Big Banks USA superano gli stress test

Seduta a doppia velocità, con l’Europa che chiude in territorio negativo mentre gli Stati Uniti in verde.

Giornata europea caratterizzata dallo scivolone dei dati preliminari PMI di giugno per Francia, Germania e della stessa UE. Dati che hanno evidenziato valori più deboli del previsto, sia sul lato manifatturiero che dei servizi (sebbene entrambi rimangano al di sopra di 50), mettendo ora in discussione eccessivi rialzi da parte della Bce. La crescita economica europea si è infatti bruscamente aggravata, correggendo sui minimi degli ultimi 16 mesi, riflettendo un arresto della crescita della domanda. 

La stagnazione della domanda e il peggioramento delle prospettive sono stati ampiamente imputati all’aumento dell’inflazione, a condizioni finanziarie più rigide, alle preoccupazioni energetiche e sulle catene di approvvigionamento. 

A tale situazione si è necessario aggiungere il rialzo di 50 pb da parte della Norges Bank (la banca centrale norvegese), la quale all’unanimità ha votato su un incremento maggiore rispetto alle attese – evocando quindi una situazione simile a quella della SNB e di un percorso delle principali banche centrali di notevoli rialzi sui tassi. Infine, a complicare un quadro europeo incerto, le preoccupazioni sul gas – con i prezzi del TTF che fatica a rallentare, basti pensare che dalla scorsa settimana sono cresciuti del 59%. La Germania ha ieri innalzato il suo livello di rischio al secondo stadio di allerta, con l’attivazione di alcune centrali elettriche a carbone per mitigare i rischi sullo stoccaggio di gas. Maggiori costi energetici che hanno portato perfino alcune aziende energivore al razionamento, sebbene non obbligate, come BASF, la quale ha annunciato tagli alla produzione a causa dell’impennata dei prezzi del gas.

Negli Stati Uniti, nonostante PMI deludenti, ma ancora in territorio di espansione, con quello manifatturiero sceso a 52,4 – sui minimi post Covid – e quello sui servizi in calo per il terzo mese consecutivo a 51,6 i mercati azionari hanno tuttavia risposto positivamente.

I settori difensivi come i beni di consumo, la sanità e i servizi di pubblica utilità sono stati i leader della giornata, mentre il comparto energetico (unico in territorio positiva da inizio anno) ha continuato a correggere seguendo l’evoluzione dei prezzi del greggio WTI, scesi di quasi il 15% a 104 dollari, dai 122 dollari di inizio giugno.  Crescita che tuttavia ha ieri sovraperformato sul Value, sia ieri che da inizio mese – ma che ovviamente sottoperforma da inizio anno. A sostenere il settore della crescita i dati deludenti macroeconomici, i quali hanno portato i mercati a rivalutare la quantità di inasprimento che sarà intrapresa dalle banche centrali.

Banche americane superano gli esami a pieni voti, questo il giudizio sugli stress test della Federal Reserve.  La Fed ha dichiarato che i 33 istituti di credito esaminati sono stati in grado di rimanere al di sopra dei loro requisiti patrimoniali durante l’ipotetico crollo economico, che avrebbe causato loro perdite totali previste di 612 miliardi di dollari. Gli scenari delle prove di stress includevano un calo di quasi il 40% dei prezzi degli immobili commerciali, un calo del 55% dei prezzi delle azioni, uno stress maggiore nel mercato del debito aziendale e un tasso di disoccupazione del 10%.

Giudizio che ora consentirà alle banche di annunciare i piani di pagamento agli azionisti già a partire da lunedì.

In totale, le big bank statunitensi sono attese restituire 80 miliardi di dollari agli azionisti quest’anno, secondo i dati compilati da Bloomberg sulla base delle proiezioni. Con molti dei titoli bancari in calo da inizio anno e con valutazioni interessanti (vedi i P/B<1) il giudizio della Federal Reserve potrebbe rappresentare il catalizzatore tanto atteso dal settore.

Criptovalute: Mercati in rialzo, sulla scia dell’evoluzione di Wall Street. Capitalizzazione che nelle ultime 24 ore ha registrato una crescita del 3%, attestandosi a $928 miliardi.

Con l’attenzione prevalentemente incentrata sui livelli di Bitcoin ed Ethereum, nonché sulle varie stablecoin, Polygon (MATIC) registra i principali rialzi, +84% nelle ultime 6 sedute, grazie al lancio della soluzione Polygon ID, una soluzione per le DAO (organizzazione autonome decentralizzate) per la verifica dell’identità senza rivelare informazioni personali, grazie alla tecnologia a prova di zkSNARK. Identità che viene ad essere verificata senza consegna di documenti d’identità. Un nuovo passo avanti nei sistemi di governance che ha trovato l’approvazione del mercato. Token MATIC che dai suoi massimi, tuttavia, scambia con un -79%

Il vicegovernatore della Banca d’Inghilterra Jon Cunliffe ha recentemente affermato che i progetti che sopravviveranno al crollo del mercato delle criptovalute potrebbero diventare le società tecnologiche del futuro, come Amazon ed eBay dopo il crollo delle dot-com nei primi anni 2000. Un giudizio positivo, di selezione naturale e non di bocciatura tout-court.

Attenzione inoltre a Solana, la quale si prepara a lanciarsi nell’ecosistema mobile, segnando uno dei primi tentativi del settore di espandere la tecnologia Web3 oltre il desktop, con il lancio di un telefono cellulare Web3, chiamato Saga.