Incertezza e volatilità

Terza seduta consecutiva in calo per i listini americani, i quali faticano perfino a beneficiare di un mercato europeo più resiliente. 

Ieri gli indici del Vecchio Continente hanno aperto in flessione, sulla scia dei cali di Wall Street dopo le parole di Powell, ma sono stati in grado di invertire la tendenza, chiudendo in territorio positivo. A guidare il rally Londra (+1.13%), seguono Madrid (+1.00%), Milano (+0.99%), Parigi (+0.60%) ed infine Francoforte (+0.42%). Acquisti maggiori sui settori energetici, finanziari e soprattutto sanitari.

Tra i singoli titoli europei spicca la belga Galapagos, società di ricerca farmaceutica, che chiude con un +22% dopo la nomina del nuovo Amministratore Delegato e dell’upgrade degli analisti di Citi (da neutrale a buy).

Oltreoceano le azioni statunitensi cedono per il terzo giorno consecutivo, nonostante l’apertura in territorio positivo, con le preoccupazioni che ritornano al nuovo piano della Fed, soprattutto dopo i dati macroeconomici che evidenziano un migliore stato di salute dell’economia americana. Ieri il dato sul Prodotto Interno Lordo americano ha visto una crescita del 6.9% nel quarto trimestre, prima dell’ondata Omicron. Su base annua, l’economia si è espansa al ritmo più veloce dal 1984.

La crescita economica degli Stati Uniti ha accelerato più rapidamente del previsto nell’ultimo trimestre del 2021, sostenuta dalla spesa dei consumatori. Dati positivi anche sul mercato del lavoro, con le richieste settimanali dei sussidi di disoccupazione in calo a 260 mila (rispetto ai 290mila passati), dopo tre settimane di rialzi – un calo che potrebbe far pensare ad un rallentamento degli effetti della variante Omicron sul mercato del lavoro.

Preoccupazione di un maggior inasprimento da parte della Fed, con maggiori rialzi dei tassi, che anche oggi continua ad essere la protagonista sui mercati. Si osservano infatti aumenti sulle code finali delle probabilità di maggiori rialzi, nelle prossime riunioni del FOMC. Nonostante le maggiori probabilità restino invariate, notiamo un aumento continuo sui maggiori rialzi. Esempio, come da immagine sottostante, nella riunione di marzo constatiamo un calo delle percentuali di aumento nel range 25-50 (da 87.6% a 83.8%) punti base e un aumento sulla coda finale a 50-75 (da 12.4% a 16.3%). Simile situazione è riscontrabile in tutte le successive riunioni. 

L’S&P 500, in calo di circa il 9% dall’inizio dell’anno, è sulla buona strada per il suo mese peggiore dall’inizio della pandemia. Dai propri massimi, del 3 gennaio, l’indice continua ad evitare chiusure sotto il territorio di correzione (flessione del 10%), sebbene nell’intraday lo abbia già registrato tre volte nelle ultime quattro sedute, ovvero sia lunedì, mercoledì e giovedì.

Ad incidere nelle correzioni di ieri le trimestrali negative di Tesla, scese dell’11% dopo aver avvisato su possibili problemi nella catena di approvvigionamento, con possibili ritardi quindi nelle previsioni di produzioni. Prima volta per Tesla, che era sempre stata in grado di evitare i colli di bottiglia, a vantaggio delle altre case automobilistiche.

Sul fronte trimestrali bene MasterCard e Visa, che superano a pieni voti le prova dei numeri. BlackStone, il più grande gestore mondiale di asset alternativi, ha registrato utili record nel quarto trimestre, con il titolo che è salito del +6.79%. Bene anche le trimestrali per Diageo e soprattutto Apple. Il titolo di Cupertino in pre-market vola al +5.03% grazie agli utili e fatturato ben oltre la stima degli analisti e, con Tim Cook, che stizza l’occhia al potenziale del metaverso.  Male invece McDonald’s, SAP, Sherwin-Williams, Stryker, Mondelez e soprattutto Western Digital che in pre-market cede oltre l’8%.

Merita nota il crollo di Robinhood che dopo aver perso ieri il 6.45%, oggi cede oltre i 12 punti percentuali nel pre-market, dopo aver riportato utili inferiori alle attese ma soprattutto offerto una deludente guidance per il prossimo trimestre.

Oggi attese le pubblicazioni delle trimestrali per Chevron, Caterpillar, Charter Communication, Givauda, Volvo, Colgate-Palmolive, Phillips 66, H&M e Caixabank per citarne alcune.

Solo il 23.76% dei titoli del Nasdaq100 scambia attualmente sopra la media mobile a 200 periodi (ritorno sui livelli di aprile 2020), percentuale non migliore se dovessimo osservare la media mobile a 50 giorni dove il tasso è pari al 12.87%. Situazioni poco felice anche per lo S&P500 che vede ormai meno della metà, circa il 60%, delle società al di sotto della propria media mobile giornaliera a 200 periodi.

Appuntamenti macroeconomici odierni: Prodotto Interno Lordo che sarà protagonista nella seduta europea con le letture in Germania, Spagna e Francia. Il dato di Berlino potrebbe essere di maggiore interesse per l’analisi di eventuali colli di bottiglia nella produzione e delle maggiori preoccupazioni dei consumatori. Viene inoltre pubblicato il sentimento economico della Commissione UE per gennaio.

Negli Stati Uniti di interesse i dati sui consumi personali i quali potrebbero offrire maggiori informazioni sul comportamento dei consumatori dall’ondata COVID-19 e dall’aumento dei prezzi di dicembre. Sono attesi anche i dati sull’inflazione PCE per dicembre.

Criptovalute: Dietrofront sul fronte russo, Dopo il divieto richiesto dalla Banca Centrale è il turno del Ministro delle Finanze, Ivan Chebeskov, ad attirare l’attenzione degli investitori di criptovalute. Viene ad essere infatti proposto non un divieto assoluto ma bensì un quadro normativo in grado di effettuare transazioni attraverso il sistema bancario russo, così da poter monitorare e identificare le transazioni. 

Anche la Casa Bianca si starebbe preparando a regolamentare il settore come una “questione di sicurezza nazionale”. Secondo fonti di Barrons, il memorandum sulla sicurezza nazionale, che dovrebbe essere rilasciato nelle prossime settimane, assegnerebbe a porzioni del governo il compito di analizzare gli asset digitali e mettere insieme un quadro normativo che riguardi criptovalute, stablecoin e non- token fungibili (NFT).

Crescono invece i token legati al metaverso, con Dentraland (Mana) e The Sandbox (SAND) che nelle ultime 24 ore crescono rispettivamente del 4.11% e del 10.7% – probabilmente legate anche alle parole di interesse di Apple. SAND inoltre riporta anche la notizia sulla partnership con Warner Music Group per lavorare su un Metaverso musicale. 

GOLD

Non si ferma la discesa dell’oro, che da inizio settimana ha ceduto oltre due punti percentuali. Nonostante la convinzione comune che l’ora possa rappresentare una protezione nei momenti di inflazione, non osserviamo tuttavia la seguente convinzione negli attuali investitori. Neanche i timori geopolitici hanno generato interesse di acquisto sul metallo. L’aumento del dollaro americano ovviamente ha penalizzato la quotazione. 

Da un punto di vista tecnico, su un grafico settimanale, osserviamo la presenza di un triangolo, segnale che spesso è classificato nelle figure di continuazione (quindi in questo caso rialzista), ma che trova anche eccezioni. 

Ovviamente l’invito è il monitoraggio dei supporti (area $1770) e resistenze (area $1850) di tale triangolo, tenendo in considerazioni come siamo prossimi alla rottura, essendo scambiato nella fase finale del pattern. Un’eventuale strappo rialzista potrebbe spingere il prezzo dell’oro a testare i massimi di maggio a $1900 ed in estensione a $1962. 

Al ribasso invece target plausibili possono essere rappresentati dall’area dei $1685 ed in estensione a 1578.