Big Tech: Microsoft sfida Google, Apple entra nel settore finanziario

In una seduta priva di importanti titoli macroeconomici di rilievo il mercato azionario resta poco mosso, con le small cap americane in maggiore spolvero.

La passata settimana si era conclusa con i mercati che digerivano i commenti falco del Governatore del Consiglio della Federal Reserve, Christopher Waller, il quale esortava a un maggiore inasprimento della politica monetaria; ieri il presidente della Fed di Richmond, Tom Barkin, ha proseguito in tale direzione (in attesa del prossimo periodo di blackout) dichiarando di voler vedere più prove che l’inflazione statunitense si stia allentando per tornare all’obiettivo della banca centrale del 2%. In tale contesto, con la prossima decisione FOMC attesa tra 15 giorni, gli investitori si stanno coalizzando intorno all’idea di un ultimo rialzo dei tassi della Fed a maggio – sebbene negli ultimi giorni siano notevolmente aumentate le probabilità di un ulteriore rialzo di 25 pb nella successiva riunione di giugno, passate da uno 0% di un mese fa all’attuale 23,9%).

La maggiore divergenza è tuttavia di maggior rilievo se viene ad essere comparata nelle future scelte di un prossimo taglio, con i mercati che prevedono circa due tagli dei tassi entro la fine dell’anno a discapito di una Fed che ne ribadisce la sua assenza.  Situazione quest’ultima in grado di mantenere alta la volatilità nel futuro. Con il rischio di un rallentamento economico sullo sfondo e con il possibile prossimo raggiungimento del tasso terminale il mercato obbligazionario, soprattutto quello a maggiore duration, potrebbe recuperare lo scettro offrendo maggiore stabilità sulla volatilità del mondo azionario.

Se in Italia il possibile risiko bancario torna in scena, dopo la pausa innescata dalle recenti turbolenze, con i rumors di un possibile matrimonio tra Unicredit e Banco BPM (con quest’ultima che ieri chiude in rialzo di quasi tre punti percentuali, quale migliore blue chip a Piazza Affari), anche negli Stati Uniti la febbre M&A torna di scena con Prometheus Biosciences cresciuta del 69% dopo che Merck ha concluso un accordo per l’acquisizione della società per circa 10,8 miliardi di dollari. Acquisizioni e/o offerte che tornano maggiormente a tenere banco, con le ultime notizie che hanno visto in particolare la finlandese Rovio Entertainment, la società dietro il famoso gioco Angry Birds, confermare i negoziati con la giapponese Sega per una possibile offerta pubblica di acquisto, dopo che la stessa società sembrava essere oggetto di acquisizione dalla israeliana Playtika, con le trattative interrotte tuttavia il mese scorso.

Importanti notizie in America hanno inoltre generato importanti movimenti tra le Big Tech. Alphabet ha chiuso in calo di oltre il -2% dopo che il New York Times ha riportato che Bing, il motore di ricerca di Microsoft, potrebbe sostituire Google quale motore di ricerca predefinito sui dispositivi elettronici Samsung.  Microsoft che continua quindi a cavalcare il boom generato da ChatGPT, erodendo quote di mercato al leader indiscusso Google, con una quota pari al 93% rispetto al solo quasi 3% di Bing. Con i ricavi al 2022 che hanno generato per Google circa $162 mld di fatturato nella divisione Google Search & Other, rispetto ai soli $11,6 mld di Microsoft (Search & advertising) la lotta da parte di Microsoft al dominio di Google è ufficialmente iniziata.

Inoltre, Apple espande la sua offerta entrando nella concorrenza per offrire i rendimenti più alti sui risparmi, offrendo un tasso di interesse del 4,15%, insieme al supporto di Goldman Sachs. La nuova offerta va ad arricchire le altre proposte finanziarie del gigante tecnologico, tra cui Apple Pay, Apple Card e il recente debutto del servizio “compra ora, paga dopo”. Con un bilancio per Apple che riporta una cassa per circa $169 miliardi la mela di Cupertino si posiziona tra le prime 10 società dell’S&P 500 in termini di liquidità, all’interno della leadership del settore finanziario.

 

Tra la stagione delle trimestrali da una parte e le notizie societarie dall’altra gli investitori non saranno certamente annoiati del contesto, sebbene il VIX registri nuovi minimi di 52 settimane scambiando a meno di 17 punti.

La giornata si apre con le notizie positive provenienti da Pechino. L ‘economia cinese si è espansa più del previsto nel 1° trimestre, crescendo del 2,2% q/q rispetto al 2,0% del consenso e in aumento rispetto allo 0,0% q/q del 4° trimestre. La spesa per i consumi in particolare sembra forte. Le vendite al dettaglio sono aumentate del 10,6% annuo a marzo. I dati confermano che l’economia cinese ha ripreso a funzionare dopo il lungo periodo di blocco terminato all’inizio dell’anno, pur continuando a crescere più lentamente rispetto a prima della crisi.

 

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