Fine del rally estivo?

Proseguono le vendite sui mercati azionari, con gli investitori che, in assenza di importanti pubblicazioni macroeconomiche hanno continuato a ponderare le parole dei banchieri a Jackson Hole, il cui messaggio comune è stato lotta all’inflazione.

A tal riguardo le parole del presidente della Fed di Minneapolis, Neel Kashkari, confermano tale giudizio sostenendo come le forti perdite del mercato azionario evidenziano che gli investitori hanno recepito il messaggio che la banca centrale statunitense è determinata a contenere l’inflazione.

Con gli analisti che considerano ormai terminato il rally estivo, i principali interrogativi si sono ora spostati dai massimi ai minimi, ovvero saranno o meno superati i minimi di giugno? Osservando i prezzi dello S&P 500 parliamo pertanto di ulteriori correzioni di poco meno di un 10%.

Non vi è una risposta certa, come certo non vi è nulla in finanza, tuttavia probabilmente potrebbe aumentare la volatilità. La direzione dei mercati sarà decisa dalle letture macroeconomiche in relazione (ma non solo) ad inflazione e occupazione. Pertanto, prima della decisione di settembre la Fed potrà meglio determinare il percorso. Inoltre, aspetto che sembra essere stato obliato dai mercati, la Fed questa settimana è inoltre destinata a intensificare la liquidazione del suo bilancio di quasi 9 trilioni di dollari. Minore liquidità a supporto dei mercati, dopo la brusca impennata in risposta alla pandemia di Covid-19, e con una correlazione che scambia a quasi 0,91.

In Europa, i prezzi del gas naturale e dell’energia elettrica sono scesi dopo che la Germania ha affermato che i suoi depositi di combustibili fossili si stanno riempiendo più velocemente del previsto, sulla scia del possibile accordo a breve tra Francia e Algeria (terzo fornitore nei confronti dell’Europa dopo Russia e Norvegia) e con l’UE che si prepara ad entrare nel proprio mercato energetico per smorzare l’impennata dei costi. Sebbene l’obiettivo sia quello di ridurre il forte aumento dei prezzi, ci sono stati pochi o nessun dettaglio sulle modalità. Una boccata di ossigeno per i consumatori, con le pressioni dell’inverno e dello stoccaggio che alimentano il fuoco della preoccupazione e speculazione.

Se da una parte i rincari dei prezzi del gas offrono una pausa dall’altra quelli del greggio proseguono al rialzo. Brent tornato sopra i $105 al barile (ieri +4%) e WTI sopra i $97 sostenuti dalla valutazione di potenziali tagli alla produzione da parte dell’OPEC+ (prossima decisione attesa per il 5 settembre) e ai rischi di approvvigionamento nei principali Paesi produttori di petrolio.

Inflazione al centro dell’attenzione oggi, con le pubblicazioni dei dati in Spagna e Germania. Numeri che potrebbero mostrare un ulteriore aumento delle pressioni inflazionistiche nonostante gli sforzi del governo per arginare l’aumento dei prezzi

All’ordine del giorno ci sono inoltre le vendite al dettaglio in Spagna, con le ultime tre rilevazioni mensili che hanno mostrato flessioni, le vendite industriali in Italia, la fiducia dei consumatori in Europa e negli Stati Uniti per il mese di agosto, le aperture di lavoro JOLTS (con l’ultima lettura che ha evidenziato il valore più basso degli ultimi nove mesi e soprattutto il terzo calo consecutivo) ed infine i dati sui prezzi delle case. Il presidente della Fed di New York Williams dovrebbe inoltre intervenire in relazione al tema sulle prospettive economiche degli Stati Uniti.

Sul fronte societario sono attese le pubblicazioni delle trimestrali per: Baidu, Best Buy, Chewy, CrowdStrike, Hewlett Packard Enterprise e HP Inc.

Cripto: mentre il mondo azionario ha ieri registrato una nuova correzione, Bitcoin ha trovato nell’area dei $20.000 un nuovo supporto per chiudere la seduta in rialzo. Con la minore propensione al rischio, tuttavia, il supporto potrebbe essere nuovamente sollecitato.

Intanto sul fronte dell’adozione del mondo delle criptovalute il sito web dell’Amministrazione di Mendoza, in Argentina, ha iniziato ad offrire ai suoi circa due milioni di residenti l’opzione di pagamento in criptovalute. Nelle spiegazioni le stablecoin USDT di Tether e DAI di MakerDAO sono mostrate come due opzioni di pagamento in criptovaluta. Con un peso argentino che solamente da inizio anno ha visto deprezzarsi nei confronti del dollaro statunitense del 26%, dell’88% negli ultimi 5 anni e soprattutto con un’inflazione che nell’ultima lettura si è assesta ad un +71% non sorprende la ricerca di metodi alternativi di pagamento. Questo nonostante il rapporto del paese con le criptovalute resta assai complicato.

 

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