Indici in rialzo e volatilità in compressione

L’inizio di settimana è stato finora all’insegna della compressione di volatilità e di rialzi marginali sui mercati azionari.  Nel complesso, la compressione dei range è un fattore di stabilità dell’attuale trend dei prezzi e i costanti aggiornamenti dei massimi, assoluti e relativi, sono un elemento rassicurante per gli investitori, soprattutto nel mese conclusivo dell’anno.

Le borse europee ieri hanno chiuso una sessione con scambi limitati, con l’affievolimento delle speranze per un accordo commerciale sulla Brexit, mentre i crescenti contagi da coronavirus hanno alimentato i timori di restrizioni più severe e di un ulteriore impatto economico sull’eurozona. Dopo che ieri i leader europei e del Regno Unito non sono finora riusciti a risolvere le differenze salienti di posizione, sono ora previsti un nuovi meeting, in un ultimo tentativo per siglare un accordo riguardante circa $1.000 miliardi di rapporti commerciali annui, prima dell’uscita del Regno Unito prevista alla fine del mese. Nel complesso, i mercati hanno iniziato a scontare nuovamente il rischio di uno scenario ‘no-deal’. Sul piano del Covid-19, considerando il costante incremento delle infezioni in Germania, il ministro della Sanità tedesco Jens Spahn ha detto che il governo potrebbe applicare misure più severe rispetto al lockdown parziale imposto a Novembre. 

In America, ieri l’S&P 500 e il Dow si sono mossi a rialzo, nonostante l’aumento dei casi di Covid-19 e l’inasprimento delle restrizioni in California, che minacciano di pesare ulteriormente sulla ripresa economica. Gran parte degli 11 sotto-settori principali dell’S&P500 ha chiuso in calo, con i titoli delle utility in testa alle perdite. Al contrario, i titoli energetici hanno recuperato lievemente dalle profonde perdite del giorno precedente, anche se i prezzi del greggio restano sotto pressione. Tra le singole storie societarie, bene TESLA, salita dell’1.27%, nonostante il produttore di auto elettriche abbia svelato i piani per un aumento di capitale di 5 miliardi di dollari, il secondo aumento consistente in tre mesi. 

Questa notte i mercati asiatici si sono mossi relativamente al rialzo, con chiusure positive sulla maggior parte degli indici, in ragione della notizia sull’adozione del vaccino nel Regno Unito, alimentando un certo ottimismo tra gli investitori. Il Nikkei ha chiuso in rialzo dell’1.04% mentre l’Hang Seng ha chiuso in positivo dell’1.34%.

Sul piano macroeconomico, ci attendiamo una seduta priva di particolari spunti, con la sola eccezione del dato dell’EIA americana sulle scorte di petrolio.

TECHNICALS IN FOCUS

TLT

Dai minimi del 23 Ottobre scorso stiamo assistendo ad una serie di divergenze rialziste sul grafico giornaliero del TLT, nonostante l’ETF stia scambiando al di sotto della MM a 200 giorni. I primi target in focus a rialzo sono nel range 163-161, dove appunto passa una resistenza molto significativa, e successivamente area 165 e 170. Sui livelli attuali di prezzo ci attendiamo una price action non particolarmente forte. Tuttavia, solo una rottura del minimo più recente di area 154.7 invaliderebbe il set-up rialzista venutosi a creare.

FUNDAMENTALS IN FOCUS

Medtronics: un Dividend Champion in ripresa

Nonostante il settore farmaceutico sia stato uno dei grandi protagonisti del 2020, soprattutto sui media, diversi titoli del comparto hanno evidenziato un lento recupero dai minimi di Marzo. Nel merito, giova ricordare che salvo rare eccezioni, come Moderna, il comparto resta piuttosto stabile e, non sorprendentemente, è stato parimenti colpito dalla diffusione del Covid-19.

Medtronic opera nella produzione e distribuzione di terapie mediche per medici ospedalieri, ospedali e pazienti clinici in oltre 150 paesi. Nonostante le difficoltà nella prima metà dell’anno, il titolo ha reso circa il 15% nell’ultimo semestre ed è un Dividend Champion nel suo settore, con 43 anni consecutivi di rialzo dei dividendi che, dal 1990, sono cresciuti nell’ordine del 16% annuo tutti gli anni. 

Recentemente la società ha riportato i risultati del secondo trimestre, che sono usciti migliori del previsto per l’anno fiscale 2021. I ricavi sono stati pari a $7,6 miliardi, superiori alle stime degli analisti, che si attestavano a circa $7,1 miliardi. Anche l’utile per azione è stato pari a $1,02, battendo le stime degli analisti di oltre il 25%. In misura particolare, i risultati sono stati guidati dalla crescente domanda di dispositivi medici e dal numero di procedure mediche attivate con il ripristino di condizioni mediche migliori rispetto alla prima parte dell’anno. In questo senso, il CEO della società ha sottolineato come la società sia ben posizionata per “accelerare la crescita nel medio e lungo termine”. L’azienda si sta inoltre concentrando sulla diversificazione geografica delle proprie attività, oltre che sull’innovazione di prodotto.

Sul piano più generale, ricavi ed utili nel secondo trimestre di Medtronic sono stati superiori alle rispettive stime di consenso degli analisti ma la società ha in ogni caso registrato un calo su base annua. Ad eccezione di alcuni segmenti del business, come le terapie respiratorie, gastrointestinali e renali e quelle specialistiche, il complesso delle prestazioni sono diminuite nel resto dei segmenti del business.

Ovviamente la performance aziendale è stata influenzata principalmente dal differimento delle procedure mediche a causa della pandemia. I costi e le spese operative crescenti hanno messo sotto pressione i margini ed anche le posizioni in cambi hanno influenzato i margini operativi. 

In termini di dividend yield, la società è storicamente una delle migliori nel settore delle tecnologie mediche, con un payout ratio superiore al 55% ed un dividend yield superiore al 2%. Inoltre, il tasso di crescita dei dividendi a cinque anni non dovrebbe essere toccato eccessivamente e restare nella fascia 10-15% all’anno. Pertanto, nel comparto farmaceutico Medtronics è uno dei titoli con la maggiore redditività e che è rimasto maggiormente resiliente in questo contesto, nonostante gli effetti già menzionati della pandemia sul tessuto economico americano.

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