Cresce l’avversione al rischio. Oggi la BCE

Un’altra seduta di distribuzione quella di ieri sui mercati finanziari, con ribassi generalizzati che hanno colpito tutto l’azionario, senza particolari eccezioni sul piano geografico e settoriale, e il mondo delle materie prime. A tenere ieri è stato il comparto obbligazionario, in particolar modo quello dei titoli di stato, in Europa e negli Stati Uniti.

Una serie di fattori stanno concorrendo a questo stato di cose: in primo luogo il sistematico levarsi di toni “hawkish”, da parte di esponenti delle banche centrali in Europa e negli Stati Uniti, a favore di una progressiva uscita dalla fase di stimolo monetario. Secondariamente, un set di dati macroeconomici deboli è sinonimo di minori tensioni sul piano della possibile rimozione degli stimoli monetari e fiscali ma, allo stesso tempo, è il segnale di un economia globale che manifesta qualche incertezza prospettica. Infine, il tema dell’evoluzione del quadro pandemico incide sul sentiment generale, considerando l’avvicinarsi dell’autunno e dell’inverno.

Ieri le borse europee hanno sperimentato il peggior calo delle ultime tre settimane, il giorno prima del meeting della Banca centrale europea che vedrà i membri dell’istituto discutere la riduzione delle attuali misure di stimolo. Pur nel quadro di una flessione che ieri è stata generalizzata, a risentire maggiormente del sentiment debole ieri sono stati i settori economicamente più sensibili, con quello finanziario, automobilistico, energetico e bancario che hanno chiuso in flessione tra l’1,5% ed il 2%.

La seduta non è stata significativamente diversa a Wall Street, in ribasso per le preoccupazioni che la diffusione della variante Delta del coronavirus possa rallentare la crescita economica e per l’incertezza circa la tempistica con cui la Fed ridurrà le sue misure monetarie accomodanti. Da sottolineare che ieri James Bullard, presidente della Federal Reserve di St. Louis, ha affermato al Financial Times che la Fed dovrebbe iniziare la fase di tapering, nonostante il rallentamento della crescita dei posti di lavoro.

Sul piano delle attese circa il meeting di oggi della BCE, Robert Holzmann, governatore della banca centrale austriaca, ieri ha affermato che l’istituto potrebbe presto invertire l’attuale politica monetaria prima di quanto molti si aspettino, alla luce delle pressioni inflazionistiche attuali e nel caso in cui queste si rivelino più persistenti. Le stime degli analisti sono per una riduzione dell’attuale programma di stimolo monetario (PEPP) fino a 60 miliardi di euro al mese, dagli attuali 80 miliardi. Tuttavia, è altrettanto noto che altri esponenti del Consiglio Direttivo della BCE sosteranno l’idea e la necessità di rafforzare altri strumenti di sostegno monetario.

TECHNICALS IN FOCUS

TLT

I movimenti dei rendimenti dei Treasuries sono tra i dati sotto maggior osservazione dagli operatori, nel corso degli ultimi mesi abbiamo assistito ad una notevole compressione degli stessi e ad un aumento dei prezzi dei bond. TLT da alcune settimana si sta muovendo intorno al supporto della MM a 200 giorni, in un quadro di perdita di forza relativa, come evidenziato dalla crescente debolezza dell’RSI, che ora gira sotto area 50. Il supporto chiave resta in area 145, livello al di sotto del quale potremmo attenderci una ripresa del downtrend dell’ultimo anno. A rialzo, il livelli principali sono in area 152 e successivamente area 160.

NUE

Prosegue la fase di distribuzione su Nucor, dopo la formazione di nuovi massimi storici il 13 Agosto scorso. Il primo supporto in focus è in area $110 e al momento, anche su altri timeframe, non si evidenziano segnali di inversione. Un rottura sotto tale livello proietterebbe il titolo su livelli di prezzo ben più significativo, nel range compreso tra $98.6 e $94, dove è lecito attendersi acquisti di capitale “paziente”. Tale livello peraltro coincide con il 61.8% di Fibonacci, area al di sotto della quale la correzione darebbe vita ad un’inversione di trend sul titolo.

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