Nel corso di un’importante sessione, in cui l’attenzione era focalizzata da giorni sulla lettura dell’inflazione al consumo negli Stati Uniti, i mercati finanziari hanno manifestato una reazione mista tra diverse classi di asset. Il mercato azionario ha registrato un aumento, mentre i rendimenti dei Treasury sono saliti (con conseguente ribasso dei prezzi obbligazionari), e sia l’oro che il Bitcoin hanno segnato un calo. È importante esaminare i fatti.
Per il secondo mese consecutivo, l’inflazione ha superato le aspettative, sollevando interrogativi sulla persistenza dell’inflazione core e sulla sua traiettoria verso l’obiettivo del 2% della Federal Reserve. A febbraio, il tasso d’inflazione statunitense è accelerato al 3,2%, superando le previsioni e il 3,1% di gennaio. Nel frattempo, il tasso core è sceso al 3,8% dal 3,9%, ma rimane al di sopra del consenso del 3,7%. Entrambe le misure sono aumentate dello 0,4% su base mensile, con un’inflazione dei servizi ancorata al 5,0%, circa due punti percentuali più alta rispetto all’inflazione complessiva.
Ma il mercato azionario, a differenza di quello obbligazionario, sembra completamente ignorare i segnali di preoccupazione, alimentato da un clima di euforia che sembra non conoscere freni. Gli investitori, fin dall’inizio dell’anno, hanno ignorato ogni ostacolo emergente, dalle revisioni al ribasso riguardante il percorso di tagli dei tassi, alle crisi nelle banche regionali (come evidenziato dal caso della New York Community Bank) fino alle dichiarazioni aggressive dei banchieri centrali. Nonostante tutto ciò, i mercati rimangono fedeli alla previsione di un possibile taglio dei tassi da parte della Federal Reserve a giugno, con una probabilità stimata intorno al 57%. Gli investitori ora sono in attesa dei dati sulle vendite al dettaglio e sull’inflazione alla produzione negli Stati Uniti che verranno pubblicati nel corso della settimana.
L’analisi della rotazione settoriale rivela che la risposta positiva non è limitata solo alle aspettative favorevoli sull’inflazione, ma riflette anche una frenesia alimentata dall’intelligenza artificiale (AI). Nomi come Oracle e Nvidia hanno registrato notevoli rialzi, indicando un interesse elevato nei settori legati all’intelligenza artificiale.
Oracle, su nuovi massimi storici, ha riportato risultati finanziari positivi nel terzo trimestre fiscale, con un utile per azione di 1,41 dollari, superando le attese, e un fatturato in linea di 13,3 miliardi di dollari. Il segmento dei servizi cloud e del supporto alle licenze, che include server per l’intelligenza artificiale (AI), ha registrato un aumento del 12% rispetto all’anno precedente. Questi dati hanno suscitato entusiasmo riguardo alle prospettive dell’intelligenza artificiale generativa, attirando l’attenzione anche di Nvidia, che ha visto un notevole aumento del 7,2% nel titolo durante la sessione di martedì, aggiungendo 151 miliardi di dollari alla sua capitalizzazione di mercato. Durante la conferenza stampa, Larry Ellison, Chief Technology Officer di Oracle, ha annunciato un importante contratto di infrastruttura cloud con Nvidia nel terzo trimestre fiscale, evidenziando la crescita del business dell’infrastruttura AI di generazione 2 di Oracle. Safra Catz, CEO di Oracle, ha anche anticipato “alcuni annunci congiunti molto interessanti con Nvidia” previsti per la prossima settimana.
Mentre Nvidia registra successi, Tesla sta attraversando un periodo difficile, con una perdita del 28% dal principio dell’anno, equivalente a una svalutazione di circa 224 miliardi di dollari di capitalizzazione di mercato. La casa automobilistica è ora al di fuori della Top 10 delle società americane per capitalizzazione di mercato, affrontando sfide come incendi, concorrenza cinese, cambiamenti nelle preferenze dei consumatori per i veicoli elettrici (EV), pressioni sui margini e questioni di governance.
Boeing ha segnato un calo del 29% YTD, con ulteriori preoccupazioni scaturite da un incidente in cui uno dei suoi jet 737 MAX 9 ha subito un’esplosione a metà volo, risultando in 33 dei 89 controlli della FAA falliti. I funzionari del Cile hanno avviato un’indagine su un recente incidente aereo di un volo Latam da Auckland a Sydney. Inoltre, l’amministratore delegato di United Airlines ha comunicato a Boeing la decisione di non accettare ulteriori Boeing 737 Max 10 a causa dei ritardi nella certificazione, optando per Boeing Max 9 o Airbus A321 finché i Max 10 non saranno certificati. L’amministratore della FAA ha sottolineato che questo rappresenta un cambiamento significativo per Boeing, influenzando anche altre compagnie aeree. L’amministratore delegato di United Airlines ha comunicato a Boeing di non voler prendere in consegna altri Boeing 737 Max 10 a causa dei ritardi nella certificazione e che United passerà ai Boeing Max 9 o agli Airbus A321 finché i Max 10 non saranno certificati. Anche Southwest Airlines è crollata ieridel -14,76% dopo che la compagnia aerea ha annunciato l’intenzione di tagliare gli orari dei voli e di interrompere le assunzioni in risposta al rallentamento delle consegne dei nuovi aerei Boeing 737 Max.