Il tentativo di rimbalzo iniziale della sessione è rimasto rapidamente senza benzina. Diventano ora quattro le sedute consecutive di correzioni per il principale indice statunitense, la prima volta di questo 2024, con il drawdown che ora si assesta ad un -4,42% e con lo stesso indice che scambia al di sotto della propria media mobile a 50 periodi. A differenza delle correzioni precedenti, nella seduta di ieri, i rendimenti dei Treasury hanno mostrato un calo, così come il dollaro, che dopo cinque sedute di rialzi, ha perso lo 0,50% nella sessione di ieri, nonostante abbia guadagnato circa il 4,43% dall’inizio dell’anno.
Lo S&P 500 ha avuto difficoltà ad attirare gli investitori in aprile, con un ribasso del 4,4% dopo un rally di oltre il 10% nel primo trimestre. Tutti i settori hanno registrato perdite, dall’energetico (ETF XLE) in calo dello 0,3% al settore immobiliare (XLRE) che ha perso il 9,6%.
Le obbligazioni investment grade, rappresentate dall’indice Bloomberg US Aggregate Bond, hanno mostrato una performance deludente, calando di quasi il 2% da inizio mese. L’inflazione più alta del previsto negli USA ha spinto il rendimento dei titoli del Tesoro a 10 anni in aumento di circa 0,36 punti percentuali, influenzando negativamente sia azioni che obbligazioni. I rischi geopolitici elevati hanno poi ridotto l’appetito per il rischio negli ultimi giorni, ma è importante ricordare come i pullback di mercato sono normali, con l’S&P 500 che in media registra tre ritracciamenti del 5% ogni anno.
Nella sessione di ieri, le azioni globali hanno mostrato una tendenza negativa, con i titoli tecnologici e di crescita statunitensi che hanno guidato la discesa, mentre i settori bancario e value hanno evidenziato performance relativamente migliori su entrambe le sponde dell’Atlantico. Questa dinamica riflette una serie di fattori macroeconomici, rendimenti obbligazionari, politiche monetarie e cambiamenti nelle valutazioni e negli utili delle aziende. Negli Stati Uniti, il declino è stato particolarmente marcato nei settori tecnologico, dove le valutazioni sono elevate, e immobiliare, caratterizzato da un alto livello di indebitamento. Invece, i settori difensivi come le utilities e i beni di consumo di base hanno registrato guadagni. Attualmente, solo il 30% dei titoli si posiziona al di sopra della media mobile a 50 giorni. Significativo nella sessione di ieri è stato il calo del 3,9% di Nvidia, che ha comportato una perdita di 83 miliardi di dollari di valore di mercato per il gigante dei chip, ovvero ha rappresentato quasi un terzo della perdita totale di ieri dell’indice S&P 500, misurato dall’ETF SPY. Il titolo scambia ora a oltre il -11% dai suoi precedenti massimi, ma comunque ad un +70% da inizio anno. Questa flessione è avvenuta in seguito a un rapporto sugli utili deludente di ASML Holding che ha registrato una diminuzione del 7,1% nel suo valore.
Altrove a Wall Street, United Airlines ha registrato un impressionante salto del 17,5%, il maggiore guadagno giornaliero dalla fine del 2020 e il secondo migliore risultato post-pubblicazione di sempre dopo il +68% di giugno 2008.
Questo rialzo è stato sostenuto da risultati finanziari superiori alle aspettative, con la compagnia aerea che ha riportato una perdita per azione di soli 15 centesimi per il primo trimestre, inferiore alle previsioni degli analisti. Inoltre, i ricavi di 12,5 miliardi di dollari hanno anch’essi superato le aspettative. United Airlines ha anche offerto prospettive positive per il secondo trimestre e per l’intero anno, anticipando una continua ripresa della domanda di viaggi aerei post-pandemia e una forte crescita nei viaggi internazionali. La compagnia aerea è inoltre ben posizionata per trarre vantaggio dalla limitata capacità del settore, aggravata dalla messa a terra dei Boeing 737 MAX 9. Attualmente, il titolo è seguito da 21 analisti, con 17 che raccomandano l’acquisto e 4 che mantengono una posizione neutrale; nessuno suggerisce la vendita. Gli analisti prevedono un potenziale di apprezzamento del 30% rispetto al prezzo corrente, con un target medio a 12 mesi fissato a 62,46 dollari.
La sessione di trading in Europa è stata invece positiva, sostenuta da un avvio promettente della stagione delle trimestrali. Il colosso del lusso LVMH ha registrato un incremento del 4,5%, grazie a ricavi del primo trimestre che hanno rallentato meno del previsto, dimostrando una resilienza notevole nonostante la debole fiducia dei consumatori nei principali mercati asiatici. Questo risultato ha avuto un effetto positivo anche su Hermes, che ha visto un aumento superiore al 3%. Anche Brunello Cucinelli ha presentato risultati incoraggianti, dissipando le incertezze sul settore del lusso. Adidas, infine, ha segnato un’impennata dell’8%, grazie a risultati eccellenti che hanno portato a un aggiornamento delle previsioni per il futuro.