Prosegue il rally sui mercati finanziari, i quali beneficiano del venir meno di alcune delle variabili di incertezze. In attesa delle pubblicazioni di giovedì sul livello di inflazione statunitense, la vera protagonista di questo 2022, e in assenza di importanti pubblicazioni macroeconomiche, i mercati hanno rivolto l’attenzione sulle elezioni di midterm americane. Elezioni che, come da attese, vedono la vittoria alla Camera dei Repubblicani e un Senato ancora in bilico.
Come ormai abbiamo ben imparato, la performance del mercato dopo le elezioni di metà mandato è stata storicamente forte. Il che ha assistito il ritorno alla propensione al rischio sui mercati. Con una politica in stallo entrambi i partiti avrebbero poche possibilità di portare avanti importanti cambiamenti legislativi e i prossimi punti focali sarebbero le discussioni sul tetto del debito pubblico, con i democratici che si potrebbero trovare costretti a maggiori compromessi per evitare l’insolvenza del governo degli Stati Uniti sul suo debito.
Intanto il rimbalzo alla quale stiamo assistendo sui mercati statunitensi offre interessanti riflessioni. In primo questo è avvenuto su livelli chiave, offerti dal livello 50 del rintracciamento di Fibonacci.
Inoltre, come possiamo infatti osservare dal grafico sottostante l’inversione dal minimo di giovedì scorso, 3 novembre, è stato accompagnato non solamente da letture macroeconomiche positive (si vedano i dati sul mercato del lavoro di venerdì) e di trimestrali, ma anche da alcune delle variabili che maggiormente hanno rappresentato un freno sui listini. Si fa in particolare riferimento al deciso rafforzamento del dollaro statunitense. Con una forte correlazione negativa, dato che si assesta a -0,77 negli ultimi 30 giorni, il rallentamento della corsa del biglietto verde offre da una parte minori pressioni sui titoli maggiormente inclini all’export (si pensi al tech con quasi il 60% del proprio fatturato fuori dagli Stati Uniti) e dall’altro minori timori da parte degli investitori, i quali tendo a rifugiarsi nella valuta statunitense nei momenti di maggiori preoccupazioni. Altra variabile a sostegno di questo mini-rally il rapporto tra l’andamento del settore dei beni di prima necessità rispetto al comparto tecnologico. Rapporto che tende infatti ad aumentare nei momenti di incertezze, con gli investitori che si rifugiano sul settore difensivo a discapito di quello tecnologico. Ad accompagnare questo mini-rally si è aggiunto anche il mondo creditizio, con il supporto dei rendimenti dei Treasury statunitensi a 10 anni, i quali hanno virato al ribasso, offrendo minori pressioni sul comparto tecnologico. Il test finale, tuttavia, è rimandato a giovedì, ma intanto i mercati mostrano la loro scommessa.
Sul fronte societario bene il comparto dei semiconduttori i quali hanno potuto beneficiare dei rialzi di ASML, dopo che Morgan Stanley ha nominato il titolo una delle sue migliori scelte per i titoli di semiconduttori europei, e con Nvidia che ha dichiarato di aver iniziato a produrre un chip per la Cina che soddisferebbe il divieto di esportazione degli Stati Uniti. Bene anche le compagnie di crociera, dopo le trimestrali migliori delle attese per Norwegian Cruise Line Holdings ma soprattutto decisi rialzi sul settore dell’energia solare che, nonostante il freno di una possibile camera Repubblicano, riesce a strappare una decisa seduta positiva grazie ai decisi rialzi di SolarEdge (+19%) grazie a trimestrali ben oltre le attese. Sul versante opposto si riporta soprattutto il crollo di Tesla, la quale soffre del richiamo per problemi tecnici su 40.168 veicoli Model S e Model X dal 2017 al 2021 ma soprattutto dell’abbandono del suo Ceo. Elon Musk, oltre a dividere il suo tempo tra diverse società, avrebbe infatti venduto altre azioni Tesla. I documenti mostrano che ha venduto 19,5 milioni di azioni per un valore di 3,95 miliardi di dollari. Questo non rappresenterebbe un buon segnale, soprattutto alla luce delle sue passate dichiarazioni nella quali avrebbe smentito ulteriori vendite di azioni Tesla per finanziare l’acquisizione di Twitter – soprattutto con la casa automobilistica che scambia su nuovi minimi di 52 settimane.
La seduta odierna, intanto, si apre con la lettura cinese sui prezzi alla produzione in calo su base annuale per la prima volta da dicembre 2020. Dato che rappresenterebbe un chiaro segnale che la pressione sui prezzi generata dai rincari delle materie prime si sta attenuando. Intanto, scema l’umore generato da possibili rivisitazioni della politica Zero Covid dopo i nuovi aumenti di casi, soprattutto nel centro manifatturiero di Guangzhou.
Giornata odierna tranquilla in termini di pubblicazioni macroeconomiche. Senza veri e propri market movers. Sul fronte di interventi da parte di membri delle Banche Centrali sono in programma quello di Elderson della BCE e Williams e Barkin della Fed.
Sul versante politico in Europa la Commissione europea dovrebbe pubblicare una prima bozza di proposta sulla riforma delle regole di bilancio dell’UE, che mira a dare ai singoli paesi una maggiore voce in capitolo nei loro piani di riduzione del debito.
Sul fronte societario sono oggi attese le pubblicazioni delle trimestrali per Roblox, Siemens Health, Coupang, Rivian, Koninklijke ahold, Adidas, Trade Desk, E.On nonché in Italia in particolare per Terna, Telecom, Banca Mediolanum, Hera, Brembo e Iveco.
Criptovalute: mondo delle criptovalute che mostrano episodi perfino migliori di quelli di Netflix: tra preoccupazioni, suspence, litigi mediatici (sotto forma di tweet tra i principali protagonisti) e salvataggi.
Ieri la storia era tutta incentrata sul token FTT e sull’Exchange FTX, dopo i noti problemi di stabilità e soprattutto nel finale di liquidità.
Intanto l’effetto ha avuto le normali e attese ripercussioni su Bitcoin e sull’intero mondo cripto, che dal fine settimana ha visto bruciare oltre 151 miliardi di capitalizzazione. Bitcoin testa nuovamente il supporto in area $18mila, su livelli che non assisteva dal 2020, continuando a scambiare all’interno del suo rettangolo. L’attenzione resta sulla tenuta del supporto, dove una possibile rottura genererebbe decise maggiori correzioni al ribasso, con i primi livelli a $12mila e $10 mila. Un rimbalzo invece potrebbe generare nuovi test sulla media mobile settimanale a 200 periodi in area $22mila.
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