La decisione del FOMC e della sua relativa conferenza stampa non supportano i mercati, i quali chiudono al ribasso, nonostante una seduta scambiata per lo più in territorio positivo.
L’inflazione resta il nemico principale a cui la Fed ha dichiarata guerra, a costo anche di far deragliare la crescita economica (purtroppo non esiste una diversa medicina). Fomc che quindi opta per un terzo consecutivo rialzo di 75 pb, ad un tasso compreso al 3-3,25%, e rivede soprattutto al rialzo le previsioni nel 2022 e nel 2023. I Dot Plot segnalano ora un percorso di rialzo dei tassi di interesse più ripido rispetto a quanto stabilito a giugno dai funzionari. Il tasso dei fed funds è atteso ora al 4,4% entro fine anno, superiore a una previsione del 3,4% di giugno, e al 4,6% entro la fine del 2023, superiore alla stima di giugno del 3,8%.
Il FOMC ha inoltre abbassato la previsione sulla crescita del PIL degli Stati Uniti per il 2022 allo 0,2% dall’1,7% di giugno e ha ridotto la stima per il 2023 all’1,2% dall’1,7% di giugno. La banca centrale americana ha inoltre aumentato la sua previsione sul dato PCE core per il 2022 al 4,5% dal 4,3% di giugno e ha aumentato la sua previsione PCE core 2023 al 3,1% dal 2,7% di giugno.
La risposta dei mercati segna un calo sui principali indici statunitensi, con lo S&P 500 che chiude con un -1,71%, annotando la terza peggior seduta giornaliera all’interno delle ultime 30 decisioni FOMC (dal 21 marzo 2019), con una media che si assesta ad un positivo +0,30%. Seduta successiva dello S&P 500 che, durante le passate 12 chiusure in negativo, hanno assistito a 7 volte dei rimbalzi.
Tutti gli undici settori statunitensi chiudono in territorio negativo con i servizi di comunicazione, il consumo discrezionale e materiali a guidare i ribassi. Volatilità che registra decise variazioni, al rialzo e al ribasso, ma che chiude con un leggero +3,06%. Sul fronte obbligazionario salgono i rendimenti a 2 e 5 anni mentre scendono quelli a lungo termine, con il decennale che ieri ha chiuso in flessione dello 0,98%. Ciò ha generato un ulteriore allargamento dello spread tra il decennale e quello a due anni, il quale viaggia sui nuovi minimi di oltre il -0,5%.
Sul fronte tecnico la rottura al ribasso del triangolo, sebbene spesso considerato una figura di continuazione, accompagnata da aumenti dei volumi, nella seduta di rottura, pone maggiori preoccupazioni su un eventuale test dei passati minimi in area 3600.
Questa mattina nessuna modifica, come da attese, da parte della Bank of Japan (BoJ), la quale ha pertanto optato per il mantenimento del controllo sulla curva dei rendimenti. Situazione che ha portato a correzioni sui rendimenti del decennale nipponico e rialzi sulla coppia USDJPY.
La giornata continuerà all’insegna di altre decisioni di politica monetaria da parte di altri istituti. La Banca nazionale svizzera (BNS) è attesa aumentare il tasso ufficiale di 75 pb, uscendo così di fatto da rendimenti negativi per la prima volta dal 2014. In Norvegia la Norges Bank è attesa rivedere al rialzo di 50 pb il proprio tasso nonché infine la Banca d’Inghilterra dovrebbe rivedere al rialzo il tasso ufficiale di altri 50 pb.
In Europa sono attesi diversi interventi da parte di membri della Bce, tra cui Isabell Schnabel.
Per quanto riguarda le letture macroeconomiche sono attese le pubblicazioni per la fiducia dei consumatori nell’area dell’euro, la quale dovrebbe mostrare segnali di peggioramento, mentre negli Stati Uniti rle ichieste di sussidi di disoccupazione e l’indice anticipatore del Conference Board saranno i principali dati attesi.
Anche la guerra in Ucraina resta un tema di mercato, dopo che ieri il presidente russo Putin ha annunciato una parziale mobilitazione delle forze russe e ha minacciato di usare armi nucleari. Decisioni che hanno subito generato pressioni al rialzo sui prezzi del greggio e sul dollaro americano.
Criptovalute: vendite sul Bitcoin, sulla scia dei cali generali dei mercati. Situazione che spesso accompagna l’evoluzione delle criptovalute a seguito della maggiore o minore propensione al rischio.
Da un punto di vista tecnico osserviamo ancora una certa lateralità sul prezzo, all’interno dell’area di congestione tra i $25 mila e i $17 mila, con nuove sollecitazioni attese sulla tenuta del supporto.
Attenzione sul token ADA di Cardano, con l’hard fork di Vasil atteso nella giornata. Si prevede che l’aggiornamento contribuirà alla più rapida convalida della blockchain di Cardano, a una migliore sicurezza e alle migliori capacità degli smart contract.
La Banca centrale iraniana ha riportato l’annuncio della sua valuta digitale (CBI) soprannominata “Crypto-Rial”, con l’obiettivo di migliorare l’inclusione finanziaria nel paese e fungerà da strumento per aiutare l’economia a competere con altre valute stabili a livello globale. Evidenziando quella sempre maggior partecipazione delle criptovalute nella realtà iraniana.
Infine, preoccupazioni sul mondo stablecoin. Il tribunale di New York ha infatti ordinato a Tether, la prima stablecoin per market cap, di fornire documenti sulle riserve USDT. La causa nasce su presumibili menzogne sulle riserve effettive di USDT.
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