Covid e dati macro: il sentiment resta fragile

Una flessione generalizzata sui mercati globali si è verificata nella giornata di ieri, e principalmente per due motivi: lo stop del Segretario al Tesoro USA Steven Mnuchin alle trattative con il Congresso per il piano di stimoli economici e le crescenti probabilità di un nuovo lockdown globale. 

Il quadro generale sul Covid-19 ci dice che, al momento, stiamo assistendo ad un forte incremento dei numeri dei positivi al virus ma che, tuttavia, la percentuali di ricoveri e di decessi sul totale dei positivi sono diminuiti in maniera costante nel corso delle ultime dieci settimane e al momento questo dato non mostra segnali di ripresa. Detto questo, gli operatori sono impegnati a considerare l’impatto che un nuovo lockdown, anche parziale, avrebbe sull’economia globale. Con riferimento ai singoli paesi, la Francia ha imposto il coprifuoco in alcune aree del Paese, mentre altri Stati europei stanno chiudendo le scuole e annullando gli interventi chirurgici nel tentativo di contenere l’aumento dei contagi, all’avvicinarsi della stagione invernale.

Ieri sull’azionario europeo ad essere colpiti dai ribassi sono stati soprattutto i titoli dei viaggi e del tempo libero, l’automotive e gli energetici, che sono scesi tra il 2 e il 3,2%. Male anche i titoli bancari, sulla scia di un calo dei rendimenti obbligazionari che tuttavia ignorano il fermento di M&A sul settore. 

In America, Wall Street ha perso terreno, anche sulla scia di un inaspettato aumento delle richieste di sussidi di disoccupazione, che alimenta i timori di stallo della ripresa economica: in particolare, le richieste iniziali di sussidi di disoccupazione nella settimana al 10 ottobre sono aumentate a 898.000 su base destagionalizzata da 845.000 la settimana precedente, secondo i dati pubblicati dal Dipartimento del Lavoro, rispetto ad una previsione di 825.000 richieste per la scorsa settimana. 

Anche il mercato asiatico ha proseguito nella flessione anticipata da Wall Street. Da sottolineare anche il rafforzamento del dollaro in queste sedute, a conferma del clima di cautela che sta caratterizzando l’operatività degli operatori.

Sul piano macroeconomico, oggi attendiamo l’inflazione nell’eurozona, la produzione industriale e le vendite al dettaglio negli Stati Uniti, oltre al sondaggio sulla fiducia dei consumatori elaborato dall’università del Michigan. Chiaramente, ci aspettiamo che a dominare saranno gli aggiornamenti sul Covid-19 e i dati sulle trimestrali americane.

TECHNICALS IN FOCUS

EURUSD

Sull’EURUSD si sta sviluppando una figura tecnica c.d. di “flag”, ossia bandiera. Si tratta di una figura di consolidamento, dopo un trend rialzista sostenuto. Dopo il test di area 1.1840, il cross ora punta ai primi supporti in area 1.16. La rottura di questo livello rappresenterebbe un segnale di debolezza, con la possibile estensione del ribasso verso area 1.15 (61.8% di Fibonacci) e successivamente area 1.1420. Sul piano delle resistenze, solo un superamento di area 1.1840 ridarebbe slancio rialzista al cross.  

FUNDAMENTALS IN FOCUS

Deutsche Telekom: business solido, diversificato e dividend yield > 4%

Con l’avvicinarsi della fine dell’anno, diversi investitori stanno evidenziando l’intenzione di ruotare parte del portafoglio azionario su settori tradizionalmente più difensivi, come le Telecom, le Utilities o i Consumer Staples. Nel panorama delle telecom europee, Deutsche Telecom è sicuramente l’operatore leader, insieme a Vodafone, sebbene a prezzi relativamente più caro rispetto al suo competitor britannico. 

Dopo un inizio di anno molto positivo, DT è entrata in una fase di consolidamento dei prezzi, a causa di una serie di spese straordinarie legata all’implementazione dei processi post-acquisizione di alcuni controllate estere, in particolare Sprint negli Stati Uniti. Ciononostante, la società ha alzato la sua guidance per il 2020, nonostante il calo dell’utile netto registrato nel secondo trimestre, a causa di costi operativi più elevati del preventivato ma grazie all’aumento dei ricavi, grazie soprattutto all’incorporazione di Sprint.

DT ha affermato che aspetta di riportare EBITDA per circa 34 miliardi di euro (40,1 miliardi di dollari) rispetto alla precedente previsione di 25,5 miliardi di euro. L’aumento deve riflettere la fusione di T-Mobile e Sprint, che si è conclusa il 1 aprile. Nonostante l’utile netto trimestrale sia sceso a 754 milioni di euro, dai 944 milioni di euro nel secondo trimestre del 2019, L’ EBITDA è salito a 9,83 miliardi di euro da 6,28 miliardi di euro, in salita anche rispetto alle previsioni di 8,92 miliardi di euro del management.

La società ha inoltre affermato che la pandemia di coronavirus ha continuato ad avere un impatto limitato sull’attività durante il trimestre ed è stata avvertita principalmente nell’attività dei clienti aziendali e nei ricavi del roaming mobile a causa delle restrizioni sui viaggi.

Sul piano strategico, Deutsche Telekom genera larga parte del suo fatturato, circa l’80%, in Germania e negli Stati Uniti. Tuttavia, DT sta pianificando un suo ingresso in Cina, con il sostegno del governo tedesco di Angela Merkel. 

In particolare, la Germania non è mai stata drastica nei confronti dei fornitori cinesi di apparecchiature 5G: diversamente da altri paesi della UE, fra cui il Regno Unito, in cambio dell’ingresso della società in Cina, il governo sarebbe disposto a dare l’approvazione definitiva a Huawei in Germania per il 5G. A sua volta, Pechino sarebbe disponibile a siglare un accordo anti-spionaggio in otto punti, per ridurre decisamente i timori sul fronte sicurezza informatica. Al momento, DT non ha fornito conferme ma la Germania è il paese con la maggior esposizione commerciale alla Cina e un accordo di questa natura avrebbe un forte impatto sui conti e sul profilo di business di Deutsche Telekom.

Sul piano della valutazione, il titolo scambia su un multiplo Prezzo / Utili del 2020 pari a 17, lievemente a sconto rispetto alla media storica degli ultimi 5 anni (18.5) e rispetto alla media dei competitors, vicino a 19. Se consideriamo una crescita degli utili nell’ordine del 3.5% all’anno, in linea con le stime del management, una lieve espansione dei multipli di un 1% annuo, ed un dividend yield del 4% a questi prezzi, ci attendiamo da DT un rendimento medio annuo dell’8% per i prossimi cinque anni.  

 

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