Mentre lo S&P 500 ha recentemente superato la soglia dei 5000 punti, Bitcoin non ha voluto essere da meno, tornando a scambiare sopra i 50.000 dollari, dopo circa 776 giorni di assenza. Si tratta della fine di un periodo tormentato, che ha visto la regina dei crypto asset perdere oltre il 68%, toccando minimi in area dei $15.000, tra scandali, arresti e crolli. Tuttavia, questi eventi non hanno mai scalfito la fiducia dei suoi più accaniti sostenitori, che l’hanno difesa senza stregua anche nei periodi più bui. Di fatto, attualmente 48,75 milioni di indirizzi attivi, ovvero oltre il 94%, risultano in profitto stando ai dati Intotheblock. La correzione post approvazione ETF ha generato un classico sell the news, tuttavia tra aspettative di una politica monetaria più allentata, l’halving e l’afflusso di capitali mediante ETF, che dopo aver subito il deflusso dal fondo Grayscale mostra afflussi netti e promette di ampliare la base di operatori, rappresentano tutti fattori per i quali risulta difficile abbandonare la barca, tanto più che il Bitcoin non ha aggiornato i suoi massimi storici.
Oltre al Bitcoin, Ethereum dovrebbe attirare l’attenzione degli investitori. Finora, ha mantenuto un andamento simile a quello del Bitcoin in questo periodo, ma ha registrato una sottoperformance nel 2023, aprendo la possibilità di superare la valuta principale nel corso dell’anno. Tale scenario potrebbe essere favorito dall’eventuale approvazione di un ETF spot su Ethereum entro maggio. Nonostante l’approvazione di un ulteriore ETF potrebbe sembrare un passo prematuro, l’aumento delle aspettative potrebbe influenzare positivamente il prezzo di Ethereum. Nel frattempo, Franklin Templeton, un istituto di Wall Street con 1.400 miliardi di dollari di asset in gestione, ha presentato alla SEC una proposta per il lancio di un fondo negoziato in borsa (ETF) su Ethereum, denominato “Franklin Ethereum Trust”.
Gli Exchange-Traded Fund (ETF) o i Fondi Comuni d’Investimento (Mutual Fund) non rappresentano solo la storia di Bitcoin, ma stanno dominando sempre più la scena anche a Wall Street. Secondo le stime di Bloomberg, il denaro gestito passivamente ha appena superato il 50% di tutti gli asset.
La lotta per la posizione nella classifica delle società a maggiore capitalizzazione si intensifica a Wall Street. Nvidia, con un notevole aumento del 77% nel suo valore azionario negli ultimi 6 mesi (45,8% da inizio anno), insieme a una crescita del fatturato del 57% nell’ultimo anno, margini lordi del 69% e netti del 42% (i più alti tra i sei principali titoli), si propone di superare Amazon. Tuttavia, nonostante il robusto rally, il fatturato di Nvidia si attesta a circa 44,87 miliardi di dollari, l’unico tra i primi 7 titoli a maggiore capitalizzazione che registra un fatturato inferiore ai 50 miliardi di dollari. Questo dettaglio, unitamente al rapporto P/S NTM (Price to Sales Next Twelve Months) di Nvidia, attualmente di 39,8 volte (il valore più alto tra le prime sei società, con un valore mediano di 7,5x), potrebbe sollevare preoccupazioni significative in termini di valutazione, specialmente in caso di inciampi durante il percorso.