Economia e Politica

Seduta ambigua quella di ieri sui mercati. Mentre i listini del Vecchio Continente, dopo una partenza in negativo, sulla scia della chiusura in calo di Wall Street di mercoledì e di trimestrali delle big europee non rosee come quelle americane (vedi Ericsson e Nokia), riescono tuttavia ad invertire la rotta chiudendo in territorio positivo, trascinati dagli iniziali rialzi americani e dalle notizie politiche europee e inglesi. In America gli indici partono bene ma chiudono in flessione, nonostante il sentiment tutto sommato rialzista offerto dai risultati positivi delle società: AT&T è aumentata di oltre il 7% e IBM di oltre il 4% dopo che gli utili di entrambe le società hanno superato le previsioni.

Le persistenti preoccupazioni per l’inflazione e i timori sul percorso della Federal Reserve hanno indebolito l’ottimismo dei recenti rapporti sugli utili. Secondo il presidente della Fed di Filadelfia Patrick Harker, quest’anno la banca centrale statunitense aumenterà i tassi di interesse “ben al di sopra” del 4% (aspetto quest’ultimo non nuovo con il mercato che sconta già due rialzi di 75 pb e un tasso finale a dicembre al 4,5-4,75%) ma ha anche sì aggiunto come il costo del denaro sarà mantenuto a livelli restrittivi, pur lasciando aperta la porta a fare di più se necessario. Aspetto quest’ultimo che pone maggiore incertezza sul tasso pivot che i mercati devono valutare. In tale contesto di incertezza i rendimenti dei Treasury americani continuano nella lora salita, con il decennale ormai sopra il 4,25%, il livello più alto dal 2008.

Shock nel Regno Unito. Dopo che diversi ministri avevano abbandonato la nave, il primo ministro inglese Liz Truss getta la spugna e riporta le sue dimissioni dopo soli 44 giorni di carica, rendendola di fatto il primo ministro con il minor numero di giorni in carica nella storia inglese. Sarà pertanto nominato a breve (entro il 28 ottobre) il quarto primo ministro in quattro anni, caratteristica non di poco conto in una politica inglese maggiormente caratterizzata dalla stabilità, con solamente quattro diversi governi che si erano succeduti dal 2010 (Cameron, May, Johnson e Truss).

In soli 44 giorni ha presieduto un “mini” bilancio fallimentare contenente 45 miliardi di sterline di tagli fiscali non finanziati, ha innescato straordinarie turbolenze sui mercati della sterlina e dei gilt, ha minato la credibilità del Regno Unito sulla scena internazionale e ha causato danni duraturi al partito conservatore. Questo il giudizio del Financial Times nei confronti della Truss. Di fatto più che una bocciatura politica sembra essersi verificata una bocciatura da parte della City, qualcosa di simile a quello che nel 2011 aveva visto portare le dimissioni di Berlusconi dalla carica di primo ministro. Minimo comune denominatore i rialzi sui rendimenti statali, con in Italia l’attenzione sullo spread e nel Regno Unito sui Gilt a 30 anni.

EUR/GBP è tornato al di sotto di 0,87 e i rendimenti dei gilt a 30 anni sono scesi vicino ai livelli prima dell’annuncio del controverso piano di taglio delle tasse di Truss. Attualmente, l’ex cancelliere Rishi Sunak, l’ex primo ministro Boris Johnson e il leader della Camera dei Comuni Penny Mordaunt sono i primi nomi in lista per sostituire la Truss.

Con l’Europa alle prese con la sfida politica di accordo interno per far fronte alla crisi energetica, ieri i futures sul gas olandese TTF sono saliti di quasi il 13% a 127 €/MWh. Le motivazioni dietro questa salita, tenendo in considerazione come i prezzi siano scesi dal picco del 26 agosto di 342€/MWh di oltre il 66%, sono soprattutto da ricercare nella produzione di gas norvegese, inferiore alle attese. I dati preliminari della Direzione Petrolifera Norvegese hanno infatti mostrato che la produzione di gas naturale è stata in media di 303 milioni di metri cubi al giorno a settembre, in calo rispetto ai 345 mcm/giorno di agosto e al di sotto delle aspettative del mercato di 323,9 mcm/giorno. Sul fronte politica la divisione al vertice europeo a Bruxelles non aiuta a tranquillizzare i mercati.

Nella giornata l’attenzione resta sulla politica con la riunione del Consiglio Ue a Bruxelles e i mercati che continueranno a monitorare l’evoluzione della situazione politica nel Regno Unito.

Tra le pubblicazioni macroeconomiche è attesa la lettura sulla fiducia dei consumatori di ottobre per l’area euro, la quale è attesa continuare al ribasso sulla scia dei timori inflazionistici.

Sul fronte societario sono attese, in particolare, le pubblicazioni sugli utili per Verizon, American Express e Schlumberger per citarne alcune.

 

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