BCE: Lagarde non ferma la corsa dell’EUR

Un’altra seduta di scambi limitati sulle piazze azionarie, con gli indici che non trovano particolari spunti per muoversi con direzionalità, nell’attesa dell’evento principale di giornata: la riunione di politica monetaria della BCE.

Nella riunione di Francoforte era sotto osservazione sopratutto la capacità di Christine Lagarde di fermare l’apprezzamento dell’Euro. Pur ammettendo, per la prima volta, che la salita della valuta unica resta sotto osservazione, la sua posizione non è però bastata a frenare tale dinamica. Tuttavia, a differenza del passato, la BCE oggi ha possibilità più limitate di svalutare l’Euro. In questa fase storica sono piuttosto i governi, con le politiche fiscali, a guidare le dinamiche del mercato valutario. Nel caso dell’EUR/USD, l’Euro sta salendo rispetto al Dollaro in quanto già sconta un secondo round di stimolo fiscale statunitense, mentre, d’altro canto, l’UE fatica a trovare un accordo sul primo round di stimolo. Sarà quindi difficile attendersi un Euro più debole nei prossimi mesi.

l’Europa si è mossa poco ieri, dopo che l’incontro tra Von der Leyen e Johnson non ha portato a una svolta per un accordo commerciale tra Unione Europea e Gran Bretagna. Johnson e la Von der Leyen si sono concessi tempo fino alla fine del weekend per raggiungere un accordo commerciale e, se non vi sarà punto d’incontro, quando il Regno Unito lascerà l’EU, circa $1.000 miliardi interscambio annuo saranno messi a rischio. Da sottolineare anche i passi in avanti nel summit europeo, iniziato ieri, con i leader che probabilmente sbloccheranno il pacchetto di stimolo fiscale da 1.800 miliardi di euro, alla luce dell’alleggerimento delle posizioni di Polonia e Ungheria.

Anche Wall Street ieri non ha fornito particolari spunti, in un quadro in cui il segretario al Tesoro Steven Mnuchin ha affermato che i colloqui tra senatori repubblicani e democratici hanno visto “molti progressi”, e con nuovi colloqui che sono previsti nelle prossime ore. Ad indebolire il sentiment anche i dati del Dipartimento del Lavoro, che hanno mostrato un aumento superiore alle attese delle richieste di sussidi di disoccupazione. 

Questa notte i mercati asiatici hanno evidenziato scambi limitati, con le attenzioni degli investitori che sono in larga misura concentrate sui negoziati per ulteriori stimoli fiscali negli Stati Uniti. L’indice Kospi della Corea del Sud è salito dell’1,21%, dopo che i dati rilasciati dal governo venerdì hanno mostrato che le esportazioni del paese nei primi giorni di dicembre sono aumentate del 26,9% su base annua. In flessione invece il Nikkei, che ha ceduto lo 0.51%. 

Sul piano macroeconomico, oggi l’indice dei prezzi al consumo in Germania sono usciti in linea con le aspettative. Negli Stati Uniti, oggi è attesa la ricerca sul sentiment dei consumatori elaborata dall’Università del Michigan.

TECHNICALS IN FOCUS

BTC

Dopo il raggiungimento dei massimi in area $19.500, il Bitcoin ha dato vita alla formazione di un doppio massimo, con un primo doppio massimo in vista ora, in area $17.500. La rapida discesa dell’RSI evidenzia debolezza nel breve termine e mette in focus ulteriori supporti potenzialmente raggiungibili, come area $16.050 ed area $15.000. Se consideriamo la dimensione del rally da Marzo 2020, con un minimo in area $5.000, comprendiamo che si tratta di una flessione assolutamente naturale, nell’ambito di un uptrend così deciso. L’aumento della volatilità potrebbe essere però favorevole tanto per i trader di breve termine, quanto per gli investitori di lungo che, in tempi contenuti, potrebbero trovare buoni punti d’ingresso per operazioni di accumulo sullo strumento.

FUNDAMENTALS IN FOCUS

Sanofi: margini in crescita e turnaround appena all’inizio

L’attenzione degli investitori per il mondo pharma in questi mesi è stata rivolta soprattutto al mercato americano. Tuttavia, il settore resta parimenti d’interesse anche sul fronte delle società europee, che peraltro sono altrettanto coinvolte nella ricerca di un vaccino per il Covid-19. Una di queste è certamente Sanofi.

Alla presentazione dei risultati per il terzo trimestre, la società ha rivisto al rialzo la sua guidance sugli utili per il 2020 per la seconda volta nel corso dell’anno. Ad oggi la previsione è di un utile per azione che dovrebbe aumentare nel range del 7-8% per quest’anno, rispetto al 6-7% previsto inizialmente.

La crescita dei ricavi è stata in larga misura guidata dal farmaco antinfiammatorio Dupixent, che ha contribuito a portare l’utile netto di Sanofi nel terzo trimestre a €2,0 miliardi, in crescita del 10,5% su base annua, compensando in modo più che proporzionale l’impatto sul volume causato dal minor numero di visite mediche a causa della pandemia. 

Sul piano del business, la società è stata colpita dalla perdita di brevetti nel settore del diabete e dei problemi cardiovascolari ma ha rapidamente ricostruito una franchise di biotecnologie per cure specialistiche leader nei medesimi segmenti di prodotto. Il settore delle cure specialistiche ora rappresenta il 29% delle vendite totali del gruppo, rispetto a circa il 18% di tre anni fa. Nel frattempo, Sanofi continua a mantenere una forte diversificazione operativa, grazie a farmaci generali (38%), vaccini (22%) e assistenza sanitaria per i consumatori (11%), che costituiscono la parte restante dei ricavi del gruppo.

Sul piano prospettico, Sanofi resta fiduciosa sul fatto che il farmaco Dupixent raggiungerà presto un nuovo massimo di vendite, per oltre di oltre 10 miliardi di euro, essendo questo un importante motore di crescita per il gruppo nel suo complesso. La società sta infatti cercando di costruire un gamma di potenziali applicazioni per le quali il farmaco potrebbe essere utilizzato (dermatiti atopiche come l’eczema e come cura aggiuntiva per pazienti con asma).

Sanofi sta anche lavorando a due vaccini candidati per il trattamento del COVID-19. Il candidato più avanti nello sviluppo è quello in collaborazione con GSK (GSK). I dati preliminari di fase 1 e 2 per il vaccino dovrebbero essere rilasciati entro la fine del mese, con le prove di fase 3 che inizieranno entro la fine dell’anno. Il gruppo si aspetta che ci vorrà almeno fino alla fine della prima metà del 2021 prima che il vaccino ottenga l’approvazione normativa per un uso diffuso.

Sul piano dei margini, Sanofi sta portando avanti una riorganizzazione strategica per ridurre i costi e migliorare i margini operativi. L’idea è quella di uscire dai farmaci più generici, per dedicare maggiore attenzione all’oncologia, alle malattie rare e all’immunologia. 

Sul piano finanziario, il gruppo punta ad aumentare il flusso di cassa operativo annuo del 50% entro il 2022, dalla base di partenza del 2018. Una performance finanziaria più forte, un maggior controllo dei costi operativi, insieme a una serie di cessioni di attività non più strategiche, hanno portato il flusso di cassa operativo nei primi nove mesi del 2020 a €5,5 miliardi. Un aumento del 69% rispetto allo stesso periodo del 2018 e che garantisce la copertura del dividendo attuale e futuro.

In generale Sanofi sta beneficiando di tendenze strutturali di lungo termine, come l’invecchiamento della popolazione e l’aumento della spesa sanitaria, in particolare per il cancro e le cure specialistiche in cui Sanofi sta rafforzando la sua presenza. Inoltre, la pandemia potrebbe influenzare positivamente le tendenze vaccinali per gli anni a venire, con i governi di tutto il mondo che stanno prestando maggiore attenzione all’aumento dei tassi di vaccinazione e hanno intensificato gli sforzi per garantire strutture vaccinali adeguate. 

Sul piano del rendimento, Sanofi scambia su un multiplo Prezzo – Utili vicino a 13.5, in linea con la media del settore, con un Beta pari a 0.6 e quindi decisamente inferiore a quello del mercato. Unito ad un dividend yield del 3.5% ai prezzi attuali, il titolo offre una notevole capacità anticiclica in questa fase di mercato.

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