Dopo un anno in cui nulla sembrava andare a favore degli investitori, tra lo scoppio di una guerra al centro del Vecchio Continente, gli effetti negativi, oltre che umani, che questa ha generato sul sentiment ma soprattutto sul mercato delle materie prime, un’inflazione galoppante e banchieri centrali a rincorrerla a colpi di rialzi dei tassi d’interesse, il nuovo anno invece è stato finora l’esatto contrario. Le azioni sono in forte rialzo, mentre i tassi d’interesse sono in calo. Persino le deludenti trimestrali delle Big Tech hanno solamente scalfito, non affossato, il suo sentiment.
La scorsa settimana ha riportato una decisa dose di nuove informazioni su quelli che potrebbero essere considerati i fattori critici per il mercato di quest’anno: la politica delle Banche Centrali, il mercato del lavoro USA e il proseguimento delle trimestrali. Il risultato è stata una nuova settimana di rialzo per il mercato, la quarta nelle prime cinque settimane del 2023 per lo S&P 500 e lo Stoxx 600 (così come per il Ftse Mib) mentre ben la quinta per il Nasdaq 100. Sebbene questo recente rally sia ben gradito, è bene che l’investitore resti vigile essendo ancora prematuro considerare i rialzi come la conferma dall’uscita dalle turbolenze dei mercati.
Trimestrali che per il momento evidenziano quel tono meno positivo sui mercati, con circa il 68% delle società che hanno alzato i veli sui propri bilanci riportare utili il calo del 20% rispetto all’anno precedente, il terzo trimestre consecutivo di crescita negativa su base annua, con il calo maggiore dal secondo trimestre del 2020.
Complessivamente, circa le metà delle società dell’S&P 500 hanno pubblicato i propri dati con utili in calo del 5,3%. Di queste il 70% ha riportato utili superiori alle stime, un dato inferiore alla media degli ultimi cinque anni. Quattro degli undici settori registrano una crescita degli utili su base annua, guidati dai settori energetici e industriali. D’altro canto, sette settori registrano un calo degli utili su base annua, capeggiati dai settori dei Servizi di comunicazione, dei Materiali e dei Beni di consumo.
Le sorprese negative sugli utili riportate dalle società dei settori dei servizi di comunicazione, dell’informatica e dei beni di consumo, parzialmente compensate dalle sorprese positive sugli utili riportate dalle società del settore sanitario, sono state le principali responsabili dell’aumento del calo degli utili dell’indice durante la scorsa settimana.
Settimana che vedrà nuovamente protagonista l’evoluzione della stagione delle trimestrali con i nomi di Activision Blizzard, Fiserv, Vertex Pharmaceuticals, CVS Health, Uber, Walt Disney, AbbVie, PayPal, PepsiCo, Philip Morris International e BP, AstraZeneca e Unilever in Europa.
Negli Stati Uniti l’attenzione potrebbe essere rivolta principalmente sulle rilevazioni dell’Università del Michigan sul sentiment dei consumatori per il mese di gennaio, con il dato atteso in miglioramento sulla scia delle minori pressioni inflazionistiche. Bilancia commerciale anch’essa sotto osservazione così come le pubblicazioni settimanali sul mercato del lavoro. Anche l’asta dei Treasury decennali potrebbe trovare interesse sui mercati, soprattutto quale indicatore del rischio continuo nei mercati che gli investitori intravedono, in un momento in cui i mercati sembrano adattarsi al rialzo dei tassi statunitensi. Politica nuovamente di rilievo, mentre incombe il tetto del debito pubblico, con il discorso di Biden sullo Stato dell’Unione al Congresso martedì. Lo stesso giorno è inoltre previsto l’intervento del presidente della Fed Jerome Powell.
In Europa, vendite al dettaglio in evidenza con le attese poste per un calo mensile del 2%, ovvero il maggior calo da dicembre 2021. In Germania inflazione nuovamente in scena, con il dato atteso al rialzo. Altri dati da tenere d’occhio sono il PMI edilizio, l’attività industriale e al dettaglio dell’Italia ma soprattutto i discorsi attesi dei vari membri Bce: Holzmann (lunedì), Villeroy e Schnabel (martedì), Knot e Enria (mercoledì). Unione Europea attesa inoltre incontrarsi a Bruxelles nel cercare di offrire una risposta all’Inflation Reduction Act statunitense, vertice nel quale parteciperà anche Christine Lagarde.
Il Regno Unito pubblicherà la stima preliminare della crescita del PIL del quarto trimestre, insieme agli investimenti delle imprese, alla bilancia commerciale, alla produzione manifatturiera e alle costruzioni. Le proiezioni di mercato indicano una stagnazione dell’economia britannica a causa dei prezzi elevati dell’energia e dell’aumento dei tassi di interesse che hanno pesato sulla spesa. Tutto questo mentre continuano gli scioperi nel paese, soprattutto oggi sul settore sanitario.
In Cina, la stampa dell’inflazione di gennaio rivelerà l’impatto della transizione del Paese dalla politica dello zero-Covid sui prezzi al consumo e alla produzione.
Sul fronte della politica monetaria, le banche centrali di Australia e Svezia decideranno sui tassi di interesse.
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