Il dibattito delude: i mercati restano nervosi

Due sconfitte che non fanno una vittoria: il primo dibattito presidenziale si è sostanziato in una continua schermaglia verbale tra Joe Biden e Donald Trump, in quello che secondo molti commentatori è stato il peggior dibattito della storia. Trump è indietro nei sondaggi e il dibattito di ieri lascia il quadro probabilmente invariato, rendendo la performance di Trump un’occasione persa.

Ieri i mercati si sono mossi in negativo, dopo il rimbalzo della vigilia, con gli investitori che sono rimasti cauti in attesa del primo dibattito presidenziale. Nonostante segnali di progresso nelle trattative per nuove misure di stimolo negli Stati Uniti, gli investitori probabilmente manterranno un atteggiamento attendista, con il paese che è a cinque settimane dalle elezioni. A scendere ieri in Europa sono stati i titoli finanziari, oltre al comparto dei trasporti e del tempo libero, con Air France che ha ceduto il 3.28% 3,4% dopo che Hsbc ha declassato il titolo a “reduce” da “hold”.

Anche a Wall Street, l’andamento degli indici è stato all’insegna dell’incertezza, con gli investitori che dopo i netti guadagni della vigilia hanno atteso con cautela il primo dibattito presidenziale, comunque incoraggiati dalla lettura positiva sulla fiducia dei consumatori che ha calmato il nervosismo per la situazione economica. Come sottolineato, i sondaggi mostrano Biden in testa a livello nazionale e in una serie di stati chiave. In aggiunta, dopo il rifiuto di Trump di garantire che accetterà il risultato del 3 novembre, la speculazione sulle elezioni ha contribuito a far salire la volatilità a Wall Street, con gli analisti che avvertono che la stessa sia destinata a salire nelle ultime settimane di campagna elettorale. Secondo Goldman Sachs, la vittoria di Biden alle elezioni, insieme alla maggioranza del partito Democratico al Senato e alla Camera dei Rappresentanti, porterebbe un leggero beneficio agli utili delle società dell’S&P 500 fino al 2024. 

In scia al dibattito presidenziale, gli indici asiatici hanno vissuto una seduta complessivamente negativa, nonostante il PMI manifatturiero in Cina a Settembre è uscito a 51.5, rispetto ad una stima di 51 da parte degli analisti. 

Sul piano macroeconomico oggi attendiamo il tasso di disoccupazione in Germania, l’inflazione in Italia, il PIL negli Stati Uniti ed in Canada ed, infine, la variazione delle scorte settimanali di petrolio.

TECHNICALS IN FOCUS

TLT

TLT, il principale ETF sui Treasuries USA, da diverse seduta è in una evidente compressione di volatilità, che riflette l’incertezza attuale sui mercati. Detto questo, il quadro resta costruttivo, con una serie di minimi crescenti ed un RSI sopra area 50 ed un primo target in area 167 e successivamente area 171. Il raggiungimento di tale livello rappresenterebbe la rottura a rialzo della trendline che parte dai massimi di Marzo 2020, mettendo quindi in focus l’ultimo target di prezzo di area 178. La compressione di volatilità si rifletto nei livelli di ATR, ragion per cui si suggerisce di operare con stop-loss stretti in caso di un rialzo della volatilità.

FUNDAMENTALS IN FOCUS

Campbell Soup: perfetto esempio di titolo “a prova di recessione” 

In tutte le fasi di recessione economica, e di debolezza dei mercati, gli investitori tendono a rivolgersi verso i settori che storicamente hanno mostrato di essere particolarmente anticiclici. Nell specifico, Utilities, Telecom, Pharma e Consumer Staples sono i comparti industriali che storicamente hanno fornito maggior protezione e rendimento per gli investitori in queste fasi. Oggi analizziamo uno dei titoli più rappresentativi dei Consumer Staples.

Campbell Soup è un’azienda alimentare leader nella produzione e commercializzazione di prodotti alimentari pronti di marca, come zuppe, pasti semplici, bevande, snack e prodotti freschi confezionati. Il portafoglio dell’azienda si concentra su due attività specifiche: Campbell Snacks e Campbell Meals, oltre alle bevande. 

La società ha riportato i risultati del quarto trimestre e dell’intero anno fiscale 2020 il 3 Settembre. I ricavi per il quarto trimestre sono stati pari a $2,1 miliardi, con un aumento del 18% su base annua. L’utile per azione di $ 0,63 è aumentato del 50% rispetto ai $0,42 del 2019. 

Su base annuale, i ricavi per l’intero anno sono invece cresciuti del 7%, a $8,7 miliardi da $8,1 miliardi dell’anno precedente, mentre l’utile per azione per l’anno è stato di $2,95 ed è salito del 28% su base annua: perfettamente in linea con la guidance aziendale, che ha commentato il bilancio, affermando che la società ha visto una crescita su tutte le linee di business, guadagnando milioni di nuovi clienti e aumentando a penetrazione nel segmento delle famiglie rispetto allo scorso anno. La società prevede che l’aumento della domanda anche in questa fase di pandemia continuerà nei prossimi trimestri.

Sul piano finanziario, il debito totale è stato ridotto di $2,52 miliardi nel 2020, grazie alla politica di deleveraging, a seguito del completamento di una serie di disinvestimenti. Il debito totale è ora di $ 6,2 miliardi, rispetto a $8,7 miliardi nel periodo dell’anno precedente. Campbell ha inoltre ottenuto ulteriori $45 milioni di risparmio nell’ambito del suo programma pluriennale di risparmio sui costi e portato il risparmio totale del programma fino a $725 milioni. L’azienda punta a un risparmio cumulativo annualizzato di 850 milioni di dollari entro la fine dell’anno fiscale 2022. Sul piano del debito a lungo termine, il rapporto tra debito finanziario ed EBIT è pari a 3.3, in discesa rispetto allo scorso anno. Di conseguenza, la sua spesa netta per interessi rettificata è diminuita del 25% rispetto a anno precedente, a $266 milioni annui.

Campbell Soup ad oggi scambia su un rapporto Prezzo / Utili pari a 15,6, inferiore del 10% rispetto alla sua media a 5 anni di 17,4. In caso di una stabilizzazione della performance del prezzo, è probabile che il titolo possa tornare sui livelli di valutazione vicini in media intorno almeno a 17. Se questo si verificasse nei prossimi cinque anni, il titolo potrebbe sperimentare un capital gain nell’ordine del 2%, grazie all’espansione dei multipli

Sul piano strategico, Campbell ha un leggero vantaggio competitivo rispetto alla concorrenza, che resta tuttavia agguerrita nel segmento dei prodotti alimentari, specie nel caso di Kraft-Heinz e General Mills. Sul piano storico, Campbell ha mostrato una forte resilienza nelle fasi di recessione, con ricavi stabili durante la recessione del 2008 prima di tornare a crescere a partire dal 2010. Come nella crisi del 2008, in questo periodo di pandemia è effettivamente aumentata la domanda complessiva e ci attendiamo che in questo contesto la crescita continui in questa direzione. 

Le stime sono di un rendimento medio annuo del 9,2% nei prossimi cinque anni, costituito dagli utili crescita, un dividend yield del 3% e una lieve espansione dei multipli. Lo sconto di Campbell rispetto alla valutazione storica è nell’ordine di un 10%, ma le altre fonti di rendimento rendono il titolo particolarmente resiliente in questa fase economica e di mercato.

Edoardo Fusco Femiano,

Market Analyst

 

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