Seduta di giovedì positiva sui mercati finanziari, anche in assenza dei listini americani, chiusi per la giornata del Ringraziamento. Lo Stoxx 600 europeo registra la terza seduta consecutiva in profitto, superando la soglia dei 440 punti e riducendo la perdita da inizio anno ad un -10%. FTSE Mib che ancora annota la peggiore performance da inizio anno, rispetto alle principali piazze del Vecchio Continente, con un -10,82%, seguito da Francoforte -9,25%, Parigi -7,07%, Madrid -4,26% e Londra -0,43%.
Classifica che tuttavia registra capovolgimenti, qualora dovessimo monitorare il rally cominciato il 12 ottobre, con la principale piazza milanese a guidare i rialzi con un +20,83%. Segnale di una maggiore propensione al rischio, in questo rally natalizio.
Nelle pubblicazioni dei verbali dell’ultima riunione BCE, il quale ha assistito al rialzo di 75 pb ai livelli massimi del 2009, i responsabili della politica monetaria europea hanno convenuto che la banca centrale dovrebbe continuare nella strada di inasprimento monetario al fine di combattere l’alta inflazione, anche in caso di una recessione meno profonda. Le prospettive di inflazione, secondo l’Eurotower, continuano a peggiorare, con un’inflazione troppo alta e ripetutamente al di sopra dei livelli anticipati, con un rischio crescente di un suo consolidamento e di possibili effetti negativi generati da una spirale salari-prezzi. Lettura completamente diversa e più aggressiva rispetto a quella americana, con i funzionari della Fed che segnalano un possibile futuro rallentamento del ritmo dei rialzi dei tassi d’interesse. Isabel Schnabel, membro tra i più falchi del board della Banca centrale europea, intervenendo al Bank of England Watchers’ Conference, ha riportato come i dati “suggeriscono che lo spazio per rallentare il passo degli aggiustamenti dei tassi resta limitato, anche se ci stiamo avvicinando alle stime di un tasso neutrale”. Parole che rimarcano pertanto un possibile tasso terminale ben superiore ai livelli neutrali, sebbene quest’ultimo sia eccessivamente data dependent. Le nuove sfide europee saranno probabilmente più incentrate sulla politica fiscale, per evitare che singoli Stati possano contrastare le politiche monetarie restrittive. Con quest’ultima che vede al rialzo i tassi d’interesse e gli Stati che non frenano il nuovo, più costoso, indebitamento collocando ulteriore denaro in circolazione.
Intanto i dibattiti interni al blocco europeo aumentano. Dopo quello ancora irrisolto sul tetto al prezzo del gas naturale si aggiunge ora quello al prezzo del petrolio russo, con la data del 5 dicembre ormai prossima.
Cresce la paura in Cina, con un nuovo record di casi segnalati oggi. Più della metà delle province cinesi ora affronta casi e restrizioni in aumento. Ciò potrebbe tramutarsi in futuro in rischi di nuove interruzioni nelle catene di approvvigionamento, come testimoniato dalle sfide di Foxconn per la produzione di iPhone.
Giornata odierna che vede l’attenzione principale sui futuri dati relativi alle vendite per il Black Friday. I rivenditori europei temono che la stagione commerciale natalizia complessiva possa essere la peggiore in almeno un decennio, tra margini ridotti e consumatori meno propensi al consumo. Tuttavia, come sempre ci sono dati contrapposti. Idealo, il portale europeo di comparazione prezzi, ha dichiarato che il 65% degli acquirenti italiani online è pronto a comprare un prodotto durante l’evento. In Francia, il 70% prevede di fare acquisti durante il Black Friday e il Cyber Monday, secondo una ricerca di PwC France. Meno propensione al consumo invece per la Spagna con il dato che si ferma solo al 24% stando alle associazioni di categoria. Negli Stati Uniti, la National Retail Federation ha previsto che le vendite natalizie aumenteranno a un ritmo più lento quest’anno, mentre Amazon ha previsto la crescita dei ricavi più lenta degli ultimi anni nel periodo festivo.
Giornata odierna nella quale non sono attese importanti pubblicazioni macroeconomiche in America. In Germania la lettura della crescita del PIL per il terzo trimestre è risultata superiore alle stime preliminari, attestandosi ad un +0,4%. Sono attese le pubblicazioni sul livello di confidenza dei consumatori in Francia e Italia così come l’indice dei prezzi alla produzione in Spagna.
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