Banche centrali, Brexit ed Opec tra gli eventi di questa settimana

La settimana che si è appena conclusa ha visto la formazione di nuovi massimi sugli indici azionari americani ma ha parimenti evidenziato una flessione nelle ultime sedute, in concomitanza con uno spike a rialzo dell’indice VIX, che ha registrato la massima estensione di range dalla fine di Ottobre. In generale un simile movimento sembra rientrare nella logica di una minima correzione, soprattutto in presenza di rendimenti dei Treasury USA a più lunga scadenza che continuano a flettere, segnalando un deciso ottimismo sulle prospettive di crescita economica a più lungo termine e sulle performance potenziali dei mercati azionari. 

Sul piano valutario, il dollaro americano continua a indebolirsi e questo si sta traducendo in un vantaggio per le materie prime come il rame ed il petrolio. A sostenere le materie prime sono anche le prospettive di una più rapida adozione del vaccino anti Covid-19, che favorirebbero un aumento dei viaggi e della mobilità generale delle persone. Sempre sul fronte del Covid, dopo che il Regno Unito è diventato la prima nazione occidentale a iniziare ad adottare un vaccino, gli Stati Uniti sembrano pronti a seguirlo, dopo che la FDA ha raccomandato l’approvazione del prodotto realizzato da Pfizer e BioNTech.

Sul piano macroeconomico, questa settimana vedrà le banche centrali come le principali protagoniste. In particolare, si partirà dalla Federal Reserve USA, il cui comitato esecutivo si riunirà Mercoledì, seguita dalla Bank of England, nella giornata di Giovedì, e dalla Bank of Japan, Venerdì. Sul piano delle scelte, dal lato della Fed non si prevedono cambiamenti sul fronte tassi, che presumibilmente potrebbero restare intorno allo 0,25%, almeno fino a quando la situazione economica e occupazionale nel paese non sarà tornata a stabilizzarsi. In questo senso, l’attenzione degli investitori sarà sulla possibilità di una rimodulazione nel programma di acquisto asset. 

Sempre sul piano macro, questa settimana è atteso il report mensile dell’Opec nella giornata di oggi, con il WTI che nelle ultime sedute si è avvicinato rapidamente ad un’area di prezzo critica, quella dei $50 al barile, massimi da Marzo scorso. Infine, venerdì è atteso il dato sull’indice IFO di Dicembre in Germania sulla fiducia delle aziende.

TECHNICALS IN FOCUS

OIL

Come anticipato nelle precedenti analisi sul WTI, la rottura a rialzo di area $43 ha rappresentato un catalyst importante per la dinamica di prezzo, con la possibilità di una prosecuzione dell’estensione a rialzo delle ultime sedute. I target in focus restano in area $50, $55 ed infine $60. Sul piano dei supporti, è verosimile un possibile pullback in area $43.5, che rappresenta la principale area di supporto e solamente un ritorno sotto area $40 invertirebbe il trend rialzista venutosi a configurare nelle ultime settimane. Anche la dinamica dell’indicatore ADX, che è salito sopra area 25, conferma la direzionalità rialzista di questa fase. 

FUNDAMENTALS IN FOCUS

T-Mobile: Il miglior titolo Growth in un comparto Value

Tra le società del settore telecom, le due generalmente più apprezzate dagli investitori sono tradizionalmente AT&T e Verizon, in particolare per la loro capacità di erogare dividendi in costante crescita negli anni. 

Nel confronto con le big del settore, negli ultimi cinque anni, T-Mobile ha reso circa il 270% rispetto al 75% dell’S&P500, con Verizon che è salita del 30% e con AT&T che ha invece perso quasi il 15% nello stesso periodo. L’aggiunta dei dividendi non cambia il quadro di fondo, che vede T-Mobile sovraperformare i suoi competitors nel periodo preso in considerazione.

T-Mobile è una società di servizi wireless operativa negli Stati Uniti, a Porto Rico e nelle Isole Vergini americane. La società offre servizi voce, messaggistica e dati, e dispositivi wireless, come smartphone e tablet, oltre ad accessori e servizi cablati.

T-Mobile è stata fondata nel 1994 e oggi ha una capitalizzazione di mercato di oltre $165 miliardi, con un fatturato di $45 miliardi nello scorso anno.

In aggiunta, T-Mobile è sulla strada per generare più di $60 miliardi di ricavi nel 2020, dopo la completa esecuzione della fusione con Sprint nell’Aprile di quest’anno. T-Mobile ha superato la soglia dei 100 milioni di clienti wireless nell’ultimo trimestre, diventando la seconda rete wireless più grande negli Stati Uniti, dietro solamente a Verizon.

Sul piano della sua fusione con Sprint, le migrazioni dei clienti sono già iniziate, con il 15% del traffico di Sprint che è già stato trasferito alla rete T-Mobile. Il management ha affermato che le sinergie attese post fusione sono in anticipo rispetto al programma, con aspettative per $ 1,2 miliardi di sinergie di costo solo quest’anno. In aggiunta, il 5G dovrebbe anche dare una spinta all’attività di T-Mobile, essendo questa incredibilmente ampia, coprendo 270 milioni di persone ed essendo disponibile in tutti i 50 stati americani oltre che in Porto Rico.

Sul piano finanziario, dal 2015 al 2019 gli utili per azione di T-Mobile sono cresciuti ad un tasso annuo di oltre il 37%, il che aiuta a spiegare gli straordinari rendimenti del titolo in questo lasso di tempo. T-Mobile già stava crescendo notevolmente prima della fusione con Sprint, ma questa transazione aiuterà solo ad alimentare anche rendimenti futuri.

Nel terzo trimestre, T-Mobile ha registrato più di due milioni di nuovi clienti netti, stabilendo un nuovo record per l’azienda. La fusione con Sprint ha quindi fatto ulteriormente crescere il totale dei nuovi clienti del gruppo, soprattutto nel settore degli abbonamenti prepagati. Alla fine del terzo trimestre dell’anno, T-Mobile aveva 25,6 milioni di account, in aumento di quasi 11 milioni rispetto al terzo trimestre del 2019. Anche il fatturato medio per account è cresciuto dell’1,4% su base annua, insieme anche al tasso di abbandono, che resta tuttavia molto basso, allo 0,90%. 

I risultati più recenti dell’azienda hanno evidenziando che la società sta sfruttando al meglio i suoi vantaggi competitivi. L’utile per azione della società è aumentato del 17% a $1,18, mentre il fatturato è cresciuto del 74%, a $19,3 miliardi. 

Negli anni, T-Mobile ha dimostrato di essere un’azienda con una forte capacità prospettiva di diventare redditizia, oltre ad un importante fattore, necessario per finanziare una futura erogazione dei dividendi: i flussi di cassa, che nel terzo trimestre sono saliti del 56%, a $1,75 miliardi. 

Sull’ipotesi di un futuro dividendo, in teoria T-Mobile dovrebbe utilizzare il suo flusso di cassa operativo, che però dovrebbe arrivare ad almeno $3 miliardi nel futuro: il 50% di questo sarebbe da destinare al pagamento dei dividendi. Sulla base dell’attuale prezzo del titolo e del numero di azioni in circolazione, il dividend yield di T-Mobile sarebbe nell’ordine dello 0,92%, un livello inferiore al rendimento medio dell’1,6% per l’S&P500, ai prezzi attuali.

In questo senso, T-Mobile è un titolo growth che continuerà a generare rendimenti dall’apprezzamento in linea capitale piuttosto che con la possibilità di erogare dividendi. Ciò avverrà nel futuro ma, viste le necessità di cassa del business, non si tratta di un evento atteso nei prossimi anni.

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