Fed resta accomodante, bene Facebook ed Apple

L’attesa degli investitori ieri era tutta per le trimestrale di Facebook ed Apple e, congiuntamente, per l’esito della riunione di politica monetaria della Fed e per le parole di Jerome Powell in sede di press conference. Il tutto, nel quadro di una reporting season che continua ad evidenziare segnali di ripresa in diversi settori, in Europa come negli Stati Uniti.

Sul primo fronte, la FED non solo ha confermato le misure attuali per favorire la ripresa economica, ossia tassi d’interesse a zero e politica di acquisto di titoli per $120 miliardi al mese, ma anche l’intenzione di sostenre la ripresa con una politica monetaria ancora decisamente accomodante. In generale, Jerome Powell ha confermato la ripresa in atto, pur ponendo l’accento sulle valutazioni degli asset finanziari che attualmente restano “alte”, sottolineando come su diversi settori la ripresa sia addirittura sorprendente rispetto alle attese. Sul fronte delle pressioni inflazionistiche, la visione del numero uno della Fed è che i livelli attuali siano in linea con la visione di un fenomeno esclusivamente temporaneo di ripresa dei prezzi. 

A Wall Street, nell’attesa dei risultati di Facebook ed Apple, ieri si è registrato il forte rialzo di Alphabet, che ha chiuso in rialzo del 3,16%, in scia agli ottimi risultati trimestrali, spingendo l’S&P500 a nuovi massimi storici e sostenendo anche i livelli tecnici del Nasdaq. Nello specifico, a sostenere la controllante di Google è stato l’annuncio di utili record per il secondo trimestre consecutivo e un programma complessivo di buyback per $50 miliardi di dollari.  Il settore delle telecomunicazioni, di cui Alphabet fa parte, ieri ha chiuso in rialzo del 2,3%, in testa tra gli 11 principali indici settoriali dell’S&P 500. 

Infine, dopo la chiusura di Wall Street, sono stati rilasciati i dati di Facebook ed Apple. La prima ha riportato risultati ampiamente sopra le stime, sia per utili che per ricavi, con questi ultimi che sono saliti del 30% su base annua, grazie ad un aumento del prezzo medio degli annunci pubblicitari e arrivando a toccare il +6% nell’aftermarket. Per quanto riguarda Apple, la società di Cupertino ha chiuso il trimestre con una crescita dei ricavi del 54% su base annua, largamente al di sopra delle stime degli analisti, annunciando un piano di riacquisto azioni per $90 miliardi.   

TECHNICALS IN FOCUS

IWM

La divergenza rialzista registrata nell’ultimo mese sui minimi di periodo ha spinto IWM sopra la prima resistenza di area $225, con area $235, massimo storico, come prossimo target. Un estensione del rialzo sopra il massimo proietterebbe l’indice verso area $245 e $250. La zona di prezzo intorno a $220 resta il principale supporto per il Russell 2000 e, in caso di cedimento, il supporto immediatamente successivo si troverebbe in area $210, minimo già toccato il 25 Marzo scorso.

Abbot Laboratories: Q1 in linea con le attese, business resiliente ed in miglioramento

Il 20 Aprile scorso Abbot ha riportato il risultati per il primo trimestre dell’anno. Nei primi tre mesi dell’anno il gigante del settore farmaceutico ha generato $10,5 miliardi di ricavi, in aumento di oltre il 35% rispetto allo stesso periodo del 2020. L’utile netto è risultato di poco inferiore a $2,37 miliardi di dollari, o $1,32 dollari per azione, in aumento di oltre il 100% su base annua. Rispetto alle stime di consenso la società ha mancato le stime degli analisti in termini di ricavi, che si assestavano intorno a $10,69 miliardi, mentre il suo utile netto per azione ha invece battuto le attese, che erano per $1,27 per azione. 

Abbott Laboratories è attiva da oltre cento anni ed è uno dei principali player del settore farmaceutico globale, con una capitalizzazione di mercato da $216 miliardi, inferiore solo a Johnson & Johnson e Pfizer, e ricavi annuali intorno ai $35 miliardi.

Nel corso del 2020 l’azienda ha beneficiato notevolmente della vendita di apparecchiature di test per il Covid-19. L’aumento dei ricavi nel primo trimestre sono in larga misura dovute ai prodotti “collegati” al Covid, mentre il resto del business è cresciuto ad un livello più in linea con la media storica. 

Il management ha confermato le stime di un utile per azione pari a $5 per azione nel 2021, in crescita del 37% rispetto all’anno precedente. A partire dal 2013, ossia da quando Abbott ha effettuato lo scorporo di AbbVie, l’utile per azione è cresciuto ad un tasso di crescita annuo composto del 7,8%.

Sul piano strategico, Abbott è stata in grado di adattarsi molto rapidamente alle sfide del Covid-19 e raccogliere i frutti della crescita della domanda di apparecchiature diagnostiche. In generale, l’azienda ha sempre mantenuto un alto livello di spesa in ricerca e sviluppo, il che ha consentito di aumentare il dividendo per 49 anni consecutivi. 

Dal 2013 l’aumento medio annuo dei dividendi è stato del 12,5%, con l’ultimo incremento che ha portato a un aumento del 25% ed un payout ratio previsto nel 2021 per il 36%, un livello decisamente sostenibile. 

Abbot Laboratories scambia su un multiplo P/E vicino a 38 volte gli utili del 2021, in linea con la sua media storica, ed un dividend yield intorno all’1.5%, in linea con quello dell’S&P500. Il titolo presenta un Beta di 0.7 ed una volatilità relativa inferiore a quella dell’S&P500 e appare adeguatamente prezzato, restando un ottimo titolo su cui entrare nelle fasi di correzione.

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