Euforia e incertezza: I mercati finanziari statunitensi e le divergenze delle politiche monetarie

Risalendo ai massimi registrati nell’aprile 2022, i mercati finanziari statunitensi sembrano ancora pervasi da un’atmosfera di euforia che resiste alla frenesia degli investitori. È interessante notare che nel marzo dello stesso anno la Federal Reserve ha iniziato un ciclo di rialzi dei tassi, portando il tasso ufficiale dallo 0,25% all’attuale livello del 5,25%.

Nonostante le preoccupazioni che hanno dominato lo scorso anno, quando l’aumento dei tassi e l’accelerazione dell’inflazione hanno generato incertezza, e quelle che hanno caratterizzato l’anno in corso, dalle turbolenze nel settore bancario alle previsioni al ribasso sugli utili, i mercati sembrano aver ritrovato slancio grazie alla fervente adozione dell’intelligenza artificiale. I mercati sono tornati a una tendenza rialzista, con l’indice S&P 500 in crescita di circa il 16% dall’inizio dell’anno e i futures dell’S&P 500 in grado di chiudere al rialzo nelle ultime sei sedute consecutive. Tuttavia, la situazione rimane incerta nel breve termine, con la possibilità di prese di profitto. Ciò è evidenziato dal fatto che il VIX, indice di volatilità, si è mantenuto a livelli notevolmente bassi negli ultimi mesi, mentre il Fear & Greed Index ha raggiunto livelli di estrema avidità. Inoltre, l’RSI (Relative Strength Index) si è recentemente posizionato in un’area di ipercomprato (RSI a 14 giorni a 76 nel momento della stesura).

La giornata odierna potrebbe rappresentare un nuovo banco di prova per i mercati finanziari, in conclusione di una settimana in cui sono state superate con successo diverse sfide. In particolare, oggi si farà riferimento al cosiddetto “Giorno delle tre streghe” (che, ironicamente, comprende quattro eventi), un evento che coinvolge i trader di strumenti derivati. Durante questa giornata, i trader sono tenuti a rinnovare o aprire nuove posizioni sui derivati, il che spesso comporta adeguamenti e aggiustamenti del portafoglio. Questi processi possono generare un aumento significativo dei volumi di scambio e improvvisi scostamenti dei prezzi. Il “Giorno delle tre streghe” è spesso caratterizzato da una maggiore volatilità e può rappresentare un momento cruciale per i mercati finanziari, con influenze dirette sia i mercati azionari che quelli dei derivati.

Le azioni statunitensi sono salite costantemente durante la sessione di ieri, chiudendo vicino ai massimi di giornata. L’S&P 500 si è assestato sopra il livello di 4400 e si avvia verso la quinta settimana consecutiva di guadagni, un risultato che non si registrava dal novembre 2021. Dall’altra parte dell’oceano la situazione è stata differente. Il rialzo di 25 punti base della Banca Centrale Europea ha portato a un significativo aumento dei rendimenti, accompagnato da un rafforzamento dell’euro. Le azioni europee, già in calo prima della riunione, influenzate anche dai deludenti dati economici cinesi, sono scese ulteriormente subito dopo per poi recuperare parzialmente fino alla chiusura. In Europa, si osserva ancora una tendenza alla cautela e ad una rotazione difensiva. Situazione che tuttavia non scoraggia alcune Piazze Finanziarie, con Francoforte (per la seconda volta in meno di un mese) nuovamente al retest dei suoi massimi storici e Milano alla sfida del muro dei 28.000 punti.

La riunione della BCE di ieri ha rispettato le aspettative con un aumento dei tassi di interesse di 25 punti base e la decisione ufficiale di interrompere i reinvestimenti degli acquisti di attività finanziarie a partire da luglio. Lo staff della BCE ha rivisto al rialzo le proiezioni per l’inflazione, nonostante un percorso di rialzi dei tassi che viene ad essere presentato come ancora non giunto al capolinea. Durante la conferenza stampa, la presidente Lagarde ha adottato un tono chiaro e diretto, tuttavia il mantra di una destinazione nota ma di un viaggio ancora sconosciuto potrebbe non offrire le certezze che i mercati cercano nella forward guidance. Di certo infine non aiuta il recente rally sul mercato del gas europeo, con i prezzi del TTF saliti di oltre il 53% nel mese di giugno – sebbene a livelli decisamente lontani rispetto a quelli di marzo 2022.

Le divergenze nelle politiche monetarie stanno avendo un impatto sul mercato valutario, con l’indice del dollaro in procinto di registrare la terza settimana consecutiva di calo. Mentre la Federal Reserve ha messo in pausa la sua campagna di inasprimento dei tassi di interesse, altre importanti banche centrali continuano ad aumentarli. Gli investitori sembrano non credere alle prospettive di un doppio rialzo dei tassi da parte della Fed e stanno scommettendo che i tassi d’interesse negli Stati Uniti potrebbero essere prossimi al loro picco (al massimo un nuovo rialzo di 25 pb). Nel frattempo, la Banca centrale europea ha effettuato un ulteriore aumento dei tassi di interesse di 25 punti base, segnalando un ulteriore inasprimento. Anche la Banca d’Inghilterra si sta preparando ad aumentare i tassi nella prossima riunione di giugno, mentre la Reserve Bank of Australia e la Bank of Canada hanno sorpreso con aumenti dei tassi questo mese. Con il minor rischio di una recessione (si vedano inoltre gli acquisti sul rame) gli acquisti sul dollaro potrebbero trovare, al momento, un minor supporto.

 

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