Invasione russa affonda i mercati e spinge al rialzo le materi prime. In attesa di nuove sanzioni.

Alla fine, purtroppo la diplomazia ha fallito, lasciando il campo alle armi.  Gli eventi in Ucraina stanno trasformando il virologo da poltrona di ieri nell’Alessandro Magno di oggi.

Mercati europei che nella sessione di ieri hanno brindando alle notizie di sanzioni più leggere nei confronti della Russia, come l’ultima cena per un condannato a morte, dimenticandosi del domani. Ma questa non è la prima volta, listini europei infatti caratterizzati nelle ultime giornate non dalla razionalità ma bensì dalla singola notizia.

Notizie che spesso provengono dall’intelligence americana e che portano a correzioni nelle ultime ore di contrattazioni.

Negli Stati Uniti le rimarcate pubblicazioni dell’intelligence su un imminente attacco russo (purtroppo avveratosi) e gli attacchi informatici ai siti delle banche ucraine e siti web governativi – a dimostrazione della debolezza del governo ucraino e delle sue infrastrutture, in una guerra anche psicologica – hanno fatto virare al ribasso le performance azionarie.

Giornata odierna che alle 5:45 del mattino, orario di Mosca (le 3:45 in Italia), ha visto l’annuncio televisivo da parte del Presidente Putin della decisione di attacco militare in Ucraina. Una dichiarazione di guerra a cui subito dopo fanno seguito le prime notizie di esplosioni, non solo nei territori contesi me perfino nella capitale ucraina di Kiev.

Passaggi dell’annuncio televisivo rivolti anche per gli altri Paesi: “Siamo pronti a tutto” (minaccia Putin).  “Per tutti coloro che dall’esterno cercheranno di interferire: la risposta della Russia porterà a conseguenze che non avete mai sperimentato. La politica dell’impero della menzogna si basa sulla forza bruta e sappiamo che la vera forza è nella giustizia e nella verità, che è dalla nostra parte. La sicurezza della patria sarà garantita in modo affidabile”.

Si susseguono le dichiarazioni di condanna da parte dei leader mondiali e nella giornata è atteso la riunione dei leader del G7 per imporre sanzioni più severe nei confronti della Russia

Si parla di sanzioni sul sistema bancario, con la rimozione dai circuiti Swift, di divieto di esportazione di semiconduttori nel territorio russo. La Russia è infatti vulnerabile in quanto non produce semiconduttori di fascia alta necessari per l’informatica avanzata, un’area dominata da Taiwan, Corea del Sud, Stati Uniti, Europa e Giappone. Da monitorare tuttavia le azioni (non le parole) della Cina, principale partner strategico e commerciale della Russia, basti pensare come Mosca detenga la maggior parte della sua valuta estera in yuan cinesi. Difficile pensare che Putin si sia mosso senza prima consultare il suo vero principale “alleato” (non ufficiale).

La Russia minaccia ritorsioni ad eventuali sanzioni occidentali. Effetti che avrebbero impatti sulle materie prime. Di seguito sono infatti riportati le quote di Mosca nella produzione globale (fonte Goldman Sachs):

  • Dall’energia: petrolio (11%) e gas (17%)
  • Metalli: Palladio (43%), vanadio (25%), platino (14%), alluminio (6%), nickel (13%), titanio (16%) e acciaio (4%)
  • Metalli preziosi: gemme/diamanti (29%) e oro (10%)
  • Agricoli e fertilizzanti: Potassio (20%), orzo (13%), grano (11%) e rocce fosfatiche (7%)

Risposta dei mercati, all’invasione russa, che è stata caratterizzata appunto dai crolli sui listini azionari e rialzi sulle materie prime.

Forti rialzi su tutti i metalli, con l’alluminio che vede un +5.15% (+23% da inizio anno), nickel +4.92% (+23% da inizio anno), palladio +3% (+34% da inizio anno)

Nel settore energetico salgono i prezzi del gas naturale americano +6.14% (+30% da inizio anno), petrolio WTI +5.85%, a 97$ al barile – su valori di agosto 2014, (+29% da inizio anno). Nonché il prezzo del gas europeo, con i futures TTF che registra un +28% a 114.24 euro/MWh

Crescono anche i prezzi delle materie prime con il grano +5.9% (+20% da inizio anno), il mais +5.47% (+21% da inizio anno) e l’olio di soia statunitense +5.31% (+32% da inizio anno).

Mercati azionari in panico. Il future sul DAX 40 (GER40) vede oggi già aprire in calo di quasi il 4%, con oltre 550 punti di flessione, l’indice americano S&P500 del -2.23% e il Nasdaq di poco meno del 3%. Indici globali che sempre di più entrano in zone di correzioni – flessioni di oltre il 10% dai precedenti massimi – e con il NASDAQ 100 che nuovamente entra in territorio di recessione (-20% dai precedenti massimi) – l’ultima volta era marzo 2020, covid-19.

Nuovo record storico per la coppia USDRUB a 87.17, con il rublo quindi in forte calo, e la Borsa di Mosca che ha sospeso le negoziazioni su tutti i suoi mercati fino a nuovo avviso.

Prepariamoci ad una giornata di forti correzioni, ma attenzione a non farsi prendere dal panico sulle scelte del nostro portafoglio!

Trimestrali:

Trimestrali odierne che vedono protagoniste: AB InBev, Axa, Bouygues, Safran, Saint-Gobain, Mercedes-Benz, Deutsche Telekom, Telefonica, Anglo American, BAE Systems, WPP, Rolls-Royce e Lloyds Banking Group.

In America riflettori su Alibaba, Moderna, Nikola, Norwegian Cruise line, American Tower, Coinbase, Block, Beyond Meat e Zscaler solo per citare alcuni nomi

Calendario Macroeconomico Appuntamenti macroeconomici che saranno probabilmente nuovamente tralasciati dagli investitori, i quali restano incollati sulle notizie sul fronte ucraino.

Sul fronte dei dati, sono attesi i dati sulla fiducia dei consumatori francesi per febbraio.

In America sono attese le pubblicazioni sulle richieste settimanali di sussidi di disoccupazione. Nonché una serie di oratori di membri di banche centrali, tra cui Schnabel della BCE e Daly, Bostic, Barkin e Mester della Fed.

Criptovalute: L’alta correlazione tra criptovalute e mercati azionari continua a portare al ribasso l’intero comparto. La capitalizzazione complessiva è scesa a $1.58 trilioni e negli ultimi 7 giorni (dal 17 febbraio) il valore ha visto cedere ad oggi il 20%, pari a 392 mld di dollari. Cresce la dominance di Bitcoin, attualmente al 42.37% (ad inizio anno rappresentava il 40%).

Come possiamo osservare oro e bitcoin ormai viaggiano al contrario, con il primo che offre protezione nei confronti dell’azionario (e del panico) e il secondo che invece lo segue.

Il Bitcoin torna nuovamente ad essere scambiato sui $35mila ed Ethereum sui $2365. Proprio il co-fondatore di Ethereum, Vitalik Buterin ha preso posizioni a favore dell’Ucraina, pubblicando mercoledì il suo pensiero secondo cui l’invasione russa “è un crimine contro il popolo ucraino e russo”.

Tutto questo quando in America si attende l’ordine esecutivo – che secondo quanto riferito includerà una strategia per la valutazione di una valuta digitale della banca centrale (CBDC) – che potrebbe arrivare questa settimana. L’ex candidato presidenziale e sindaco di New York City Andrew Yang ha dichiarato a ETHDenver di essere ottimista sull’imminente ordine esecutivo. Yang ha annunciato la scorsa settimana un DAO per finanziare le lobby pro-Web3.

Shiba e Metaverso: Gli sviluppatori dietro Shiba Inu ($SHIB) hanno rivelato che intendono rilasciare 99.000 appezzamenti di terreno nello Shiberse, l’imminente Metaverse della criptovaluta. 35.000 di questi lotti saranno venduti ai possessori di token $LEASH.

GER40

Forti vendite sul principale listino tedesco, il quale combatte per il mantenimento dell’area di supporto in area 14.000. Una eventuale sua rottura potrebbe spingere l’indice a testare l’area dei 13.500 ed in estensione dei 13.000.

Come possiamo osservare sull’RSI notiamo la presenza di un triangolo, la cui rottura potrebbe spingere i ribassi sui prezzi, cosi come la salita dell’ADX (sopra 32) mostra una forte direzionalità del mercato.

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