Inflazione USA più bassa delle stime, il tapering si allontana

Il dato sull’inflazione negli Stati Uniti di ieri è certamente considerabile come il principale market mover di questa settimana, in un periodo in cui i mercati non offrono particolari spunti di riflessione, anche per via della ridotta operatività di molti operatori.

Il Consumer Price Index non è la misura utilizzata dalla FED per valutare l’inflazione ma il dato di ieri è in ogni caso significativo. In particolare, il dato core, che esclude il costo dell’energia e dell’alimentare, ha mostrato un rialzo mensile inferiore alle stime degli analisti (+0.3% vs 0.4% stimato), fornendo maggior sostegno all’ipotesi secondo cui l’inflazione sia destinata a restare transitoria e ad oggi in ogni caso un problema limitato per gli investitori.

Da rilevare la reazione degli indici azionari, con il Nasdaq che è andato a chiudere una seduta in flessione, mentre S&P500 e DOW Jones sono andati registrare nuovi massimi storici. In particolare il DOW ha segnato la performance più marcata, a conferma di come questo dato potrebbe fornire maggior slancio alla componente value del mercato azionario, essendo il rischio inflazione ad oggi meno imminente di quanto prefigurato nelle settimane precedenti.

Positiva la gran parte degli 11 settori principali dell’S&P, che hanno chiuso in maniera generalizzata a rialzo, con i comparti delle utilities, dei materiali di base e degli industriali a guidare i rialzi di giornata. Sul piano delle storie societarie, da sottolineare le ottime performance di Caterpillar, Deere e Nucor, che hanno confermato le performance della sessione precedente, sulle speranze di poter trarre beneficio dai progetti infrastrutturali legati alla nuova legge in via di approvazione al Congresso.

Infine, non stupisce in questo quadro anche la reazione dei rendimenti dei titoli di stato USA, rimasti sostanzialmente inalterati dopo alcuni giorni di forte rialzo, dal minimo recente di 1.1350% della settimana passata.

Sul piano macroeconomico oggi sono attesi i dati nel Regno Unito relativamente a produzione industriale e alla stima rapida del PIL per il secondo trimestre. Negli Stati Uniti oggi è il giorno dei dati sui sussidi settimanali di disoccupazione, chiamati a confermare i miglioramenti significativi registrati nelle ultime settimane.

TECHNICALS IN FOCUS

AMZN

La debolezza di Amazon a seguito del rilascio dei numeri non accenna ad esaurirsi, con il titolo che ha rotto la sua trendline rialzista principale, che congiunge i minimi crescenti che partono dal Marzo 2020, ed ora scambia intorno alla MM a 200 giorni. Una flessione al di sotto dei livelli attuali proietterebbe il titolo verso area $3.120 e successivamente area $3.000. Il titolo continua ad evidenziare debolezza ma l’RSI gira intorno ad area 30, un livello che storicamente ha portato a rimbalzi significativi. Sugli altri timeframe il titolo evidenzia ancora indecisione ma il raggiungimento di livelli di supporto significativi potrebbe fornire opportunità interessanti e, in ragione di ciò, è importante monitorarne la dinamica in questa fase.

COCOA

Il Cacao viene da una fase di prolungata lateralità, che ha dato vita ad una lenta fase di accumulazione, culminata con la rottura a rialzo della MM a 200 giorni nella giornata di ieri. Il primo target a rialzo è in area $2.580, dove passa la trendline ribassista che congiunge i massimi decrescenti che partono dal Febbraio 2020. Il target successivo a rialzo è in area 2.660 e successivamente area 2.770, massimo di Dicembre 2020. L’RSI evidenzia la classica dinamica di un movimento di accumulazione e conferma la pressione rialzista venutasi a creare nel corse delle ultime settimane. Considerando la volatilità dello strumento si consiglia di operare con l’uso di stop-loss e porre attenzione al money management. Area 2.300 è il livello al di sotto del quale torneremmo ad osservare debolezza generalizzata sullo strumento.

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