Indici in consolidamento, bene finanziari ed energetici

Nel quadro di una flessione dai massimi che si è sviluppata nel range di un 5%, è difficile, se non inverosimile, estrarre delle linee di tendenze di una qualche significatività. 

Chiaramente la flessione ha nel rialzo dei rendimenti dell’obbligazionario uno dei suoi fattori scatenanti: in questo senso, non stupisce quindi che la correzione sia stata più marcata sul Nasdaq100, con un drawdown dai massimi nell’ordine del 7%, rispetto al 5% che abbiamo invece osservato sugli altri indici azionari europei ed americani.

Se tuttavia, guardiamo alla correzione in relazione alla volatilità dei singoli strumenti, e ai primi supporti dinamici su cui gli stessi indici azionari si stanno appoggiando, osserviamo come il Nasdaq continui a scambiare al di sopra di un livello significativo come la media mobile a 100 giorni, mentre l’S&P500 si trova esattamente in quella zona di prezzo e il DJ30 l’abbia già rotta nelle sedute precedenti. 

Questo tipo di considerazione è funzionale a sottolineare come sia oggettivamente presto per affermare, come sovente leggiamo sulla stampa specialistica, che per la restante parte del trimestre saranno i titoli ciclici a sovraperformare gli indici azionari globali. Certamente, settori come quello energetico e finanziario sono in questo momento, anche per la loro natura difensiva, meglio impostati per affrontare un mercato che sta esprimendo difficoltà di tenuta dei suoi massimi storici. Tuttavia, anticipare una futura rotazione settoriale su mercati azionari in flessione è un puro esercizio predittivo ma scollegato da qualcosa che oggettivamente stiamo osservando.

Piuttosto, in questa fase emerge con grande nettezza la difficoltà nel ricercare asset che mostrino una dinamica decorrelata dal mercato azionario. L’obbligazionario continua a soffrire evidentemente del rialzo dei rendimenti e, al contrario, tende in queste sedute a replicare i movimenti del mercato azionario. Diversamente l’oro continua ad esprimere debolezza, il che tuttavia fornisce una conferma implicita di quanto il grado di avversione al rischio degli investitori sia nel complesso contenuto.

Da sottolineare come, nonostante la negatività di questi mesi, il mercato azionario cinese inizi a fornire segnali di stabilizzazione sui supporti, a conferma di quanto price action e narrativa econonomico-finanziaria raramente vadano a braccetto.

TECHNICALS IN FOCUS

C

Con il recente rialzo dei rendimenti, i titoli finanziari americani hanno trovato sostegno ai prezzi recenti, nonostante la debolezza di queste sedute. Su tutti, Citigroup offre il quadro tecnico più interessante, con i prezzi che hanno trovato sostegno intorno alla MM a 200 giorni, in area $69. A rialzo i primi livelli in focus sono in area $70 e $75. Sul piano dei supporti è fondamentale la tenuta della fascia di prezzo nel range $64.5 – $62, livello al di sotto del quale il titolo tornerebbe in una fase di sofferenza. Tuttavia, l’impostazione costruttiva del prezzo e dell’RSI evidenzia segnali significativi di accumulazione. 

3M

Segnali di bottoming su 3M, con un doppio minimo di RSI a cui ha fatto seguito un minimo crescente di prezzo, a conferma di una situazione di progressivo ipervenduto sul titolo. Area $175 è il livello chiave su cui i prezzi devono trovare sostegno ma i segnali sono di progressiva accumulazione da questi prezzi. A rialzo i target sono in area $190, dove passa la MM a 200 giorni, $200 e $208, massimo dal 2019. Un cedimento dei prezzi sotto area $175 aprirebbe lo spazio ad un ulteriore flessione dei prezzi, in prima battuta verso area $160, livello pari al 50% di Fibonacci del rally Marzo 2020 – Maggio 2021.

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