La speranza per i nuovi colloqui, attesi per la giornata, ha ieri riportato il sereno sui mercati. Erdogan si ritaglia un nuovo spazio, all’interno dell’influenza internazionale, offrendosi da mediatore per nuovi negoziati bilaterali, attesi in Antalya, tra i ministri degli Esteri di Mosca e di Kiev, Sergej Lavrov e Dimitri Kuleba.
Zhovkva, vicecapo gabinetto del presidente Zelenskyi, ha ieri affermato che il Paese è pronto per una soluzione diplomatica ma a non cedere nemmeno un “centimetro” del proprio territorio. Come precondizione per qualsiasi colloquio ha chiesto un cessate il fuoco immediato e il ritiro delle truppe russe. Dall’altra parte, la delegazione russa ha riportato come non sarà disposta a cedere nulla dal tavolo dei negoziati. Un’assenza quindi di punti di incontro tra le parti. Rimango personalmente ancora scettico su un possibile accordo a breve, con le parti ancora troppo distanti tra loro.
La notizia di ieri dei colloqui ha tuttavia riportato speranza sui listini europei, con Francoforte che ha chiuso con oltre 1.000 punti al rialzo (+7.92%), registrando un nuovo record storico. Bene anche le altre piazze finanziarie: Parigi +7.13%, Londra +3.25%, Amsterdam +4.81%, Milan +6.94% e Madrid +4.88%. Negli Stati Uniti, dopo che lunedì lo S&P 500 aveva registrato il maggior calo dall’ottobre 2020, la seduta di ieri ha sancito il maggior guadagno da giugno 2020: un segnale di come l’umore del mercato azionario possa cambiare molto rapidamente. Tutto questo con un Vix che scambia a 32,45 punti (+95.48% da inizio anno).
L’Unione Europea, nel frattempo, starebbe varando ulteriori sanzioni, questa volta contro la Bielorussia, aggiungendo un divieto alle transazioni SWIFT per tre banche di Misk. Mentre Londra ha inasprito le sanzioni contro Mosca, vietando le esportazioni di merci legate all’aviazione nel paese e concedendosi il potere di trattenere qualsiasi aereo russo nel territorio.
Continua la volatilità sul mercato delle materie prime. Il prezzo del petrolio, in particolare, al centro dei negoziati. Ieri il Brent è sceso del 13%, registrando la maggiore correzione da aprile 2020. Ad innescare questo forte movimento le parole provenienti da Dubai, secondo cui gli Emirati Arabi Uniti si sarebbero fatti carico di incoraggiare gli altri membri Opec ad aumentare la prodizione. Dichiarazione successivamente ammorbidita, riferendo che gli EAU rimangono impegnati nell’accordo OPEC. Alta probabilità che tale correzione sia stata causata da una mancanza iniziale di consultazione. Di fatto oggi il prezzo del brent segna un +3% a circa $114 al barile. Analizzando il mercato petrolifero ritengo che ancora l’offerta di petrolio rimanga molto stretta con: 1) La Russia sotto pressione, 2) e con l’OPEC che fatica solamente per soddisfare i suoi 0.4mbd di aumenti mensili, e 3) le vendite dell’AIE (che coordina le vendite delle riserve strategiche globali di petrolio dagli Stati Uniti e alleati), come riportato ieri, restano troppe piccole. L’ultima è stata di 60mbbls…. poco più di 1/2 di un giorno di domanda globale.
Ieri la Camera degli Stati Uniti ha approvato il disegno di legge di spesa da 1,5 trilioni di dollari per finanziare il governo fino a settembre.
In una giornata odierna, in cui le speranze di pace sembrano lontane e con un calendario ricco di importanti appuntamenti (BCE, inflazione statunitense e negoziati) i mercati finanziari mostrano preoccupazioni, con gli indici europei e americani in forte territorio negativo.
Intanto anche Nestlé Mondelez e Philip Morris si uniscono all’elenco delle multinazionali che si sono ritirate dalla Russia. La notizia, tuttavia, non è proprio corretta, infatti sia Nestlé che Mondelez hanno deciso di fermare gli investimenti in Russia, continuando ad offrire gli elementi essenziali. Allo stesso modo, mentre il produttore di sigarette Imperial Brands ha sospeso le attività in Russia, la rivale Philip Morris ha solo affermato che avrebbe ridimensionato la produzione. Discorso a parte per Sony, il cui studio cinematografico ha già interrotto le uscite in Russia e la sua unità di gioco PlayStation interromperà le spedizioni e le operazioni in Russia.
La decisione di abbondano del mercato russo non è semplice, soprattutto per la big del tabacco Philip Morris, dove il peso del Russia all’interno del fatturato complessivo si aggira a circa l’8%.
Riflettori oggi puntanti su Amazon. La big tech di Seattle ha annunciato il frazionamento azionario 20:1 e il riacquisto di azioni proprie per $ 10 miliardi, raddoppiando quindi il precedente programma e facendo leva su un solido bilancio. Una grande notizia, a cui il mercato risponde in pre-market con un +6.5%. La prima dal 1999, ovvero 23 anni fa, e segue l’annuncio di GOOGL del mese scorso. Sebbene il frazionamento azionario sia oggi meno importante che in passato, causa la possibilità di comprare azioni frazionate, l’effetto resta comunque sempre positivo sui mercati.
AGENDA MACROECONOMICA: Giornata che vede per le 14:30 l’obbligo di essere davanti ai monitor. Allo stesso orario, infatti, saranno pubblicate i dati sul livello di inflazione al consumo negli Stati Uniti e prenderà il via la conferenza stampa da parte della BCE.
Nella riunione della Banca Centrale Europea avremmo modo di ricevere segnali importanti sulla visione dell’Istituto di Francoforte tra inflazione e crescita. Difficile, se non impossibile, aspettarsi un aumento dei tassi a breve termine ma interessante sarà, durante la conferenza stampa, le possibili risposte sul programma di acquisto di titoli pubblici e privati APP.
La lettura negli Stati Uniti su livello di inflazione al consumo prevede una crescita su base annua a febbraio dal 7.5% al 7.9%, con un incremento mensile dello 0.8%. Sebbene i dati facciano riferimento ai valori di febbraio, e quindi non incorporano il recente aumento delle materie prime, offriranno un importante input sulla pressione inflazionistica sottostante.
Trimestrali: tra le principali pubblicazioni attese per la giornata si evidenziano:
- USA: JD.com, Oracle, Docusign e Rivian Automotive.
- EUROPA: Happag-Lloyd, Hannover Ruck, Groupe Bruxelles Lambert, Italgas, Leonardo, Azimut e Autogrill
CRIPTOVALUTE: Decisa correzione all’interno del mercato delle criptovalute, con la seduta odierna che vede per il Bitcoin bruciare i guadagni di ieri.
Tra le principali notizie nel settore, come annunciato ieri, Biden ha firmato l’ordine esecutivo sul mondo cripto per promuovere l’”innovazione responsabile”.
Un passo obbligato, tenendo in considerazione che gli Stati Uniti ospitano circa il 45% delle società di criptovalute del mondo (dati Crunchbase).
Dubai diventa la successiva nazione a varare una legge sulle criptovalute, supervisionata da una nuova agenzia di regolamentazione. La proposta (link), un documento di 56 pagine intitolato REGULATION OF CRYPTO TOKENS, segue il precedente rapporto di ottobre e si concentra sui “crypto tokens”, escludendo sia i tokens non fungibili (NFT), le valute digitali della banca centrale (CBDC) e i tokens di utilità, compresi i tokens di gioco play-to-earn con usi “non finanziari”. In particolare, i punti salienti del rapporto della Dubai Financial Services Authority possono essere sintetizzati nella proposta di divieto dei “privacy tokens” e “algorithmic tokens”
Passata la giornata della donna i numeri sul mercato delle criptovalute al femminile non sembra ancora mostrare ampi progressi. Stando ai dati Rovva: solo 69 delle 1229 società di criptovalute con sede negli Stati Uniti hanno una o più donne fondatrici. Solo il 29% degli artisti NFT sono donne, secondo la società di intelligenza artificiale Limna (articolo). Non proprio un grande biglietto da visita.