Polkadot sta per compiere un gran balzo in avanti, raggiungendo un traguardo evolutivo che potrebbe far volare l’asset nativo DOT in cima alla classifica delle criptovalute.
Il progetto, il cui scopo è intrecciare tra loro le blockchain, in modo da creare un’economia aperta e decentralizzata, prevede il lancio del componente conclusivo nella roadmap di Polkadot: le parachain.
Ognuna delle parachain si comporta come una catena indipendente e specifica di un progetto. È in grado di emettere i propri token e di essere personalizzata in base a uno specifico caso d’uso, pur restando collegata ininterrottamente alla catena principale di Polkadot. Il fondatore Gavin Wood sostiene che questo approccio terrà fede all’impegno di connettere tra loro le blockchain, una promessa che finora i rivali non sono stati in grado di realizzare.
Le aste spingono la domanda di DOT
Se l’ex CTO di Ethereum dovesse avere ragione, le parachain avranno notevoli implicazioni per l’asset nativo DOT e segneranno l’inizio di una nuova era per l’interoperabilità delle blockchain.
Pertanto, gli slot parachain sono oggetto di un’accanita concorrenza. I progetti desiderosi di sviluppare una parachain dovranno aggiudicarsi uno slot nelle aste che avranno inizio l’11 novembre. Le offerte verranno piazzate mediante DOT seguendo un formato di asta a candela, per la durata di sette giorni e con un termine in un momento scelto a caso, non con lo spegnimento di una candela, come in passato, ma tramite un meccanismo on-chain.
Una volta terminata l’asta, i progetti aggiudicatari dovranno bloccare un’obbligazione in DOT per la durata della locazione della parachain. Si stima che il 20% dell’offerta di DOT finirà per essere vincolata in questo modo, riducendone la quantità a disposizione proprio nel momento in cui la domanda potrebbe subire un’impennata.
Tutto ciò si riflette nell’esplosiva price action del Polkadot: Dal momento in cui sono state annunciate le aste, il DOT ha guadagnato oltre il 20% a causa delle speculazioni sulla diminuzione dell’offerta e sulla nascita di un ecosistema per le blockchain.
È iniziata l’era dell’interoperabilità delle blockchain?
Al termine di tutte le aste, i primi cinque progetti aggiudicatari verranno integrati simultaneamente in Polkadot, il 15 dicembre. Si tratterà del termine ufficiale della roadmap e il coronamento di una attività di sviluppo durata tre anni. Tutti gli ultimi pezzi del rompicapo verranno messi al loro posto e il grande progetto di Polkadot, di un’economia aperta basata sulle blockchain, potrà finalmente prendere vita.
Da quel momento, ci si può aspettare che l’economia di rete entri in azione con un aumento del flusso di trader e programmatori verso Polkadot. Potrebbe essere l’avvio di un vero e proprio rinascimento per le attività che si servono delle parachain; i progetti in prima fila per vincere le aste comprendono protocolli per la privacy, piattaforme di finanza decentralizzata per i prestiti, piattaforme di NFT (non-fungible token) e oracle volti a far comunicare la rete Polkadot con i dati del mondo reale.
L’insieme di questi progetti potrebbe dar luogo a un’ondata di attività che avrebbe l’effetto non solo di proiettare il Polkadot in cima alla classifica delle criptovalute, aumentandone le quotazioni, ma anche di incentivare la blockchain a competere meglio con concorrenti come Ethereum.