Continua l’ottimismo dei mercati

In una settimana assente da commenti della Fed, ma decisamente impegnativa – soprattutto sul fronte delle pubblicazioni delle trimestrali – la partenza dei listini americani mostra un deciso ottimismo. Ben tutti gli undici settori dell’S&P hanno chiuso la seduta in rialzo, guidati da tecnologia, servizi di comunicazione e beni di consumo discrezionali, rispecchiando la gradazione positiva del comparto ciclico dietro i guadagni della giornata. Rialzi pervenuti nonostante la salita dei rendimenti dei Treasury statunitensi, rimarcando la decisa direzione degli investitori con lo S&P 500 in grado perfino di chiudere la seduta sopra la propria media mobile giornaliera a 200 periodi. Analisi tecnica che ora pone nuove sfide sul principale indice a stelle e strisce con la resistenza della media mobile a 100 settimane e della trendline decrescente dai massimi di gennaio 2022 che si posizionano sull’area delle attuali quotazioni.

Nonostante siano decisamente in calo le probabilità di una recessione americana il Leading Economic Index (LEI) ha ieri registrato il 10° calo mensile consecutivo, il quale rappresenterebbe un record in assenza di una recessione.

Ottimismo americano che non poteva non essere trasmesso anche in Europa.

Nonostante dati contrastanti, con il FTSE MIB appesantito dagli stacchi di dividendi (vedi Enel e Saipem), ma con una ripresa del morale dei consumatori nell’area dell’euro, su massimi da febbraio 2022 e in salita per il 4° mese consecutivo. Perfino i commenti falco da parte della Bce sembrano essere ignorati dai mercati. Prima i commenti del fine settimana da parte di Knot, il quale ha dichiarato che la banca centrale è destinata ad aumentare i tassi di interesse di 50 punti base sia a febbraio che a marzo e continuerà ad aumentare i tassi nei mesi successivi. Poi quelle di ieri della Lagarde:

“l’inflazione in Europa è troppo alta, in parte a causa della nostra vulnerabilità ai cambiamenti della geopolitica dell’energia. Lo scorso anno il disaccoppiamento dalla Russia ha fatto salire l’inflazione energetica nell’area dell’euro a livelli straordinari.

Ma mentre l’inflazione energetica si è recentemente ridotta, l’inflazione di fondo continua a salire. Di conseguenza, è fondamentale che i tassi di inflazione superiori all’obiettivo del 2% fissato dalla BCE non si radichino nell’economia.

Dobbiamo ridurre l’inflazione. E noi raggiungeremo questo obiettivo.

In meno di un anno e mezzo abbiamo aumentato i tassi di interesse della BCE di 250 punti base, l’aumento più rapido della nostra storia. E abbiamo chiarito che i tassi di interesse della BCE dovranno ancora aumentare in modo significativo e a ritmo costante per raggiungere livelli sufficientemente restrittivi, e rimanere a tali livelli per tutto il tempo necessario.

In altre parole, manterremo la rotta per assicurare il tempestivo ritorno dell’inflazione al nostro obiettivo.”

Mercati che tuttavia non credono troppo alle parole della Bce, con i futures dell’Euribor a tre mesi con scadenza giugno, che scambiano a circa il 3,43% e rimasti quasi invariati ieri. Anche Stournaras e Visco hanno chiesto un approccio più cauto. Proprio le critiche del governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, sembrano essere l’emblema della spaccatura del board di Francoforte, rimarcando inoltre le stesse valutazioni del Premier italiano Giorgia Meloni, su una comunicazione della Bce considerata non idonea. Stando alle parole di Visco la comunicazione dovrebbe essere meno aggressiva: “stiamo dando messaggi troppo duri e spaventiamo anziché accompagnare”.

La giornata odierna sarà incentrata sui PMI, con le attese poste su un modesto aumento dell’area euro, il quale potrebbe offrire un ulteriore impulso all’ottimismo attuale dei mercati. Durante la notte sia i PMI giapponesi che quelli australiani hanno dipinto un quadro piuttosto contrastante, con i servizi in crescita e i manifatturieri in calo.

Sul fronte aziendale gli investitori attendono le pubblicazioni sugli utili di aziende importanti come Microsoft, Johnson & Johnson, Danaher, Verizon e General Electric, Texas Instruments per citarne alcune.

 

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