Seconda settimana consecutiva di correzione sul principale listino americano, con lo S&P 500 in flessione di uno 0,28% trascinato dai maggiori timori per un’economia americana troppo robusta per poter assistere ad un cambio di rotta da parte della sua banca centrale. I dati americani sul mercato del lavoro e quelli sulle vendite al dettaglio, accompagnati dagli interventi dei vari membri della Fed, non aiutano quella narrativa sul tasso terminale e pivot che dallo scorso anno tendono ad essere rivisti al rialzo. In tale dipinto restano tuttavia alcune sfumature. In particolare, nonostante le pressioni del mondo obbligazionario, con i rendimenti dei Treasury a 2 e 10 anni in rialzo da circa 4 settimane consecutive, i settori statunitensi Growth hanno continuato a sovraperformare quelli Value, con la scorsa settimana che ha registrato una chiusura in rialzo tra gli ETF IWF (Russell 1000 Growth) e IWD (Russell 1000 Value) del +0,45%, così come del Nasdaq 100. Il potenziale di una Fed più energica e il recente aumento delle aspettative sui tassi potrebbero essere un catalizzatore di nuova volatilità, il che giustifica un atteggiamento maggiormente protettivo. I tradizionali settori difensivi (utilities, beni di prima necessità, sanità) sono gli unici, insieme all’energia, ad essere in calo quest’anno. Tuttavia, fino a quando non sarà più chiaro fino a che punto la Fed vorrà spingersi oltre, questi settori potrebbero tornare in auge.
Inoltre, nonostante prevalga uno scenario maggiormente ottimistico sul futuro dell’economia americana, tra atterraggio morbido o perfino assenza di recessione, i dati di venerdì offerti dalla Fed di St. Louis riportano attese per una crescita del PIL statunitense (Real GDP Nowcast) per il primo trimestre in deciso territorio negativo (-1,1% a/a).
Europa che, nonostante un chiaro prossimo percorso al rialzo dei tassi della BCE, censisce un deciso buon umore nei suoi investitori. Il rapporto tra la performa dello S&P 500 con il benchmark europeo Stoxx 600 registra la migliore performance europea settimanale dalla prima settimana di gennaio. Un chiaro segnale delle maggiori opportunità europee, le quali restituiscono valutazioni maggiormente economiche su ciascun singolo settore, benché accompagnati da tassi di crescita simili o persino migliori.
L’attuale settimana si preannuncia interessante, sebbene corta per i mercati statunitensi, con Wall Street chiusa oggi per il Presidents Day. Negli Stati Uniti, i verbali della riunione del FOMC (atteso per mercoledì) e i discorsi dei funzionari della Fed saranno sotto i riflettori, dopo che i dati economici più caldi hanno alimentato la speculazione di un rialzo dei tassi da parte della Federal Reserve più consistente rispetto all’inizio del mese e più prolungato. Dopo le pubblicazioni sull’inflazione al consumo e alla produzione della scorsa settimana gli investitori osserveranno le pubblicazioni dell’indicatore dell’inflazione CPE, maggiormente favorito dalla Fed, atteso per mercoledì, per meglio analizzare l’evoluzione dei prezzi statunitensi. È evidente che la riduzione dell’inflazione sta procedendo a un ritmo più lento rispetto alle previsioni, ma questo non altera la tendenza della disinflazione. Tuttavia, il raggiungimento dell’obiettivo di inflazione stabilito dalla Fed non sarà un percorso facile e lineare. Gli investitori sono ora convinti che il picco dell’inflazione sia stato superato, e quindi la velocità con cui l’inflazione diminuirà diventa sempre più rilevante. Gli investitori presteranno inoltre molta attenzione ai dati sulla spesa personale e sul reddito, che dovrebbero mostrare una spesa per i consumi in ripresa dopo l’eccezionale rapporto sulle vendite al dettaglio di gennaio. Inoltre, la prossima settimana sarà presentata la seconda stima del PIL del quarto trimestre, con gli analisti che prevedono una revisione al rialzo al 2,9% dal 2,8% preliminare. Si terrà anche la lettura finale del sentimento dei consumatori dell’Università del Michigan e dei PMI globali di S&P per il mese di febbraio. PMI che potrebbero offrire volatilità sul mercato, in bilico tra rischio recessione (inversione curva dei tassi) e di un’economia valutata ancora troppo calda. Di solito si vorrebbe vedere un’espansione nel numero PMI, ma con la FED apparentemente decisa a cercare di danneggiare l’economia per far scendere l’inflazione, un numero caldo potrebbe essere visto come negativo. Al contrario, se si tratta di un altro mese al di sotto di 50 e di un valore inferiore a quello del mese scorso, gli operatori di mercato potrebbero considerare positivo il fatto che la Fed non debba iniziare ad alzare i tassi in modo più aggressivo.
In Europa, i PMI preliminari S&P per la zona euro, la Germania e la Francia dovrebbero indicare un altro mese di crescita del settore privato a febbraio, grazie all’aumento della produzione manifatturiera e a una diminuzione più lenta dell’attività di servizio. Ripresa dei PMI che dovrebbe essere inoltre accompagnata da un miglioramento del sentiment tedesco, con l’indicatore di fiducia economica ZEW, della fiducia dei consumatori GfK e dell’indicatore Ifo attesi al rialzo. Attenzione, inoltre, alle letture di giovedì sull’inflazione dell’Eurozona per gennaio, la quale è attesa confermare la lettura preliminare con un tasso al 8,5% a/a. Altri dati da seguire riguardano il sondaggio preliminare sui consumatori, l’aggiornamento del PIL e dei prezzi al consumo del quarto trimestre in Germania, le registrazioni di automobili dell’Unione Europea.
Ripresa della fiducia dei consumatori attesa anche nel Regno Unito con dell’indicatore GfK che potrebbe offrire interessanti spunti. Tuttavia, il settore privato britannico dovrebbe ancora contrarsi, anche se a un ritmo più lento, come evidenziato dai PMI preliminari S&P.
Sul fronte delle trimestrali Walmart e Home Depot sono attese diffondere gli utili del quarto trimestre il 21 febbraio, con gli analisti che prevedono numeri solidi per il trimestre festivo e indicazioni caute per l’anno a venire. Mentre il rapporto sulle vendite al dettaglio per gennaio è stato più forte del previsto, le parole delle due società sulle tendenze attuali potrebbero avere un impatto sul mercato in generale. Tra i principali nomi attesi nella settimana si riportano: Nvidia, Palo Alto Networks, Baidu, TJX Companies, eBay, Etsy, Lucid Group, Alibaba, Booking Holdings, Moderna, Domino’s Pizza.
In Italia nella settimana sono invece attesi i rilasci per Campari, Recordati, Eni, Pirelli, Stellantis e A2A sono attesi.
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