Il sorpasso di SAP – il nuovo re europeo

In meno di 24 ore, la Germania ha segnato due gol pesanti. Domenica sul prato verde, battendo l’Italia. Lunedì nei mercati finanziari, con SAP che ha superato Novo Nordisk diventando la società più capitalizzata d’Europa. Due vittorie che raccontano il ritorno di Berlino non solo al centro della scena politica continentale, ma anche della nuova mappa economica europea.

Negli ultimi anni la Germania è stata vista come un’ex locomotiva, un gigante industriale in affanno. Ma questo inizio 2025 ci restituisce un’immagine diversa: più reattiva, più stabile, e – grazie a SAP – persino protagonista nel cuore della trasformazione digitale globale (non solo quindi nella difesa).

Basta uno sguardo ai numeri per capire il peso dell’azienda di Walldorf. L’ETF EWG di iShares, che replica l’indice azionario tedesco, è cresciuto del +24,51% in un anno. Di questo rally, SAP da sola ha contribuito per 6,43 punti percentuali: un quarto dell’intero progresso. Il tutto con una performance azionaria del +43,43% e un peso medio del 16,7% nel portafoglio. In una parola: traino.

E non è l’unica. La Borsa tedesca vola grazie a un’élite di aziende ribattezzate “Magnifici Sieben”: SAP, Rheinmetall, Siemens, Siemens Energy, Deutsche Telekom, Allianz e Munich Re. Rappresentano poco più del 50% dell’ETF, ma hanno contribuito al 90% della performance dell’ultimo anno. Una concentrazione che racconta la forza di pochi titoli, ma anche la nuova anima della Germania.

Il sorpasso su Novo Nordisk non è solo simbolico. È la fine di un ciclo. Dopo l’euforia legata a Ozempic e Wegovy, la casa farmaceutica danese ha deluso le attese con i dati del farmaco sperimentale CagriSema. Il titolo ha perso il 2% il giorno dell’annuncio e oltre il 16% da inizio 2025. Come se non bastasse, l’azienda ha dovuto mettere sul piatto fino a 2 miliardi di dollari per assicurarsi la licenza su un potenziale rivale cinese. Segnali che non parlano di leadership, ma di rincorsa.

SAP, invece, corre. Con una capitalizzazione che ha toccato i 316 miliardi di euro, ha sorpassato non solo Novo Nordisk ma anche LVMH. E lo ha fatto nel modo più emblematico: +40% in dodici mesi, grazie al boom del cloud e all’integrazione dell’intelligenza artificiale nei suoi prodotti core. Il nuovo ERP intelligente è in grado di combinare dati aziendali e fonti esterne attraverso agenti AI. Una visione che piace al mercato: nel 2025 i ricavi cloud sono attesi in crescita del 29%, mentre quelli totali dovrebbero toccare i 38,5 miliardi +12.38%. È il ritmo più veloce dell’ultimo decennio.

Il nuovo baricentro d’Europa parla tedesco

Non è solo una questione di capitalizzazione. SAP è diventata il simbolo di una rotazione geografica e settoriale. Dalla sanità al software, da Copenaghen a Francoforte. Un cambio di paradigma. SAP incarna un modello diverso: sobrio, solido, costante. Niente colpi di teatro. Solo un passo alla volta, dal legacy software al cloud, fino all’AI generativa.

Nel frattempo, anche lo scenario macro cambia: dopo il dominio tech americano nel 2024 (Nasdaq +24%, S&P500 +23%), nei primi mesi del 2025 sono proprio i listini europei a sovraperformare. L’Europa, per una volta, prende l’iniziativa.

Ma per SAP la sfida più difficile inizia ora: restare in vetta. Negli ultimi vent’anni, solo due aziende tedesche sono riuscite a salire sul trono europeo: Deutsche Telekom nel 2000, durante l’euforia dot-com, e Volkswagen nel 2008, grazie a uno short squeeze storico. Entrambe sono poi tornate rapidamente tra i ranghi. Oggi tocca a SAP. E anche se il suo sorpasso sembra più solido – costruito su fondamentali, crescita reale e tecnologie di frontiera – la storia insegna che la vetta è scivolosa.

Nel 2024, i ricavi cloud di SAP sono saliti del 25,4%, toccando quota 17,14 miliardi di euro. I ricavi totali hanno raggiunto i 34,18 miliardi, in crescita del 9,5%. Nel solo quarto trimestre, le vendite hanno superato i 9,37 miliardi (+11% a/a), con un contributo record dalla componente cloud.

Oggi il cloud rappresenta il 50.2% dei ricavi, rispetto a meno del 20% nel 2018. Il backlog cloud, ovvero i contratti già firmati ma non ancora contabilizzati, è cresciuto del 32% su base annua nel Q4, arrivando a 18,08 miliardi. Un indicatore chiave della visibilità futura.

L’altro motore della crescita è l’intelligenza artificiale. SAP ha lanciato Joule, un copilot AI integrato nelle principali aree aziendali (HR, finanza, supply chain, vendite). Già il 50% degli accordi del Q4 2024 include funzionalità AI. A dimostrazione del focus strategico, SAP ha annunciato oltre 1 miliardo di dollari in investimenti in startup AI attraverso Sapphire Ventures.

Non mancano le ombre. A gennaio 2024 è stato avviato un piano di ristrutturazione da 3 miliardi di euro, che coinvolgerà fino a 10.000 dipendenti. L’obiettivo? Razionalizzare i costi, aumentare l’efficienza e spostare risorse sulle aree in crescita: AI, cloud e analytics.

L’Europa guarda SAP, ma resta indietro

Oggi SAP scambia a un P/E forward di 40,8 volte. È più caro di tutte le Magnifiche 7 americane, eccetto Tesla. Non è sui massimi storici (è sotto del 10%) e quota sotto la media mobile a 50 giorni, ma la traiettoria resta potente. Gli investitori scommettono che SAP non sarà un fuoco di paglia.

Il vero tema resta strutturale. SAP è un faro, ma è sola. In Europa manca un ecosistema capace di generare e sostenere giganti tecnologici. Le Magnificent 7 americane valgono 15,8 trilioni di dollari – più di tutte le borse europee messe insieme. Qui, la frammentazione dei mercati, la minore propensione al rischio e i limiti nei finanziamenti continuano a frenare l’innovazione su larga scala.

Il sorpasso su Novo Nordisk è un evento, ma anche un segnale. L’Europa può ancora competere, se punta su ciò che conta davvero: innovazione, software, dati. La palla ora è a centrocampo. SAP ha mostrato come si può vincere. Ma per trasformare questo gol in un campionato, serve un intero continente pronto a giocare.