Bitcoin, oro e Banche Centrali: il nuovo asset mix dei mercati

Il mese di ottobre si è concluso con correzioni sui mercati finanziari, con i principali indici azionari che hanno chiuso tutti in territorio negativo, trainati dal calo delle borse di Madrid e Hong Kong, insieme a vendite che si sono registrate anche nel mercato obbligazionario. Questo calo ha ridotto significativamente lo spazio di manovra per i portafogli che erano diversificati solo su azioni e obbligazioni, mentre forti acquisti si sono concentrati principalmente nel settore delle criptovalute, con il Bitcoin in rialzo di oltre il 28%, così come nell’oro (+7,3%).

La fotografia suggerisce una crescente correlazione tra il Bitcoin e l’oro, con entrambi considerati beni rifugio in una prospettiva di protezione dal rischio. Sebbene ci siano somiglianze nel modello grafico durante periodi specifici, non esiste una correlazione a lungo termine tra l’oro e il Bitcoin. L’oro ha una correlazione quasi nulla con il Bitcoin nel lungo periodo, il che significa che opera in modo indipendente, nonostante possano verificarsi momenti di alta correlazione. Tuttavia, il loro notevole aumento simultaneo in ottobre suggerisce una divergenza attuale tra il Bitcoin e il mercato azionario, attenuando attualmente la tesi di correlazione con il Nasdaq. A conferma di ciò, il Bitcoin ha registrato una figura di golden cross sul suo grafico giornaliero, mentre tale pattern manca nel mercato azionario. Questo potrebbe indicare che il Bitcoin sta diventando sempre più un asset di investimento alternativo, indipendente dal mercato azionario tradizionale. Inoltre, il fatto che il Bitcoin abbia registrato un aumento significativo mentre le borse mondiali stavano correggendo suggerisce che gli investitori stanno cercando sempre più alternative al mercato azionario tradizionale.

Mentre i Paesi cercano di coprirsi dall’inflazione e di ridurre la loro dipendenza dal dollaro USA, gli acquisti di oro da parte delle Banche Centrali stanno raggiungendo livelli record quest’anno. Nei primi nove mesi dell’anno, le banche centrali hanno acquistato 800 tonnellate nette d’oro, il livello più alto mai registrato nei primi nove mesi dell’anno. La Cina ha guidato gli acquisti, acquistando oltre il 20% di queste 800 tonnellate, portando le riserve auree cinesi a oltre il 4% dei loro 3.000 miliardi di dollari. Questo massiccio tasso di acquisto, insieme alla crescente domanda di oro come bene rifugio, ha spinto i prezzi dell’oro oltre i 2.000 dollari, portando il suo guadagno a oltre il 9% per l’anno. Al momento, è una delle materie prime più performanti del 2023. Tuttavia, la domanda degli investitori non è stata altrettanto elevata per l’oro nel 2023. Gli ETF sull’oro hanno registrato deflussi nell’ultimo anno, con l’SPDR Gold ETF (GLD) che ha visto deflussi per 3 miliardi di dollari quest’anno.

Il fulcro del mercato odierno sarà incentrato sulla riunione del FOMC in programma per stasera. Si prevede che la Federal Reserve manterrà una posizione in linea con il consenso e le aspettative del mercato, senza ipotizzare ulteriori rialzi nelle fasi successive, ma restando comunque legata a una visione dipendente dai dati. Con i mercati che hanno già ampiamente considerato la decisione di mantenere invariati i tassi e l’assenza di aggiornamenti nelle previsioni economiche, l’attenzione sarà focalizzata sulle indicazioni future fornite da Powell.

Prima dell’incontro, sono attese sia la produzione ISM che il rapporto JOLTS dagli Stati Uniti. Sarà particolarmente interessante osservare il numero di offerte di lavoro dopo il sorprendente picco registrato a settembre.

 

 

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