Dibattito presidenziale e trimestrali in focus

I mercati finanziari in queste settimane si stanno avvicinando alla fine del 2020 in quadro in cui diverse informazioni ed aggiornamenti influenzano il sentiment di fondo. All’inizio di una sessione di trimestrali importante, il Covid-19 sta tornando a rappresentare un elemento di rischio per l’economia globale, europea soprattutto. Nel contempo, siamo vicini alle elezioni USA e l’esito, nonostante il vantaggio di Biden, è tutto tranne che scontato, soprattutto con un Presidente uscente come Donald Trump.

Il primo dibattito, a fine Settembre, è stato mal recepito dall’elettorato americano, con un livello di litigiosità dei candidati che raramente si era osservato in passato. Nel complesso, il tema non sembra produrre grandi effetti sui mercati finanziari, anche in ragione delle marginali differenze tra i candidati sul piano delle politiche fiscali: il paese necessità di ulteriore sostegno per contrastare la recessione post-Covid e, in ogni caso, politiche fiscali dovranno essere adottate da chiunque arriverà a sedere alla Casa Bianca.

Nel fine settimana abbiamo assistito alla riunione annuale del Fondo Monetario internazionale, insieme all’appuntamento di Ottobre del Consiglio Europeo. Sul piano macroeconomico, questa mattina sono usciti i dati macro relativi all’economia cinese. Verso la metà della settimana sotto i riflettori sarà il cross EUR/USD, sia in vista della pubblicazione degli indici PMI nell’Eurozona e nel Regno Unito, sia in previsione del dibattito tra i candidati alla presidenza degli Stati Uniti. 

Sul fronte delle trimestrali, questa settimana sono attesi i numeri di Netflix, Tesla, Amazon, Intel e Coca-Cola. Infine, ci attendiamo volatilità sull’EUR/GBP, con i negoziati che proseguiranno questa settimana a Londra, alla ricerca di un accordo con il tempo che stringe.

Positivo l’inizio di settimana sulle piazze finanziarie asiatiche, con la produzione industriale e le vendite al dettaglio in Cina che sono uscite meglio delle attese, e nonostante il PIL invece sia uscito non in linea con le attese degli analisti.

TECHNICALS IN FOCUS

GOLD

Dopo i massimi del 6 Agosto, il Gold ha visto una fase di progressiva distribuzione fino ad un minimo di periodo in area $1.850. Al breakout della trendline ribassista, i primi target sono in area $1.930, $1.950, $1.975 ed infine $2.000. La tenuta dei minimi crescenti da area $1.850 fornisce un quadro di supporto alla struttura grafica dello strumento e la compressione di volatilità fa pensare ad un prossimo movimento direzionale. Sul piano dei supporti, area $1.850 è livello chiave di questa fase, al di sotto del quale, l’estensione ribassista potrebbe spingersi fino a $1.790. 

FUNDAMENTALS IN FOCUS

Citigroup: market leader, business solido e fortemente scontato

Il settore finanziario non ha offerto quest’anno rendimenti all’altezza delle aspettative degli investitori. Le ragioni sono facili da indentificare: la crisi del Covid-19 ha obbligato la società a svalutare una parte del suo portafoglio crediti, l’attività di prestiti si è ragionevolmente contratta ed, infine, il contesto di bassi tassi d’interessa obbliga le istituzioni finanziare a ricercare rendimenti in altri segmenti di business. Sia pure in un contesto simile, un titolo come Citigroup appare oggi largamente sottovalutato ed il suo upside potenziale appare oggi superiore al suo possibile downside.

Il 13 ottobre, Citigroup ha riportato un solido terzo trimestre, con i ricavi per oltre $ 17 miliardi, diminuiti del 7% su base annua. Le spese operative di $10 miliardi sono aumentate del 5%. I costi del credito sono aumentati dell’8% su base annua, ma sono diminuiti in modo costante negli ultimi 3 trimestri. L’utile prima delle tasse si è attestato a $4,076 miliardi, in calo del 32% su base annua mentre l’utile netto è stato pari a $3,23 miliardi, o $ 1,40 per azione, in calo da $ 4,913 miliardi, o $ 2,07 per azione nello stesso periodo del 2019. Il ritorno sull’equity è stato del 7,9%.

L’attività di private banking ha visto i ricavi crescere del 9% da inizio anno, mentre Treasury and Trade Solutions hanno registrato un calo del 5%, nonostante il forte calo dei tassi di interesse. La performance dell’attività di trading è stata notevole, con il reddito fisso e l’azionario salito rispettivamente del 42% e del 18% da inizio anno. Questi ricavi hanno consentito alla banca di produrre rendimenti ogni trimestre, in un contesto economico difficile, anche con l’introduzione della contabilità CECL, che anticipa l’accantonamento delle perdite sui prestiti.

Il grande risultato di questo trimestre per le banche USA è l’aver effettuato accantonamenti sufficienti a coprire le perdite su crediti dovute al Covid-19 nel primo semestre.  

Ai prezzi attuali, Citigroup viene scambiata a circa il 60% del suo valore contabile per azione, che è pari a oltre $70. La capitalizzazione di mercato attualmente è inferiore a $92 miliardi. Citigroup ha realizzato utili per oltre $18 miliardi nel 2019 e circa $17 miliardi nel 2018, avendo restituito rendimenti agli azionisti per quasi $20 miliardi. 

Da inizio 2020, la società ha guadagnato oltre $7 miliardi nonostante abbia raddoppiato le sue riserve per perdite su prestiti con l’aggiunta di circa $ 11 miliardi da inizio anno, in un quadro economico molto complesso. 

Entro due anni, Citigroup dovrebbe essere facilmente in grado di tornare ad offrire un ROE del 10%, il che si tradurrebbe in oltre $7 di utili per azione. Le attese sono inoltre che i riacquisti di azioni proprie possano riprendere all’inizio del prossimo anno, il che accrescerebbe decisamente sia gli utili che il valore contabile per azione. 

Sia pur in un contesto in cui è proibito per le banche riacquistare azioni proprie ed erogare dividendi, Il titolo offre oggi un dividend yield, anche se solo potenziale, pari circa il 4,5%. Lo sconto del 60% del titolo rispetto al valore di libro si associa ad un multiplo Prezzo / Utili pari a 6, un livello inferiore di oltre il 40% rispetto alla sua media storica.

Nel complesso, Citigroup è estremamente sottovalutata a questi valori e, nonostante il divieto di erogare dividendi e di riacquistare azioni proprie, il business mostra una solidità che non è riflessa nei prezzi e nelle valutazioni relative. Per queste ragioni, un brand come Citigroup offre un potenziale notevole, su un orizzonte di medio lungo periodo, per un investitore paziente.

Edoardo Fusco Femiano,

Market Analyst

 

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