Sale la fiducia, ma per fine anno gli investitori retail italiani tornano sui BTP

  • Un investitore retail italiano su cinque (23%) vede nella recessione dell’Italia la minaccia numero uno per i suoi investimenti, mentre l’inflazione scende al 12%
  • Migliora il sentiment sullo stato dell’economia e sui mercati, con il 78% degli investitori che ha fiducia nel proprio portafogli
  • Si naviga a vista, ma con fiducia: un investitore su tre pensa di aumentare il contributo ai propri investimenti nell’ultimo trimestre dell’anno

Milano, 27 settembre 2023 Gli investitori retail italiani tornano dalle vacanze più fiduciosi, ma rimangono alla finestra: la recessione fa paura al portafogli, mentre non si rinuncia alla ricerca di rendimento. 

Questo quanto emerge dall’ultimo Retail Investor Beat, sondaggio condotto su base trimestrale della piattaforma di trading e investimento eToro su un campione di 10.000 investitori retail distribuiti in 13 Paesi nel mondo, di cui 1.000 in Italia. 

I dati mostrano come le paure di una recessione, globale (16%) ma soprattutto domestica (23%), rimangano in cima ai rischi percepiti per i portafogli di investimento, mentre l’inflazione diventa un rumore di fondo (12%), superata anche dalle preoccupazioni per il rialzo dei tassi di interesse (13%). Si tratta di uno scenario molto diverso rispetto a sei mesi fa, quando l’inflazione era la preoccupazione numero uno (19%) mentre la tenuta dell’economia italiana non veniva percepita come una minaccia (10%).

Le ombre sulla resilienza economica non sembrano comunque intaccare la fiducia nelle scelte di investimento, con il numero di investitori italiani che si dice confidente nel proprio portafogli salito dal 71% del secondo trimestre al 79% del terzo.

Infatti, sebbene siano percepiti i rischi legati alla recessione, i dati emersi dal RIB dipingono anche un quadro di fiducia a tinte più rosee rispetto al forte peggioramento del sentiment degli investitori retail italiani registrato nel secondo trimestre. Il numero di investitori che si dichiarano fiduciosi sullo stato di salute dell’economia globale è salito, trimestre su trimestre, dal 39% al 46%. Più debole il recupero sull’Italia, con la percentuale di investitori che si dicono fiduciosi passata dal 37% al 42%.

Gabriel Debach, market analyst di eToro, commenta: “Gli investitori retail non sono più focalizzati sull’inflazione e si sentono chiaramente ottimisti sulla capacità delle banche centrali di contenere l’aumento dei prezzi senza ulteriori aumenti dei tassi di interesse. Sebbene le preoccupazioni si siano spostate sulla recessione che questi aumenti dei tassi di interesse potrebbero causare, questo non sta pesando sul sentiment nella stessa misura in cui lo faceva l’inflazione.

Gli investitori retail si sentono più ottimisti riguardo ai loro investimenti rispetto a tre mesi fa, rimangono positivi su cosa li aspetta in questi ultimi mesi del 2023 e generalmente continuano ad attendersi un mercato toro sostenuto nella prima metà del prossimo anno. Ciò estenderebbe il rally del 23% delle azioni globali che abbiamo già visto dal minimo dell’ottobre 2022″.

L’aumento della fiducia si traduce in un approccio meno pessimista per quanto riguarda l’entità dei contributi agli investimenti, con due investitori su tre (61%) che dichiarano di voler mantenere invariato l’importo dei contributi regolari dedicati agli investimenti nei prossimi tre mesi, mentre solo il 7% intende ridurlo. I dati divergono sostanzialmente da quanto emerso nello scorso trimestre, quando quasi un investitore su quattro (24%) intendeva tagliare il contributo al proprio portafogli.

Il comparto che più probabilmente beneficerà di questa ripresa del sentiment è quello tecnologico, con gli investitori che, nel quarto trimestre, si dimostrano più propensi ad aumentare gli investimenti in questo settore rispetto a qualsiasi altro (16%). A seguire, i servizi finanziari (12%), un settore che storicamente ottiene buoni risultati in presenza di tassi d’interesse elevati, l’energia (11%) e l’immobiliare (8%).  I settori meno interessanti per gli investitori retail nel quarto trimestre sono, invece, i beni di consumo discrezionali e gli industriali.

A livello di asset class, i dati del RIB evidenziano investitori retail alla ricerca di rendimento oltre l’azionario, in un contesto che vede le banche centrali arrivate alla fine del loro ciclo di rialzi. Nei prossimi mesi, gli investitori retail italiani intendono aumentare la loro allocazione principalmente sull’obbligazionario domestico (14%), così come su criptoasset (13%) e materie prime (11%).

Debach aggiunge: “La tecnologia è tornata con prepotenza nel 2023 ed è ancora una volta al centro dell’attenzione degli investitori, con i titoli dell’intelligenza artificiale a fare la parte del leone. Non sorprende invece che, visti i rischi di recessione, i beni di consumo discrezionali siano in fondo alla lista degli investitori.

L’attuale incremento dei rendimenti dei Buoni del Tesoro italiani (BTP), unito alla scelta di indirizzare maggiormente tali titoli verso il pubblico retail, sta rinvigorendo una suggestiva ‘luna di miele’ tra i cittadini italiani e il debito pubblico del paese. Questa tendenza è emersa in seguito a un periodo in cui i cittadini si erano allontanati a causa dei bassi tassi d’interesse e delle politiche di Quantitative Easing della BCE. Lo scarso rendimento dei conti bancari, nonostante gli sforzi del Governo per contrastare gli extraprofitti bancari, sta ulteriormente spingendo i cittadini a considerare il debito pubblico italiano come un’opzione di investimento allettante. In questo quadro, con l’aggiunta per il timore di un rallentamento economico, il debito italiano sembra godere di un nuovo e inaspettato periodo di favore, con la clientela retail che emerge come principale categoria di acquirenti. 

Se gli investitori italiani sono alla ricerca di stabilità finanziaria, l’attrattiva dei rendimenti offerti dai titoli obbligazionari nazionali non si tradisce, la loro volontà di aumentare il rendimento complessivo del proprio portafoglio non diminuisce quando considerano alternative al di fuori del mercato azionario. In questo contesto, il mondo delle criptovalute sembra offrire una soluzione a questo desiderio, nonostante la sua intrinseca alta volatilità. Dopo il crollo dello scorso anno, il 2023 ha visto un notevole ripristino delle criptovalute, con il Bitcoin che ha registrato un aumento superiore al 50% dall’inizio dell’anno. La prospettiva dell’halving previsto per il prossimo anno potrebbe continuare a svolgere un ruolo chiave nell’incrementare la domanda”.

Sul sondaggio: 

Il Retail Investor Beat si basa su un sondaggio condotto su 10.000 investitori retail in 13 Paesi e 3 continenti. I seguenti Paesi hanno avuto 1.000 intervistati: Regno Unito, Stati Uniti, Germania, Francia, Australia, Italia e Spagna. I seguenti Paesi hanno risposto in 500: Paesi Bassi, Danimarca, Norvegia, Polonia, Romania e Repubblica Ceca.

Il sondaggio è stato condotto dal 18 agosto al 29 agosto 2023 e realizzato dalla società di ricerca Opinium. Gli investitori al retail sono stati definiti come autogestiti o consigliati e dovevano detenere almeno un prodotto di investimento tra cui azioni, obbligazioni, fondi, ISA di investimento o equivalenti. Non era necessario che fossero utenti di eToro.

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