Il ritmo frenetico dei mercati può rendere difficile tenerne il passo, con notizie che potrebbero sfuggire all’attenzione a causa della predominanza delle notizie delle grandi aziende di Wall Street. Tuttavia, prima di tornare in America, mentre i mercati europei chiudono per lo più in contrazione nella seduta di giovedì, tra letture di dati macroeconomici e risultati aziendali contrastanti, merita l’inizio di questo blog la performance di Ferrari. Per chi fosse interessato poche settimane fa avevamo analizzato il suo business in Stock Break, qui il link
La variazione giornaliera del +9,2% potrebbe non rappresentare la massima variazione registrata, ma è comunque degna di nota, posizionandosi al quarto posto dietro al +11% del 30 gennaio 2019, al +10,7% del 23 marzo 2020 e al 10,38% del 16 febbraio 2016. Ferrari ha stabilito altri record, nonostante la delusione in Formula 1 nel 2023. In Borsa, Ferrari continua a distinguersi positivamente, sorprendendo gli investitori con una crescita del 52% lo scorso anno e un aumento del 15% dall’inizio di quest’anno. Questi indicatori confermano la performance favorevole del titolo, che ora è diventato la prima azienda italiana per capitalizzazione (64,60 miliardi di euro), superando Enel.
Va sottolineato che la società presenta margini operativi da pole position, attestandosi al 27.1%, in costante crescita negli ultimi anni. “Vendere sempre un’auto in meno” – questo è uno dei motti di Ferrari, e la crescita delle consegne del 3,3%, pari a 13.663 unità, in combinazione con un aumento dei ricavi del 17,2%, sono solo i primi numeri che sottolineano il suo potere. A questi si aggiungono una crescita dell’Ebit del 31,8% e un aumento dell’utile netto del 34%. La ciliegina sulla torta arriva successivamente. La firma del pluripremiato pilota britannico di Formula Uno, Lewis Hamilton, aggiunge emozione, poiché si unirà alla Ferrari per la stagione 2025. La scuderia di Maranello non vince un campionato pilota dal 2007 (Kimi Raikkonen) e il campionato costruttori dal 2008, rendendo l’annuncio di Hamilton un momento significativo per gli appassionati di Formula 1 e per rinforzare il marchio Ferrari.
La chiusura in rialzo dei mercati azionari globali ieri, trainati dall’andamento positivo dei mercati statunitensi, ha evidenziato una giornata interessante caratterizzata da molte variabili in movimento. Nonostante l’incertezza degli investitori, è importante notare che i dati macroeconomici sono solidi, con letture sull’inflazione più contenute, una politica monetaria che si apre all’allentamento e dati sugli utili aziendali positivi. Questi fattori sembrano aver compensato le cattive notizie provenienti dal settore bancario, i timori geopolitici e la crisi del settore immobiliare cinese, evitando un crollo delle azioni.
Le azioni statunitensi hanno chiuso moderatamente in rialzo, recuperando gran parte delle significative perdite registrate mercoledì, quando il presidente della Fed, Powell, ha dichiarato di non prevedere un taglio dei tassi della Fed a marzo. Gli acquisti sono stati sostenuti dalle richieste settimanali di disoccupazione, che sono aumentate inaspettatamente al livello massimo degli ultimi due mesi e mezzo, e dalla produttività non agricola del quarto trimestre, che è cresciuta più del previsto. Questi fattori sono stati considerati accomodanti per la politica della Fed. Le azioni hanno successivamente mantenuto i guadagni, incoraggiate dalle prospettive di un atterraggio morbido migliorate, in particolare dopo che l’indice manifatturiero ISM di gennaio è salito inaspettatamente al massimo di 15 mesi. Il forte PMI della Corea del Sud, pubblicato oggi, insieme a un ISM statunitense solido, alimenta le speranze di una robusta ripresa del settore manifatturiero guidato dalla tecnologia. Sul lato negativo, come precedentemente anticipato, si è verificata la debolezza dei titoli bancari regionali. Il New York Community Bancorp è crollato di oltre il 11% al minimo degli ultimi 23 anni, aggiungendosi al crollo del 37% di mercoledì dopo aver tagliato il dividendo e aumentato le riserve per perdite su prestiti a 552 milioni di dollari. Questo calo è stato in gran parte attribuito all’esposizione ai prestiti immobiliari commerciali.
Intanto, altre tre delle “Magnifiche sette” – Amazon, Meta e Apple – hanno svelato ieri sera i loro risultati finanziari. Attualmente, il mercato risponde in modo decisamente positivo a Meta Platforms (+14%) e Amazon (+6,9%), mentre Apple registra un calo del 3,16% nel dopo-borsa. Facebook, che si appresta a festeggiare il 22º compleanno domenica, sembra diventare sempre di più un prodotto rivolto ai “boomer”. Molti giovani stanno preferendo altri social, nonostante Instagram rimanga sotto l’ombrello di Meta Platforms. La decisione di offrire un dividendo per la prima volta nella sua storia, sebbene ben accolta dal mercato, suona strano per i titoli growth. Nel frattempo, la costante crescita dei ricavi e, soprattutto, il colmare del divario tra l’utile netto e le spese in ricerca evidenziano l’efficacia della ristrutturazione avviata nel 2022. Così come Meta Platforms, anche Amazon.com ha trascorso il 2023 tagliando i costi e riorientando le proprie attività. Tuttavia, sembra che questa strategia abbia dato i suoi frutti in modo proficuo per gli investitori, i quali probabilmente continueranno a beneficiarne. Entrambe le società hanno anche registrato una crescita dei ricavi del trimestre festivo nelle loro attività centrali – pubblicità digitale per Meta e vendite e-commerce per Amazon – che ha superato le stime. Per Apple, nonostante la società sia tornata a registrare una crescita annuale nel fatturato, un dato che mancava da quattro trimestri, ciò non è bastato a sollevare l’umore degli investitori. Le preoccupazioni sul rallentamento in Cina, che rappresenta circa un quinto del suo fatturato, stanno pesando sull’andamento della società. La prossima presentazione del Vision Pro di Apple sarà in grado di distogliere l’attenzione e cambiare il sentimento degli investitori?
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