Aumenta la paura di una recessione?

Con i riflettori puntati sulla testimonianza di Powell al Congresso, la prima dal suo secondo mandato, i mercati europei faticano a trovare quella fiducia necessaria, scambiando esclusivamente in territorio negativo.

Milano nuovamente maglia nera (-1,36%) tra le principali piazze finanziarie europee, enfatizzando quella vulnerabilità e preoccupazioni che circondano il nostro Paese – alle prese con turbolenze politiche e rischi energetici, dove oltre ai noti dilemmi di forniture di gas e di rincari dei prezzi della benzina, si sono annesse quelle legate all’acqua e alle sue ripercussioni, sia energetiche che alimentari.  Governo che proprio ieri ha approvato al Consiglio dei ministri il nuovo decreto contro i rincari delle bollette di luce e gas mettendo mano al portafoglio con circa 3,27 miliardi di euro.

Listini europei che da inizio settimana stanno scambiando in territorio misto, prossimo allo zero, mentre quelli statunitensi in rialzo di quasi due punti percentuali, enfatizzando quindi una maggiore preoccupazione sulla crescita del Vecchio Continente maggiore rispetto a quella statunitense.

Federal Reserve: In un evento, quello di ieri della testimonianza alla commissione bancaria del Senato, durato quasi due ore e mezza, tra discussioni sul mercato del lavoro, inflazione, criptovalute, Ucraina, recessione, mercato energetico e scelte politiche, il presidente della Fed Jerome Powell ha riconosciuto l’esistenza – impossibile rispondere alla domanda che non vi sia –di un chiaro rischio che il rapido inasprimento della politica monetaria statunitense possa far precipitare l’economia statunitense in recessione e che la narrativa di un “atterraggio morbido” sarà “molto impegnativo. Il mercato continua a valutare un’alta probabilità di un aumento di 75 punti base da parte della Fed il 27 luglio e di due punti percentuali entro fine anno, con un tasso che dovrebbe assestarsi al 3,75%.

Mercati azionari statunitensi che hanno ieri faticato a trovare una propria direzione, oscillando tra guadagni e perdite. Le preoccupazioni per l’inflazione, l’inasprimento delle banche centrali e il loro impatto sulla crescita rimangono al centro. Tuttavia, con molti dei titoli già in forte calo, il sentiment degli investitori si è in qualche modo stabilizzato (ieri il Vix è ritornato sotto la soglia dei 30 punti, cedendo quasi il 4%).

Rischio di stagflazione che ieri ha lasciato il posto al rischio di recessione, con i titoli energetici e dei materiali che hanno registrato le maggiori perdite.

La paura di una recessione, con gli spread tra i Treasury a 10 anni e quello a due anni calato ieri del 26% a 0,074%, ha influito sul petrolio, sceso sotto i 104 dollari al barile, in calo di quasi 15 dollari al barile in sole due settimane.

In Europa l’inflazione energetica fatica a stabilizzarsi, con i prezzi del gas naturale TTF cresciuti in un mese del 50%, dopo le limitazioni delle forniture russe e l’esplosione in Texas di Gnl. Anche il rame sensibile, spesso utilizzato quale termometro della crescita, è stato sottoposto a rinnovate pressioni e ora viene scambiato sui nuovi minimi degli ultimi 12 mesi.

Appuntamenti odierni: Giornata fitta di appuntamenti che non lascerà gli investitori privi di dati a cui far riferimento. I rilasci dei PMI preliminari in Europa e negli Stati Uniti potrebbero evidenziare quel percorso di rallentamento economico atteso.  Il consiglio europeo e soprattutto il Summit BRICS potrebbero inoltre portare all’attenzione nuove opportunità per la Russia, con l’India e la Cina che già hanno aumentato l’acquisto di petrolio russo (la Russia ha infatti sostituito l’Arabia Saudita quale primo fornitore di petrolio cinese).

Infine, attenzione al mercato bancario americano, con le pubblicazioni degli stress test le quali potrebbero dare quel semaforo verde o meno, ai percorsi di dividendi e buyback approvati.

Criptovalute: Mercato delle criptovalute che sempre di più si trova al centro dei dibattiti di politica economica. Ieri perfino durante l’audizione di Powell il tema è tornato ad essere evidenziato.  Maggiori strette di regolamentazioni potrebbero quindi essere la nuova preoccupazione che potrebbe colpire alcuni cripto-asset, ma che allo stesso tempo potrebbe rappresentare una futura selezione naturale sui progetti.

Bitcoin continua a combattere per mantenere il proprio livello sopra la soglia dei $20mila.

 

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