Andamento dei Mercati: Settori in Evoluzione, Focus su Novo Nordisk e Inflazione

Nonostante la turbolenza che ha intaccato i mercati finanziari questa settimana, con l’Europa colpita dalla decisione italiana di imporre una tassa sugli extraprofitti sul settore bancario e dalla continua mancata ripresa economica cinese, i listini del Vecchio Continente si apprestano a chiudere la settimana in territorio positivo.  Con lo Stoxx 600 a circa +1,08% nella performance settimanale (a fronte di un S&P 500 a -0,21%), in attesa della chiusura odierna di venerdì, e con solo il FTSE MIB il leggera flessione a -0,04% nel medesimo periodo, gli investitori trovano nell’Europa una diversificazione, nonostante i suoi rischi, ma soprattutto valutazione più economiche di quelle americane.

Negli ultimi giorni si sono verificati numerosi fattori dinamici che hanno attirato l’attenzione, tra cui preoccupazioni riguardo al settore finanziario, interrogativi sull’offerta di titoli di Stato, pressioni costanti al rialzo sui prezzi dell’energia, un entusiasmo che è stato attenuato per quanto riguarda l’intelligenza artificiale, ma al contempo un aumento dell’entusiasmo per la classe di farmaci GLP-1 nel contesto della perdita di peso. Proprio quest’ultimo ha portato il settore sanitario europeo ad essere il motore dei rialzi di questa settimana, trainato della danese Novo Nordisk (+17,56% nella settimana e +61,31% da inizio anno), la quale ormai, sempre di più, aspira ad usurpare il trono alla francese LVMH quale società europea a maggiore capitalizzazione. I buoni risultati semestrali e il miglioramento delle prospettive arrivano pochi giorni dopo che Novo Nordisk ha annunciato uno studio che dimostra che la semaglutide, utilizzata nei trattamenti per il diabete e l’obesità a base di GLP-1, riduce anche il rischio di malattie cardiovascolari. Con il trattamento dell’obesità e il farmaco Wegovy, Novo Nordisk sta affrontando un enorme mercato latente. L’obesità è un problema enorme in tutto il mondo, con circa 650 milioni di persone in sovrappeso. Compresi gli Stati Uniti, la più grande economia del mondo, dove circa il 40% della popolazione è obesa.

In America, con lo S&P 500 e il Nasdaq 100 che, in attesa di conferme odierne, si preparano a chiudere la settimana in territorio negativo (la seconda consecutiva) si osserva un rintracciamento del comparto sanitario, con l’ETF XLK che scambia al di sotto della sua media mobile a 50 giorni, ma soprattutto una ripartenza del settore energetico XLE con il 100% delle società che scambia al di sopra della sua media mobile a 50 periodi.

La lettura migliore del previsto di ieri sull’inflazione al consumo di luglio degli Stati Uniti ha rafforzato le prospettive di una pausa della Fed nella campagna di rialzo dei tassi d’interesse ed è stato positivo per le azioni.  Tuttavia, i titoli hanno perso gran parte del loro vantaggio dopo che i rendimenti dei T-note hanno annullato il calo iniziale e sono saliti grazie ai commenti da falco del Presidente della Fed di San Francisco Daly e alle pressioni sull’offerta derivanti dalle aste di rimborso trimestrali di questa settimana. Il Presidente della Fed di San Francisco, Mary Daly, ha gettato acqua sul fuoco sulla lettura dell’inflazione a stelle e strisce affermando come la Fed abbia ancora del lavoro da fare per controllare l’inflazione.  I mercati, tuttavia, non sembrano voler credere appieno a tali affermazioni, come indicato dai dati di FedWatch che mostrano una probabilità di circa il 90% che i tassi rimangano invariati durante la riunione di settembre. Non sorprende quindi vedere i settori ciclici ottenere risultati migliori dei settori difensivi e le istituzioni bancarie e finanziarie registrare buone performance, con l’emergere sempre di più di uno scenario di soft-landing/goldilock.

Inflazione che tuttavia rischia di dover far nuovamente i conti con i rialzi dei generi alimentari ed energetici. I prezzi del greggio scambiano vicino ai loro massimi dell’anno, riportando pressioni sui prezzi alla pompa, mentre negli ultimi mesi la volatilità sul gas è nuovamente tornata a salire. Qualora non fosse sufficiente anche i generi alimentari hanno evidenziato importanti divari di evoluzioni dei prezzi, rischiando di porre nuove pressioni. I prezzi dei succhi d’arancia negli Stati Uniti sono cresciuti del 64% nell’ultimo anno a causa delle forti pressioni sull’offerta (minori raccolti in Florida). Di simile evoluzione anche i prezzi del riso in Thailandia, il secondo esportatore di riso al mondo, dopo il divieto di esportazione dell’India e degli effetti negativi del El Niño.

 

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