FMI: crescita e criptovalute

Con le principali piazza finanziare europee chiuse per festività l’attenzione di ieri degli investitori era tutta oltreoceano. Mercati finanziari americani che si sono contraddistinti per una accentuata assenza di direzione, accompagnata da una notevole indecisione.

I vincitori della reflazione, come i settori dei materiali ed energetici, hanno continuato a sovraperformare mentre maggiori vendite sono state registrate nel comparto sanitario.

Con il conflitto in Ucraina che non mostra segnali di progressi nei negoziati di pace, la Banca Mondiale ha abbassato (nuovamente) le sue previsioni di crescita globale per il 2022, dal 4,1% al 3,2%, citando la pressione che l’invasione russa dell’Ucraina ha posto sull’economia globale.  Pressioni che iniziano a mostrare le prime vittime, con lo Sri Lanka che ha deciso di sospendere i pagamenti sul suo debito estero di $ 35 miliardi; il primo Stato, di una possibile lista di ondata di insolvenze, con i Paesi in via di sviluppo che soffrono maggiormente i rincari del dollaro, dei tassi d’interesse maggiori, degli aumenti dei prezzi energetici ma soprattutto di quelli alimentari – con i prezzi del grano che proprio oggi sono arrivati a 8 dollari per bushel, su nuovi massimi degli ultimi 10 anni. Rischi che potrebbero sfociare proprio in una nuova “primavera araba”. Secondo la Banca Mondiale, per ogni aumento di 1 punto percentuale dei prezzi alimentari, si prevede che 10 milioni di persone cadranno in condizioni di povertà estrema. A tal riguardo si parla di un possibile fondo per la crisi da 170 miliardi di dollari, perfino maggiore della risposta data al covid.

Protagonista della giornata di ieri il governatore della Federal Reserve Bank di St. Louis., James B. Bullard, il quale ha rimarcato la necessità da parte della Fed di gestire l’inflazione prima che questa possa uscire fuori controllo, con l’esigenza di portare almeno al 3,5% il tasso, possibilmente entro la fine dell’anno. Mercati che invece scontano attualmente, entro fine anno, un rialzo dei tassi fino al 2,5% – 2,75%.

La Cina ha risposto che intensificherà il sostegno finanziario alle industrie, alle imprese e alle persone colpite dall’epidemia di COVID-19, nell’ambito delle misure per attutire il rallentamento economico. La crescita del PIL del primo trimestre ha sorpreso al rialzo, con il 4,8% su base annua, ma sia le vendite al dettaglio che i dati sulla disoccupazione indicano un rallentamento a marzo poiché i freni COVID hanno colpito l’attività.

Nel frattempo, i titoli tecnologici cinesi soffrono la decisione di un possibile abbandono dal listino americano da parte di Didi. Il gigante del ride-sharing ha fissato per il 23 maggio il voto degli azionisti sul delisting dalla Borsa di New York. DiDi non farà domanda per la quotazione delle sue azioni in nessun’altra borsa valori prima del completamento del delisting, secondo una dichiarazione di sabato.

Trimestrali: Prima della campana di oggi, Johnson & Johnson e il colosso assicurativo Travellers riferiranno i loro ultimi risultati. L’attenzione si concentrerà sugli ultimi guadagni di IBM e Netflix che verranno segnalati a mercati chiusi.

In Europa attenzione invece alle pubblicazioni di L’Oréal, Rio Tinto e Teleperformance;

Giornata odierna priva di importanti appuntamenti macroeconomici, con l’attenzione che resta quindi sull’Outlook da parte del Fondo Monetario Internazionale e dalle notizie provenienti dall’Ucraina.

Criptovalute: Giornata di acquisti sul mercato delle criptovalute con la capitalizzazione complessiva che ha visto un incremento complessivo nelle ultime 24 ore di oltre 4 punti percentuali. Bitcoin ritorno sopra la soglia dei $40mila così come Ethereum sopra i $3mila.

Secondo il FMI, la crescita degli asset crypto dovrebbe destare maggiori preoccupazioni: “Come si può avere una valuta che non è una riserva di valore prevedibile?” così ha riportato la Direttrice del FMI Georgieva.

In aggiunta la direttrice si è soffermata sulle CDBC, con oltre 100 paesi che lavorano sulle monete digitali delle banche centrali, Georgieva ha avvertito che se tutti lavorano su di loro separatamente non ci sarà interoperabilità, creando un mondo molto frammentato.

Tema interoperabilità che ha portato alla ribalta proprio i token che lavoro a riguardo, con Ren +15% protagonista nelle ultime 24 ore (tuttavia a -79% dai suoi massimi). Ren, precedentemente noto come Republic Protocol, è un protocollo aperto ostruito per fornire interoperabilità e liquidità tra diverse piattaforme blockchain. Solamente la settimana scorsa la comunità Ren aveva pubblicato il suo rapporto trimestrale (qui link) evidenziando i suoi ultimi sviluppi.

Il token mostra attualmente una notevole correlazione con Bitcoin a 0.9, sui massimi degli ultimi 30 giorni

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