Diventano tre le settimane consecutive di correzione per lo S&P 500, trascinato al ribasso delle preoccupazioni legate alle valutazioni azionarie e dello scetticismo degli investitori nei confronti della narrativa sulla disinflazione. Un mercato del lavoro più forte del previsto, i commenti da falco della Federal Reserve (Fed) e i dati di venerdì sulla spesa per consumi personali, più caldi del previsto, hanno convinto gli investitori che la Fed manterrà i tassi di interesse più alti più a lungo per frenare le pressioni inflazionistiche. Nonostante una Fed che avesse messo nero su bianco nelle sue previsioni (con opzione di revisione, spesso al rialzo) il suo futuro possibile percorso dei tassi, i mercati avevo scommesso su uno scenario decisamente più roseo. Risultato, ora le proiezioni dei mercati risultano essere persino superiori a quelle inizialmente proiettate dal FOMC. In tale contesto lo S&P 500 scambia ora con un rapporto prezzo/utili forward di 17,5x, in deciso calo. Non si salva neanche il fronte europeo dove, nonostante alcune decise buone letture macroeconomiche e societarie l’umore viene ad essere scalfito da una crescita del Pil tedesco per l’ultimo trimestre minore delle attese e, soprattutto, da un’inflazione core rivista al rialzo rispetto alle sue letture preliminari. Conclusione, la scorsa settimana il mercato azionario globale ha visto bruciare circa 2,4 miliardi di dollari in termini di capitalizzazione di mercato.
Con i mercati obbligazionari spaventati sul possibile rallentamento economico, con la curva dei tassi d’interesse invertita, sorprende la scommessa opposta del Dottor Rame, metallo spesso indicatore dell’andamento reale della produzione industriale. Dal ritorno cinese sui mercati il rame ha trovato quella forza necessaria per invertire quel annus horribilis del 2022, sebbene anche lui nelle ultime sedute abbia evidenziato cenni di preoccupazioni.
Settimana importante nei mercati azionari, con l’agenda macroeconomica statunitense che vedrà gli investitori principalmente focalizzati sui diversi interventi dei vari membri della Fed per cogliere eventuali spunti sul rivisto percorso al rialzo. PMI, ordini durevoli, bilancia commerciale, fiducia dei consumatori e dati sul mercato immobiliari le principali letture attese nella settimana.
Settimana decisamente intensa in Europa tra i vari interventi dei funzionari di Francoforte, con le pubblicazioni dei resoconti della riunione di politica monetaria della BCE e dei rapporti sull’inflazione e sull’occupazione nell’Eurozona, in Germania, Francia, Italia e Spagna.
Sul fronte politico settimana acuta: il primo marzo si terrà a Nuova Delhi, sotto la presidenza dell’India, la riunione di due giorni dei ministri degli Esteri del Gruppo dei 20 inizia a pochi giorni dal primo anniversario dell’invasione russa; il 3 marzo il presidente degli Stati Uniti Joe Biden e il cancelliere tedesco Olaf Scholz sono attesi incontrarsi alla Casa Bianca. Infine, Cina protagonista con sabato che inizia la riunione annuale del massimo organo di consulenza politica cinese.
Nel frattempo, la stagione degli utili si sta avvicinando alla fine, ma non mancano i grandi nomi per questa settimana: Bayer, Berkshire Hathaway, Occidental Petroleum, HP, Target, Lowe’s, Merck, Kohl’s, Salesforce e Zoom sono solamente alcuni dei nomi di questa settimana, così come in Italia Saipem, Moncler, Amplifon e Inwit. Attenzione, inoltre, al settore auto con le trimestrali di Nio ma soprattutto con l’investor day di Tesla atteso il primo marzo. La conference dovrebbe essere incentrata sulla linea di produzione, i piani di espansione, la piattaforma di generazione 3, l’allocazione del capitale e altri argomenti.
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