Inflazione in aumento, il Nasdaq trascina a ribasso i mercati azionari

Dopo la seduta di parziale flessione nella giornata precedente, ieri abbiamo assistito ad una giornata di pieno sell-off sui mercati azionari: il Nasdaq ha guidato i ribassi, trascinando con sé S&P500 e Dow Jones, oltre agli indici europei, che già avevano evidenziato marcata debolezza nella mattinata. Ad innescare l’estensione della flessione dei prezzi è stato uno dei dati più attesi della settimana: il Consumer Price Index americano, uscito ai livelli più alti dal 2008. Il dato ha favorito un’estensione del ribasso del mercato azionario, guidato dai tecnologici.

Calcolato dai massimi più recenti, il Nasdaq ha messo a segno una correzione vicina all’8% mentre la discesa dai massimi del Dow Jones e l’S&P500 si è attestata intorno ad un 5%. Si tratta, all’incirca, di correzione finora pari a 3 volte il drawdown medio registrato dai medesimi indici nel corso del 2020: una discesa che si può ancora considerare come fisiologica, alla luce della dinamica dei prezzi osservata durante il mese di Aprile, periodo in cui abbiamo osservato una price action chiusa in un trading range molto stretto e con livelli di volatilità inferiori alla media. 

Certamente i rialzi generalizzati delle materie prime, tanto le industriali quanto le agricole, stanno incidendo sul sentiment generale e sulle prospettive all’orizzonte per i prossimi mesi, mentre l’altro fattore da tenere sotto stretta osservazione sono le dinamiche dei rendimenti dei titoli di stato, in primis il Treasury americano, il cui titolo decennale si sta riportando verso il massimi di periodo intorno ad area 1.70%. 

In un simile contesto è verosimile che i rendimenti dei titoli di stato si spingeranno ulteriormente a rialzo, ma non è detto che tale fenomeno debba necessariamente riflettersi in un aumento strutturale della volatilità sui mercati. Al contrario, in un universo d’investimento che continuerà ad offrire poco sul fronte obbligazionario, la correzione in atto rappresenta un importante opportunità di riallineamento di alcuni titoli e settori a valutazioni più ragionevoli e certamente più interessanti. 

TECHNICALS IN FOCUS

AAPL

Dopo oltre un’anno Apple ieri è tornata sul supporto della MM a 200 giorni, in area $122.7, e vicino ad un range di prezzo $119.3 – $116.3 molto significativo per il quadro tecnico generale del titolo. Un cedimento sotto questi livelli proietterebbe il titolo verso area $110, indebolendone ulteriormente la struttura rialzista. La tenuta di area di area $120 potrebbe essere testata nei prossimi giorni e, se non violata, potrebbe favorire acquisti con target a rialzo verso area $138 e $144.

FUNDAMENTALS IN FOCUS

IBM: Dividend Aristocrat, alto dividend yield e upside potenziale

In una fase di debolezza del mercato azionario, che sta colpendo il Nasdaq in misura particolare, alcuni titoli presentano caratteristiche tipiche dei titoli c.d. “value”, generalmente più difensivi e quindi strutturalmente più solidi nella fasi di correzione. In questo senso, IBM in questi anni è andata incontro ad una trasformazione totale del business, pur riuscendo ad incrementare il dividendo per oltre 25 anni consecutivi.

L’acquisizione di RedHat nel 2019, combinata con il prossimo spin-off di Kyndryl, spingerà ulteriormente IBM nel settore del cloud ibrido, anche alla luce delle IBM politiche di acquisizione che la società sta perseguendo nel settore del cloud. 

Il 19 scorso la società ha riportato i risultati del primo trimestre dell’anno, con ricavi in crescita per la prima volta negli ultimi quattro trimestri e crescita degli utili superiore alle stime di consenso. Nello specifico, i ricavi sono stati pari a $17.73 miliardi, rispetto ad una stima di $17.35, mentre gli utili per azione sono stati pari a $1.77 per azione, in miglioramento rispetto alle stime ($1.63).

Sul piano finanziario, il debito totale è sceso di circa 16,6 miliardi di dollari rispetto all’acquisizione di RedHat e la società è riuscita a mantenere inalterato il tasso di crescita dei dividendi. 

Al prezzo attuale, il dividend yield è vicino al 4,5%, superiore alla media degli ultimi cinque anni, e pari a circa 3 volte quello dell’S&P500. Sul piano della valutazione, le attese sono per utili per azione intorno a $10,93 per il 2021, che, combinate con un multiplo Prezzo/Utili (P/E) storicamente superiore a 20, implica un upside potenziale del titolo dai livelli attuali intorno al 20%. 

IBM viene da anni caratterizzati da un processo di transizione del business molto intenso ma la sua espansione nel settore del cloud sta procedendo con profitto. La sua natura di titolo value lo rende inoltre uno dei titoli meno volatili del comparto tecnologico. 

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