Indici sui massimi alla chiusura dell’anno

La settimana che inizia porterà i mercati alla chiusura di un anno che resta storico sul piano statistico, sia per l’entità della correzione economica osservata sul piano globale, sia per la velocità della flessione e del successivo rimbalzo dei mercati, a partire dal secondo trimestre dell’anno.

Alla chiusura di Giovedì, l’anno sarà vicino ai massimi storici e le attese sono per una prosecuzione dell’uptrend nel prossimo anno, sia pure in una dinamica dei prezzi meno direzionale. Gennaio è il mese generalmente che fornisce la direzione per l’anno che inizia, sulla base del detto “Così va Gennaio, così va l’anno”. Il prossimo mese potrebbe quindi essere delicato sui mercati, con la diffusione della pandemia che continua a rallentare l’economia globale e le elezioni al ballottaggio del Senato della Georgia il 5 Gennaio, che saranno decisamente importanti per l’equilibrio delle forze politiche negli Stati Uniti.

Statisticamente, se l’S&P500 si muove a rialzo nelle prime cinque giornate di negoziazione, l’indice chiude in positivo nell’82% degli anni, con una performance media del 12,5%. Sul principale indice americano le previsioni, secondo un recente sondaggio Reuters, sono in un indice sopra i 4.000-4.050 punti per la fine dell’anno.

Chiaramente, le ipotesi per una prosecuzione del rialzo si basano sull’idea che la distribuzione dei vaccini avverrà senza difficoltà, i governi continueranno a sostenere l’economia e che la progressiva riapertura di molti spazi economici avverrà gradualmente ma senza particolari problemi. In aggiunta, nel breve termine, l’accordo fiscale per un pacchetto di stimoli da $900 miliardi da parte del Congresso probabilmente sosterrà i mercati nel breve termine. 

Sul piano macroeconomico, oggi non sono attesi dati macroeconomici di particolare rilievo.

TECHNICALS IN FOCUS

SILVER

Dopo il breakout della trendline ribassista, il Silver è andato a ritestare il supporto di area $25.7. I prossimi livelli in focus sono $27.2, $28.20 e $29.10, livello che identifica i massimi di Agosto scorso. I prezzi sono sostenuti sui supporti con la volatilità in compressione che sostiene l’uptrend. Anche l’RSI giornaliero è lontano da livelli di ipercomprato e resta sopra area 50, indicando espansione rialzista. Al ribasso, area $22.60 rappresenta il principale livello di supporto di medio termine. Tuttavia, anche una discesa sotto area $25 evidenzierebbe un indebolimento del quadro tecnico e la prosecuzione della lateralità delle ultime sedute. 

FUNDAMENTALS IN FOCUS

Asset Allocation 2021: perché costruirla con l’approccio Top Down 

Con il 2020 che va a chiudersi, è ragionevole chiedersi come rivedere il proprio portafoglio e definire le nostre scelte per il 2021. Indipendentemente da come i nostri investimenti abbiano performato nell’anno che va a terminare, è fondamentale ad inizio anno procedere ad una revisione complessiva del portafoglio cercando di definire la nostra propensione al rischio e le nostre aspettative di rendimento.

Come noto, esistono due approcci per la costruzione e revisione del portafoglio: Top-Down e Bottom-up. Vediamo in cosa consistono e perché è preferibile strutturarla mediante il primo approccio.

L’approccio top-down parte dal generale per arrivare al particolare. Il primo passo consiste nel definire l’allocazione delle risorse, ovvero, come distribuirle, fra le macro asset class: azionario, commodities, ETF obbligazionari e criptovalute. A seguire, si procede con l’attribuzione dei pesi alle varie aree geografiche (Stati Uniti, Europa, mercati emergenti) e successivamente ai singoli settori industriali (Banking, Energy, Consumer, Industrial, etc). Infine, il processo si chiude con l’individuazione dei singoli titoli, in modo coerente rispetto ai primi due step. Per queste ragioni, questo approccio si definisce Top-Down: perché parte dall’alto, ossia dal quadro generale, per poi scendere verso il basso, arrivando ai singoli settori e ai singoli titoli.

Al contrario, l’approccio Bottom-Up, dal basso verso l’alto, si basa invece su strategie che partono dalla selezione di singoli titoli o mercati. L’allocazione degli investimenti nel quadro globale risulta quindi dalla somma dei tanti diversi piccoli “mattoni”. Nella pratica, in questo caso si vanno a selezionare i titoli o i mercati con le prospettive considerate migliori o comunque più convincenti, a prescindere dal contesto macroeconomico generale.

Nel confronto tra i due approcci, nonostante spesso vengano utilizzati approcci misti, la ricerca ci dice che l’approccio Top-Down sia decisamente il migliore. Le ragioni sono diverse. 

In primo luogo, l’allocazione tra asset class consente di identificare opportunità d’investimento che storicamente hanno profili diversi sul piano dei rendimenti e della volatilità storica. A titolo d’esempio, sappiamo con certezza che il mercato azionario presenta storicamente rendimenti e volatilità superiore a quello obbligazionario. Avere aspettative chiare su rendimenti e rischi attesi facilita decisamente il nostro lavoro. 

Secondariamente allocare le risorse per assets ci consente con facilità di suddividere successivamente il portafoglio per area geografica (USA, Europa, Asia, etc.). La suddivisione geografica è fondamentale e non deve essere sottovalutata. Paesi diversi presentano tassi di crescita differenti e con l’approccio Top-Down è possibile beneficiare di tale diversità.

Al contrario, un approccio Bottom-Up dà spesso luogo a sovraesposizioni a vari livelli: geografico, settoriale e di asset considerati. Il problema è evidente: se si selezionano gli asset considerati migliori, il rischio di non diversificare adeguatamente il portafoglio è decisamente alto. 

Per queste ragioni ci sentiamo di suggerire decisamente di analizzare e rivedere il proprio portafoglio ad inizio anno utilizzando un criterio di suddivisione inizialmente per asset class, successivamente per area geografica, per singoli settori industriali e, solo infine, identificando i titoli migliori e che meglio rispecchiano la nostra propensione al rischio e le nostre aspettative di rendimento. L’evidenza ci dice che il metodo Top-Down, in assoluto, resta il più affidabile criterio di costruzione del portafoglio.

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