday del 2,4% per poi chiudere in profitto. Situazione la cui ultima volta si era verificata il 5 luglio 2022 ma soprattutto registrando il maggior recupero, dopo cali del 2% dal 2011.

Rialzo e ritorno alla propensione al rischio da parte degli investitori che si è verificata, in maniera del tutto inattesa, nonostante il dato sull’inflazione al consumo negli Stati Uniti abbia decisamente deluso le aspettative. I dati rafforzano infatti le aspettative di nuove strette da parte della Fed con le probabilità a novembre di un rialzo di 75 pb ora quasi prezzata al 100% e al 64% quelle di un analogo rialzo a dicembre. L’indice dei prezzi al consumo, infatti, resta sopra l’8 per cento (ora all’8,2%), e la componente core (depurata dalla volatilità di energia e prodotti alimentari) sale al 6,6%, ovvero su massimi dal 1982. Guardando il bicchiere mezzo pieno il dato dell’inflazione mostra il terzo calo consecutivo dell’IPC, dall’altra parte il dato è stato aiutato soprattutto dal calo dei prezzi della benzina. Ci si domanda ora se tale componente possa essere di aiuto nei prossimi mesi, tra rialzi del greggio e forti tensioni tra Washington e Riyad (sia private che pubbliche).

La rassegna di ieri si è chiusa con le Borse europee in rialzo per la prima volta dopo sei sedute consecutive di perdite al traino di una Wall Street, la quale interrompe invece la serie di cinque sedute al ribasso. Rialzi sul mercato azionario che vengono ad essere accompagnati dai cali sul decennale USA, il quale ha ieri infranto il tetto del 4% per poi indietreggiare. Cali sul VIX e anche del dollaro USA, il quale cede ieri oltre lo 0,7% nei confronti dell’euro e so

Cosa ci sia dietro l’inversione resta discutibile. Alcuni individuano nei supporti tecnici la ragione del rimbalzo, altri negli hedger di opzioni, i quali si sono trovati costretti a chiudere le posizioni corte quando gli investitori hanno registrato profitti dalle opzioni put durante il sell off. Infine, non dovremmo neanche dimenticare i primi barlumi di speranze all’interno dei risultati della stagione degli utili, con il settore bancario che ieri ha guidato i rialzi e che oggi vede le pubblicazioni di Morgan Stanley, JP. Morgan, Citi e Wells Fargo.

Il Regno Unito continua a restare al centro della turbolenza nel Vecchio Continente. Crescono le pressioni dei parlamentari conservatori affinché la Neopremier Liz Truss elimini ulteriori elementi del pacchetto fiscale, in particolare il taglio dell’imposta sulle società per 17 miliardi di sterline. Inoltre, negli ultimi giorni del programma di acquisto della BoE, la banca centrale ha acquistato 4,7 miliardi di sterline di gilt nell’asta di giovedì, che i mercati hanno interpretato come un segno che i fondi pensione stavano approfittando dello strumento. Come possiamo intuire le cause di questi movimenti restano labili e nuovi venti di incertezza potrebbero nuovamente soffiare su Londra.

Per la giornata odierna gli Stati Uniti restano al centro dell’attenzione con le vendite al dettaglio di settembre che offriranno ulteriori informazioni sullo stato di salute dei consumatori statunitensi. È inoltre prevista la pubblicazione del dato sulla fiducia dei consumatori dell’Università del Michigan per il mese di ottobre, così come sull’indice delle aspettative di inflazione a 5-10 anni.

Domenica la Cina darà il via al 20° Congresso nazionale del partito comunista, intanto la lettura odierna sull’inflazione al consumo cinese è salita al 2,8% con l’inflazione alimentare che sostiene la crescita. I prezzi dei prodotti alimentari sono infatti aumentati dell’8,8% su base annua, accelerando rispetto all’aumento del 6,1% del mese precedente e facendo registrare il ritmo più sostenuto dall’agosto 2020.

 

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