Inflazione negli Stati Uniti e perdite sul PEG di UST

Ci siamo. Il grande giorno è finalmente arrivato. Gli investitori potranno oggi meglio decifrare il futuro dei mercati e del percorso della Federal Reserve (Fed), grazie alla lettura del dato sulla crescita dei prezzi al consumo, atteso per le 14:30 CET. Valore che, nella sua ultima lettura di marzo, ha corso sui massimi di dicembre 1981, al 8,5% a/a. Le previsioni sono per un possibile rallentamento ad aprile al 8,1% a/a dato che, se confermato, potrebbe allentare le pressioni dei mercati su un rialzo a giugno da 75 punti base. Proprio a riguardo del percorso sui rialzi dei tassi, ieri Loretta Mester (Presidente della Fed di Cleveland) ha rimarcato come la Fed stia valutando un incremento di mezzo punto percentuale a giugno (e luglio), per poi meglio comprendere il percorso a seconda dei dati ricevuti.  Sulle preoccupazioni degli effetti collaterali di un rialzo dei tassi, Christopher Waller (Direttore di ricerca della Fed di St. Louis) ha riportato come un rialzo non stia generando un grande impatto sulla disoccupazione. Tornando al tema inflazione, un eventuale rallentamento potrebbe dare un sospiro di sollievo ai mercati e soprattutto ai titoli tecnologici, con il Nasdaq 100 che viaggia ad un -24,35% da inizio anno.

Sessione asiatica che ci porta notizie contrastanti, ma soprattutto ventate di ottimismo, con molti dei suoi indici scambiati in territorio positivo. Da una parte l’inflazione al consumo in Cina ha visto un’accelerazione al 2,1% ad aprile, rispetto al 1,5% di marzo, registrando la lettura più alta dallo scorso novembre. Dato che resta tuttavia ancora all’interno degli obiettivi della PBoC del 3% per quest’anno. Calano invece le pressioni sui prezzi alla produzione, con la lettura di aprile al 8%, in calo rispetto al 8,3% di marzo. La notizia positiva è che le nuove infezioni di Covid-19 sono in calo a Shanghai, città alle prese con un lockdown che dura da sei settimane, e, soprattutto, che non sono stati segnalati nuovi casi al di fuori delle aree sotto quarantena. Dati, questi ultimi, che hanno generato un certo sollievo nella speranza di un eventuale futuro allentamento sulla città. Lockdown su Shanghai che è stato persino discusso da Elon Musk con il governo di Pechino, dove stando alle dichiarazioni del magnate americano le restrizioni sarebbero prossime alla rimozione.

Gas europeo di nuovo al centro delle preoccupazioni in Europa. L’Ucraina ha infatti riportato la chiusura del transito di gas russo attraverso la rotta Sokhranivka, poiché le forze di occupazione controllano il territorio della regione separatista di Lugansk. La notizia è importante in quanto in Ucraina passa circa un terzo del gas russo verso l’Europa, di questo il transito su Sokhranivka rappresenta circa il 27%. Mentre il gestore del sistema ucraino riporta che il gas potrebbe essere reindirizzato su Sudzha (l’altro transito in Ucraina), la russa Gazprom smentisce l’ipotesi. Notizie che scaldano i prezzi del gas europeo, con il TTF olandese che scambia in area dei 100 euro per megawattora. Ad evitare maggiori crescite sui prezzi le previsioni meteorologiche di una temperatura più calda e le consegne abbondanti di Gnl.

Mercato delle criptovalute e della DeFi che combatte la sua vera battaglia con UST, la stablecoin di Terra. Il token, passato alla fama per un’offerta di interesse di circa il 20%, continua a perdere lo scontro sul PEG, con le attuali quotazioni che vedono il token a $0,3924. Una Caporetto per una stablecoin, attualmente troppo lontana dalla parità sul dollaro.  Essendo una (cripto)valuta, UST non poteva essere immune da speculazioni alla sua credibilità. Come nel mercato reale abbiamo assistito ad assalti nei confronti della sterlina, del franco svizzero, della lira italiana anche la stablecoin di Terra (UST) è, in questi giorni, al centro della medesima attenzione, dopo aver perso il suo ancoraggio nei confronti del dollaro. Oggi la Banca Centrale non è né la Bank of England (BoE), né la Swiss National Bank (SNB) o la Banca d’Italia ma bensì un algoritmo. A differenza di molte stablecoin, come Tether, USDC o BUSD, UST di Terra è una stablecoin algoritmica, il che significa che invece di essere (apparentemente) sostenuta 1-1 da vari asset, si basa su un algoritmo che utilizza vari incentivi di mercato per mantenere un prezzo stabilito. Proprio come con la Banca d’Inghilterra che cercava di difendersi contro George Soros e i suoi alleati, la Luna Foundation Guard (LFG) aveva delineato nello $0,98 il punto da difendere, nuotando controcorrente e combattendo una battaglia persa in partenza, nonostante LFG abbia liquidato 1,3 miliardi di dollari in riserve di Bitcoin per cercare di ripristinare il PEG. La conseguente svendita di bitcoin per riacquistare UST ha avuto un disastroso effetto a catena per il mercato delle criptovalute poiché il prezzo del bitcoin è a sua volta diminuito.

Ricordiamo come Terra (LUNA) rappresentava il secondo più grande ecosistema in termini di Total Value Locked (TVL) in DeFi, con circa $16,8 miliardi. L’ecosistema opera con 2 token: UST e LUNA. UST è, come detto, una stablecoin ancorata 1:1 al dollaro americano, mentre LUNA è il token di governance. L’intero ecosistema è costruito attorno alla stablecoin UST. Per creare più UST si deve bruciare LUNA (il che significa che il token è deflazionistico).  Bloccando proprio UST era possibile perfino ottenere un rendimento annuo del 19.5% (APY). Un rendimento importante che ha portato alla maggiore domanda del token e quindi ad un incremento del valore di LUNA.

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