La riunione del FOMC conclude un settembre fitto di annunci da parte delle banche centrali

Il FOMC (Federal Open Market Committee, comitato federale del mercato aperto) si riunisce il 2122 settembre. Al termine di questi due giorni, gli investitori avranno un’idea più chiara delle intenzioni della Federal Reserve riguardo all’aumento dei tassi di interesse e delle sue prospettive per l’acquisto di asset.

L’ultima riunione del FOMC

A metà dello scorso agosto, sono stati resi pubblici i verbali della riunione del FOMC di luglio. In base a quanto indicato nei verbali, l’indicazione è di considerare la diminuzione dell’acquisto di titoli, nel caso in cui l’economia continui ad evolversi come previsto.

Si legge: “Guardando al futuro, la maggior parte dei partecipanti ha notato che, se l’andamento dell’economia dovesse rispettare quanto oggi previsto, sarebbe opportuno iniziare a ridurre il volume degli acquisti di titoli già a partire da quest’anno, poichè si considera soddisfatta dei risultati ottenuti dal Comitato con i suoi progressi verso la stabilità dei prezzi, ed è quasi soddisfatta di quanto ottenuto relativamente all’obiettivo di massima occupazione.” 

Tuttavia, durante la riunione non è stata determinata una tabella di marcia precisa. Per quanto alcuni membri del FOMC abbiano indicato la possibilità di tapering già nei prossimi mesi, altri hanno previsto che la riduzione inizierà a partire dal prossimo anno.

I partecipanti alla riunione hanno inoltre notato che, nel momento in cui sarà deciso di ridurre l’acquisto dei titoli, sarà importante evidenziale “l’assenza di una relazione diretta tra il momento del tapering e quello di un eventuale aumento della gamma target per il tasso dei fondi federali.”

L’importanza delle relazioni del FOMC e delle banche centrali

Le riunioni del FOMC e le relazioni delle principali banche centrali rappresentano eventi importanti per gli investitori. Una variazione dei tassi di interesse si ripercuote su mutui, prestiti, tassi di cambio e molto altro. Per questo motivo, qualsiasi dichiarazione di politica monetaria, discorso, conferenza stampa o altro intervento dei governatori delle banche centrali è seguito con la massima attenzione dagli investitori, che analizzano le possibili ripercussioni sulle politiche future.

Non è esagerato dire che gli analisti seguono e studiano ogni parola che esce dalle banche centrali dei maggiori paesi,  tentando di captare anche il minimo indizio.

Prendiamo, ad esempio, una dichiarazione sulla politica monetaria pubblicata dalla RBA (Reserve Bank of Australia) nel luglio 2021, dove l’assenza di una parola presente in una dichiarazione precedente ha fatto storcere la bocca a molti… Nelle dichiarazioni precedenti, Philip Lowe, il governatore della RBA, aveva affermato che un aumento era “improbabile almeno fino al 2024.” Tuttavia, nella dichiarazione di luglio, la parola “almeno” è sparita: la frase ora indica che un aumento è “improbabile fino al 2024.” I commentatori finanziari che hanno seguito questi annunci hanno tratto le loro conclusioni: ciò che prima era la promessa del governatore Lowe di mantenere i tassi invariati fino al 2024, ora si è trasformata in una semplice previsione che potrebbe sicuramente cambiare.

Lo scopo delle banche centrali

Per quanto ogni banca centrale abbia la propria missione, esistono dei comuni denominatori.

Uno degli obiettivi principali delle banche centrali è mantenere la valuta stabile, conservandone il valore. Un altro compito è stabilire politiche che supportino lo sviluppo economico e la massima occupazione. 

Per svolgere i loro compiti, i comitati delle banche centrali si riuniscono in vari periodi dell’anno per discutere delle politiche monetarie. Ad esempio, il FOMC si riunisce otto volte all’anno. Inoltre, la Banca Centrale Europea, la Bank of Canada e la Bank of England stabiliscono i loro tassi di interesse otto volte all’anno, mentre la Reserve Board australiana lo fa undici volte all’anno.

Un mese molto attivo per le relazioni delle banche centrali

Settembre ha già visto la pubblicazione di diverse relazioni da parte delle banche centrali. Il 7 settembre, la Reserve Bank of Australia ha pubblicato la sua dichiarazione sui tassi. L’8 settembre, la Bank of Canada ha fatto la stessa cosa, mentre il governatore della Bank of England, Andrew Bailey, insieme al Comitato sulla politica economica, erano impegnati a testimoniare al Parliament Treasury Committee del Regno Unito. Il 9 settembre, la Banca Centrale Europea ha pubblicato la sua dichiarazione monetaria, seguita da una conferenza stampa del presidente della BCE, Christine Lagarde. 

La RBA tiene duro sui tassi di interesse

Nella sua dichiarazione sulle decisioni di politica monetaria, Philip Lowe, il governatore della Reserve Bank of Australia, ha dichiarato che il Consiglio ha deciso di mantenere allo 0,1% il tasso di interesse sul breve termine, anche conosciuto come “cash rate target”, e il tasso di interesse sui saldi del regolamento delle operazioni allo 0%.  Inoltre,ha confermato il tasso dello 0,1% sui bond del governo australiano con scadenza nell’aprile 2024, oltre all’acquisto di titoli di stato al ritmo di 4 miliardi di AUD alla settimana almeno fino a metà febbraio 2022. 

La decisione di ridurre gli acquisti di titoli di stato, passando da 5 a 4 miliardi di AUD a partire da settembre, era stata annunciata all’interno delle decisioni di politica monetaria dell’agosto 2021. Tuttavia, secondo quest’ultima dichiarazione, gli acquisti settimanali per 4 miliardi di AUD proseguiranno almeno fino a febbraio, modificando quanto previsto nella dichiarazione del mese precedente che indicava il mese di novembre.

Lowe ha inoltre aggiunto che la diffusione della variante Delta del Coronavirus rallenterà lo sviluppo economico, senza tuttavia mandarlo in crisi. Rimangono poco chiare le previsioni sullo sviluppo economico.

L’impatto immediato della dichiarazione della RBA è stato un aumento del dollaro australiano causato dall’annunciata riduzione degli acquisti dei titoli di stato. Tuttavia, questi guadagni si sono volatilizzati quando la banca ha confermato che un aumento dei tassi di interesse sarebbe possibile solamente con un’inflazione molto più alta di quella attuale. 

Bank of Canada

Nella sua dichiarazione sui tassi, la BoC (Bank of Canada) ha menzionato il proseguimento della ripresa economica globale durante il secondo trimestre, con una robusta spinta entrando nel terzo; tuttavia, i disagi nella catena di distribuzione e l’aumento dei casi di Covid-19 potrebbero ostacolare il percorso di crescita. Per quanto i risultati economici del secondo trimestre in Canada siano stati inferiori alle aspettative, non tutti i settori hanno registrato risultati negativi. La BoC prevede una ripresa nella seconda metà del 2021, per quanto i problemi di fornitura e i casi di Covid-19 potrebbero influire sui risultati.

Il Consiglio governativo della BoC ha dichiarato che l’economia canadese “…ha una notevole capacità in eccesso e che la ripresa continua a necessitare del supporto di politiche monetarie straordinarie”. Per questo motivo, la banca ha deciso di mantenere il suo tasso target overnight dello 0,25% (anche definito come “lower bound”). Il Consiglio ha previsto che questo tasso rimarrà invariato fino alla seconda metà del 2022, quando “sarà stata assorbita la fiacchezza economica” e sarà stato raggiunto l’obiettivo dell’inflazione al 2%. La BoC porterà avanti anche il suo programma di quantitative easing, acquistando titoli al ritmo di 2 miliardi di dollari canadesi a settimana.

L’immediato impatto di questa dichiarazione si è osservato nell’indice composito S&P/TSX, che ha ceduto 64 punti, un calo riscontrato anche nella coppia valutaria USDCAD (il “loonie”).

Bank of England: Bailey preoccupato per la carenza di lavoratori

Così come i suoi colleghi da Canada e Australia, il governatore della Bank of England, Andrew Bailey, ha dichiarato che l’economia sta riscontrando un rallentamento causato dall’aumento dei casi di Covid-19 e da problemi di approvvigionamento della filiera. Nel suo intervento dell’8 settembre davanti al Comitato del Tesoro del Parlamento, Bailey si è detto convinto che i prezzi delle materie prime con il tempo torneranno a livelli normali, risolvendo la carenza delle forniture. Ha tuttavia espresso preoccupazioni legate alla mancanza di forza lavoro, che potrebbe causare un aumento dell’inflazione per beni e servizi.

Bailey ha poi dichiarato che nei prossimi anni il Comitato per le politiche monetarie dovrà alzare i tassi di interesse per rispondere alle pressioni inflazionistiche. La testimonianza ha rivelato che il Comitato ha votato 4-4 quando è stato il momento di stabilire se l’economia inglese si fosse ripresa a sufficienza per cominciare a ridurre le misure d’emergenza e ad aumentare i tassi di interesse sui prestiti.

La BCE prosegue con la politica monetaria e rallenta il ritmo degli acquisti di titoli

Al termine di una settimana durante la quale Australia, Canada e Regno Unito hanno discusso le loro politiche economiche, tutti gli occhi erano puntati sulla BCE, la Banca Centrale Europea, e sulla sua relazione del 9 settembre. Il Consiglio direttivo della BCE ha deciso di mantenere allo 0% il tasso di interesse principale delle operazioni di rifinanziamento, allo 0,25% il rifinanziamento marginale e al -0,5% i depositi. 

Il Consiglio direttivo ha dichiarato che si aspetta che i tassi principali della BCE rimangano ai loro livelli attuali, se non più bassi, finchè l’inflazione non raggiungerà il 2% “molto al di là del termine del suo orizzonte di progetto e costantemente per il resto del suo orizzonte di progetto” e che, sulla base della valutazione del Consiglio, i “progressi dell’inflazione sottostante” sono in linea con una stabilizzazione al 2%. L’Economista capo della BCE sostiene che ciò accadrà entro il 2025.

La dichiarazione della BCE indica che gli acquisti mensili netti dell’Asset Purchase Program proseguiranno al ritmo di 20 miliardi. In base al PEPP (Pandemic Emergency Purchase Programme), gli acquisti totali di titoli rimarranno a 1,85 miliardi, e proseguiranno almeno fino alla fine di marzo 2022. Tuttavia, il ritmo degli acquisti dovrebbe cambiare. Sulla base delle condizioni di finanziamento e delle previsioni sull’inflazione, la BCE ha dichiarato che “si possono mantenere condizioni favorevoli di finanziamento con un ritmo moderatamente più lento di acquisti netti di titoli”.

Tutti gli occhi sul FOMC

Anche se ogni relazione delle banche centrali possiede delle caratteristiche proprie, esistono degli elementi in comune tra tutte.  

  • Australia, Canada e BCE hanno mantenuto i loro tassi di interesse. 
  • Per quanto la BCE, al contrario della RBA, non ridurrà gli acquisti di titoli, il ritmo degli acquisti dovrebbe rallentare. 
  • Esistono delle preoccupazioni legate all’economia, per quanto le prospettive siano di crescita, ma le previsioni temporali rimangono poco chiare.

Dopo che alcune tra le principali economie mondiali hanno dato il loro parere, l’attenzione ora si sposta sulla riunione del FOMC e sulle sue dichiarazioni che saranno rese pubbliche il 22 settembre.