Indici azionari in compressione, in attesa di un nuovo impulso

In una seduta nel complesso povera sul piano del newsflow, sia macroeconomico che aziendale, gli indici azionari si muovono in una stretta compressione di range, dove tuttavia la spinta ribassista viene contenuta, anche nel caso del Nasdaq, l’indice azionario ad oggi più penalizzato nelle ultime settimane. In rialzo i rendimenti dei Treasuries USA, che sul decennale tornano in area 1,64%, mentre continua la correzione del WTI, in quella che tuttavia appare come una presa di profitto rispetto al rally, piuttosto che l’indicazione di un’inversione del trend primario. 

In Europa, ieri a soffrire sono stati soprattutto i titoli del comparto energetico e retail, a favore di comparti considerati più difensivi in questa fase di incertezza economica, a seguito del nuovo ciclo di restrizioni anti-pandemia implementate nella zona euro. A pesare è anche la l’aspettativa che la ripresa nella UE avverrà ad un ritmo molto rallentato rispetto agli Stati Uniti, anche in ragione di un piano di stimolo fiscale molto più contenuto. 

Dinamica molto simile anche a Wall Street, che ieri ha chiuso in calo, spinta al ribasso dai titoli bancari ed energetici, nonostante il dato sulle richieste settimanali di disoccupazione, che ha evidenziato un numero di nuove richieste per i sussidi disoccupazione inferiore alle attese degli analisti. Ieri dieci degli unidici sottoindici dell’S&P500 hanno chiuso in calo, con i titoli ciclici che ieri hanno visto i cali più marcati. In calo anche Nasdaq, che tuttavia ieri non ha amplificato il movimento ribassista generale, al contrario di quanto si è verificato nelle ultime settimane.  Sul piano vaccinale, ieri si è registrata la prima conferenza stampa di Joe Biden dal suo insediamento alla Casa Bianca, che ha annunciato la sua intenzione di sottoporre ad una prima vaccinazione 200 milioni di americani nei suoi primi 100 giorni di mandato. In questo senso, il governo americano ha annunciato di avere accordi per 200 milioni di dosi con Johnson & Johnson e di 600 milioni tra Pfizer e Moderna.

TECHNICALS IN FOCUS

OIL

Il WTI sul grafico a quattro ore evidenzia una significativa divergenza rialzista, con minimi decrescenti di prezzo accompagnati da minimi crescenti di RSI, a testimonianza dell’esaurirsi della pressione ribassista delle ultime ore. I target in focus sono in area $61.9, dove passa la MM a 200 giorni, $63.70 e la zona di prezzo nel range $67.5 – $66.4$. Sul piano dei supporti, un cedimento sotto area $57.5 aprirebbe lo spazio ad un ulteriore estensione del ribasso verso area $54. 

FUNDAMENTALS IN FOCUS

Anheuser – Busch Inbev: segnali di ripresa dal settore del Beverage 

I produttori di bevande alcoliche sono stati per molti mesi lontani dalle scelte di portafoglio degli investitori. Nonostante queste società dispongano di un importante track record sul piano della generazione dei dividendi, della generazione di cassa e della natura anticiclica del business, la pandemia ha ridotto notevolmente il consumo di alcolici, per via della chiusura di ristoranti e locali. Oggi da questo settore arrivano i primi segnali di ripresa.

AB-InBev è la più grande azienda produttrice di birra al mondo. Nella sua forma attuale, la società è il risultato della fusione del 2008 tra InBev e Anheuser-Busch, con oltre 500 marchi di birra, presente in oltre 150 paesi in tutto il mondo. Alcuni dei suoi marchi più noti includono Budweiser, Bud Light, Corona, Stella Artois, Beck’s, Castle e Skol.

Nel complesso, AB-InBev ha 17 marchi di birra che generano ciascuna almeno $1 miliardo di ricavi all’anno. Negli anni la crescita dell’azienda è avvenuta principalmente mediante operazioni di fusione con altre aziende del settore. 

AB InBev ha riportato i risultati del quarto trimestre 2020 e dell’intero anno il 25 febbraio scorso. Per il trimestre, i ricavi a livello aziendale sono stati pari a $12,76 miliardi con i volumi che sono aumentati dell’1,6% e i ricavi che sono aumentati del 2,7%. I tre marchi globali di Budweiser, Stella Artois e Corona sono quelli che hanno ottenuto risultati migliori, con volumi in crescita significativa a livello globale.

Fonte: Investors Presentation

Per l’anno, i ricavi sono stati pari a $46,88 miliardi, con volumi in diminuzione del 5,7%, ed anche il margine operativo lordo e netto sono scesi per l’anno rispettivamente al 58,1% e al 27,1%.

Il management ha affermato di voler continuare a concentrarsi sulla riduzione dell’esposizione finanziaria, sul miglioramento delle scadenze del debito e sulla riduzione dei costi legati agli oneri finanziari. La società ha dichiarato che il deleveraging è una priorità per il 2021, puntando ad un rapporto Debito/Equity pari a 2 nel lungo periodo, sebbene questo obiettivo resti ad oggi ancora lontano.

Il titolo ad oggi offre un dividend yield al 2021 intorno al 2,35% ed una valutazione interessante, considerando le difficoltà incontrate negli ultimi anni. In generale, tuttavia, la riapertura di diverse economie e, soprattutto degli spazi di aggregazione come bar e ristoranti, dovrebbe favorire una ripresa del business nel suo complesso riportando il prossimo anno il settore verso una crescita tanto dei ricavi quanto dei margini operativi.

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