Elevata incertezza sul futuro dei mercati finanziari, ma investitori trovano conforto nei supporti delle banche centrali e degli istituti finanziari

Se solamente due settimane fa si fosse previsto che avremmo avuto una corsa agli sportelli e la liquidazione di diverse banche importanti, che la Fed e la SNB sarebbero dovute intervenire, mentre il petrolio sarebbe crollato ai minimi di 52 settimane quale sarebbe stato il target che avremmo ipotizzato sui mercati finanziari? Di sicuro non quello attuale, con lo S&P 500 in leggera flessione di meno di un punto percentuale e il Nasdaq persino in rialzo del 2,8% dall’apertura dello scorso giovedì.  Quindi, il mercato non crede ad un effetto domino, con perdite limitate ad alcuni player, oppure è solamente un rimbalzo in attesa di nuovi scossoni. Probabilmente, con l’elevata incertezza di previsioni, se ci dovessero essere o meno nuovi istituti finanziari in pericolo, la risposta potrebbe essere nel mezzo. Sicuramente, la volatilità potrebbe nuovamente essere protagonista, ma quello a cui stiamo assistendo è certamente una dimostrazione di un mercato decisamente resiliente, sebbene vittima dell’eccessiva dipendenza dal supporto monetario.

I settori difensivi hanno offerto il riparo alle vendite di panico registrate, con acquisti sui titoli di Stato (e ovviamente con i rendimenti in calo), così come sui classici settori quali quelli relativi ai beni di consumo di prima necessità, utility e sanitario. Di contro, i settori ciclici, più sensibili al potenziale rallentamento della crescita economica, si pensi al comparto energetico, dei materiali, industriale e finanziario, hanno registrato le maggiori vendite. Tecnologico e servizi di comunicazione che invece hanno beneficiato delle maggiori pressioni al ribasso sui rendimenti dei Treasury e del potenziale percorso della Fed.

Questo atteggiamento più difensivo potrebbe persistere nel breve termine ma bisognerà tenere in considerazione come i mercati tendono a muoversi in anticipo rispetto all’economia e possono iniziare a riprendersi mesi prima della crescita economica. Volatilità che potrebbe pertanto essere utilizzata per diversificare il portafoglio e, infine, aggiungere investimenti di qualità a prezzi migliori.

Ad offrire ottimismo ieri agli investitori in primis il supporto della SNB (la Banca Nazionale Svizzera) di sorreggere Credit Suisse con un prestito di 54 miliardi di dollari, considerandola una banca di importanza sistemica. Anche in America è stata apprezzata la notizia secondo cui un gruppo di grandi istituzioni finanziarie, tra cui J.P. Morgan, Bank of America, Wells Fargo e Citibank, si sarebbero uniti per sostenere la banca regionale First Republic con circa 30 miliardi di dollari di aiuti.  Con l’attenzione degli investitori sulle notizie bancarie ieri la decisione della BCE, al suo sesto consecutivo aumento dei tassi, ma soprattutto il suo comunicato stampa, ha ricevuto la migliore approvazione dei mercati. Situazione decisamente non semplice, con un’Europa alle prese con inflazione di fondo decisamente non ottimale e con le preoccupanti turbolenze finanziarie in primo piano. Rialzo di 50 punti base, incertezza futura e ritorno ad un percorso maggiormente dipendente dai dati il sentiero intrapreso, con le rassicurazioni della presenza di strumenti a supporto degli istituti finanziari, qualora fosse necessario. Diversi, inoltre, gli interventi del Vicepresidente De Guindos a supporto della situazione generale durante la conferenza stampa. Stupisce tuttavia l’inizio del comunicato stampa – “Inflation is projected to remain too high for too long / Si prevede che l’inflazione rimarrà troppo alta per troppo tempo” – con Christine Lagarde a voler mostrare una maggiore attenzione all’inflazione rispetto alla stabilità finanziaria. Ci dovremmo aspettare messaggi simili anche dalla Federal Reserve alla riunione della prossima settimana?

 

Il contenuto di questa newsletter è di natura informativa ed educativa e non può essere considerata come attività di consulenza finanziaria né come raccomandazione all’investimento.

Performance passate non sono indicative di performance future. Il trading è rischioso e si raccomanda di rischiare solo il capitale che si è disposti a perdere.

Dovresti chiedere consiglio a un consulente finanziario indipendente e debitamente autorizzato e assicurarti di avere la propensione al rischio, l’esperienza e la conoscenza opportune prima di decidere di investire. In nessuna circostanza eToro si assumerà alcuna responsabilità nei confronti di persone fisiche o giuridiche per (a) qualsiasi perdita o danno, interamente o parzialmente causati da, dovuti a, o relativi a qualsiasi transazione legata ai CFD o (b) qualsiasi danno diretto, indiretto, speciale, consequenziale o incidentale.

I mercati delle criptovalute sono servizi non regolamentati e non sono controllati da nessun quadro normativo specifico europeo (incluso il MiFID) o nelle Seychelles. Pertanto, quando utilizzi il nostro Servizio di Trading di Criptovalute non potrai beneficiare delle protezioni disponibili per i clienti che ricevono servizi di investimento regolamentati (a seconda dei casi) dal MiFID, come l’accesso al Cyprus Investor Compensation Fund (ICF)/al Financial Services Compensation Scheme (FSCS) e al Financial Ombudsman Service per la risoluzione delle controversie, né delle protezioni disponibili ai sensi del quadro normativo delle Seychelles.